"Il fatto che le forze di sicurezza, pur sapendo dell'imminente raid e avendo quattro ore di tempo a disposizione, non abbiano preso immediate misure per fermarlo, non fara' altro che aumentare l'indignazione nazionale e internazionale per l'orribile crimine in atto" – ha dichiarato Netsanet Belat, direttore di Amnesty International per l'Africa.
"Siamo di fronte a un'enorme abdicazione al dovere della Nigeria di proteggere la popolazione civile. Le autorita' nigeriane devono ora usare tutti i mezzi legali a loro disposizione per assicurare l'incolume rilascio delle ragazze e garantire che in futuro non accada piu' niente del genere" – ha aggiunto Belat.
Secondo le varie fonti raccolte da Amnesty International, il quartier generale delle forze armate di Maiduguri era a conoscenza dell'imminente attacco dalle 19 del 14 aprile, quasi quattro ore prima che Boko haram iniziasse le operazioni.
L'incapacita' di radunare i soldati - a causa delle scarse risorse a disposizione e della paura di fronteggiare un gruppo armato meglio equipaggiato – ha fatto si' che quella notte non venissero inviati rinforzi a difendere la scuola di Chibok. Il piccolo contingente presente – 17 militari e qualche agente della polizia locale – ha cercato di respingere l'assalto di Boko haram ma e' stato sopraffatto e costretto alla ritirata. Un soldato e' rimasto ucciso.
A piu' di tre settimane di distanza, la maggior parte delle ragazze rimane sequestrata in una localita' sconosciuta. I tentativi di ottenere il loro rilascio sono fin qui naufragati in un clima di sospetto e confusione.
Amnesty International continua a chiedere a Boko haram di rilasciare immediatamente, senza condizioni e sane e salve tutte le ragazze e cessare tutti gli attacchi contro la popolazione civile.
"Il sequestro e la continua prigionia delle ragazze costituiscono crimini di guerra, i cui responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia. Gli attacchi alle scuole violano il diritto all'istruzione e devono essere fermati immediatamente" – ha concluso Belat.
Amnesty International Italia continua a raccogliere firme per chiedere il rilascio delle ragazze. La petizione e' online all'indirizzo: http://www.amnesty.it/nigeria-rapimento-ragazze
Nessun commento:
Posta un commento