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venerdì 27 dicembre 2019

Medicina estetica, tutti i trend (e i flop) del 2020

Medicina estetica, tutti i trend (e i flop) del 2020

"Sarà l'anno dei filler di nuova generazione, più duraturi e più specifici. Si abbassa l'età dei pazienti, più attenti all'aspetto anche per via dei social, dove non mancano le follie, come le "labbra diaboliche"" dice il professor Raffaele Rauso, vice presidente della FIME (Federazione Italiana Medici Estetici)

 

Anno nuovo, voglia di cambiare e di migliorarsi. Anche, perché no, con un aiutino dalla medicina estetica, settore che negli ultimi anni ha fatto incredibili passi in avanti proponendo nuovi prodotti e trattamenti che riescono quasi del tutto a tenere lontano il bisturi, correggendo difetti, donando un aspetto più giovane e facendo stare le persone meglio con se stesse. Secondo i dati mondiali dell'Isaps, nel 2018 I trattamenti non invasivi sono cresciuti del 10.4% rispetto all'anno precedente: in particolare quelli con tossina botulinica sono aumentati del 17.4% dal 2017, seguiti dai filler con acido ialuronico al +11.6%.

 

"Le star del prossimo anno saranno i cosiddetti "iniettabili", ossia quelle sostanze che possono migliorare l'aspetto del viso in modo temporaneo, come i filler, il botulino o gli sciogli-grasso – afferma il professor Raffaele Rauso, vice-presidente della FIME (Federazione italiana medici estetici) e docente all'Università Vanvitelli di Napoli -. Sta cambiando anche l'approccio culturale: anni fa nessuno ammetteva di avere fatto dei trattamenti, oggi invece se ne parla tranquillamente. Questo anche perché si è abbassata l'età dei pazienti: per iniziare, non si aspetta di avere il viso pieno di rughe, ma si inizia da giovani per mantenere volumi e freschezza. Una tendenza che proseguirà nel 2020: gli under 40, ma anche gli under 30, sono molto attenti all'aspetto e sanno bene che prevenire è meglio che curare". 

 

Labbra più carnose (senza esagerare). "Una delle principali richieste delle donne, ma anche degli uomini, è quella di avere labbra più voluminose – spiega il professor Rauso -. Oggi grazie ai nuovi acidi ialuronici, ma soprattutto alla conoscenza delle tecniche di infiltrazione "verticale vs. orizzontale", è possibile ottenere volume, idratazione o eversione, ovvero è realmente possibile personalizzare il risultato, ottenendo labbra più piene, ma anche con un effetto naturale." Se un po' di volume può migliorare l'armonia del viso, troppo rischia di risultare eccessivo: "C'è chi non si accontenta e chiede sempre di aumentare il volume: sono purtroppo ancora frequenti, anche in Italia, i casi di chi usa sostanze non riassorbili, anche sulle labbra. In questi casi tornare indietro è possibile, anche se difficoltoso; dall'ottobre del 2018 nell'Unità Operativa Complessa dell'Azienda Ospedaliera "Vanvitelli" di Napoli dove lavoro, diretta dal professor Tartaro, abbiamo aperto un ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura delle reazioni avverse ai filler facciali, unico in Italia, purtroppo ci capita ancora troppo spesso di dover fronteggiare condizioni drammatiche di pazienti a cui sono stati infiltrati filler permanenti alle labbra e/o al volto."

 

Evil lips. I social media stanno influenzando la percezione sociale di bellezza, con una maggiore attenzione al proprio aspetto. L'ultima bizzarria del web sono le cosiddette "evil lips", anche dette "octopus lips", una assurda tendenza estetica popolare soprattutto in Russia: "Con i filler si ottengono due incurvature al labbro di sopra e a quello di sotto, per un effetto davvero poco naturale – spiega il professor Rauso -. E' solo una delle tante stranezze legate al mondo di chirurgia e medicina estetica che compaiono sui social e sulla cronaca, ma bisogna ricordare che riguardano solo un numero davvero esiguo di persone, anche se l'esposizione mediatica potrebbe far pensare diversamente".

 

Botulino per trentenni. Oltreoceano va di moda organizzare "Botox Birthday Party" per i trent'anni: "Da noi il fenomeno è meno evidente, per fortuna, ma esiste e va crescendo – afferma il vice-presidente FIME -. La fascia di pazienti che aumenta più in fretta è quella degli under 40, che si regalano degli iniettabili per il viso, in particolare per riempire le "linee degli 11", ossia i solchi che si formano tra le sopracciglia, le cosiddette rughe glabellari".  

 

Ringiovanire grazie ai filler più naturali e a lunga durata. Esiste, da qualche anno, una nuova generazione di filler che consente di ottenere risultati naturali e duraturi; alcuni di questi non utilizzano più il BDDE con "agente legante" (cross linker) ma bensì il PEG.

Si inietta in profondità, ripristinando la morfologia del volto, fin dall'impalcatura ossea, che nel tempo tende a rimaneggiarsi e riassorbirsi, con tecniche che hanno un'impronta quasi chirurgica. "I "vecchi" filler venivano iniettati solo nei tessuti più superficiali, come cute e sottocute, mentre oggi, grazie a nuovi studi sull'invecchiamento, si è capito che l'esclusivo aumento di volume superficiale crea solo un "anomalo gonfiore", concetto ben lontano dal ringiovanimento - afferma Rauso -. Oggi, utilizzando i filler con una corretta reologia e infiltrandoli nel modo corretto (a contatto con le strutture scheletriche del volto), riusciamo a replicare i risultati che, 20 anni fa, si raggiungevano tramite l'inserimento delle protesi facciali".

 

Visi troppo gonfi. Anche con i filler di nuova generazione, bisogna evitare di rivolgersi a medici non opportunamente formati in estetica o che facciano passare la procedura come "una semplice punturina": "I rischi sono di due tipi – spiega il professor Rauso -. Con iniezioni in profondità, è possibile lesionare nervi e vasi sanguigni di calibro maggiore rispetto ad i capillari che si incontrano in superficie. In secondo luogo, si può ottenere la "puffy face", ossia visi con un effetto gonfio poco naturale". Uno degli effetti meno amati della medicina estetica.

  

30 minuti per un naso nuovo. Ideale per correggere piccole asimmetrie o gibbi, la medicina estetica consente di modificare l'aspetto del proprio viso solo con un filler. "Non ci sono tempi di ricovero postoperatori, è possibile sollevare la punta del naso o ridurre la percezione della gobba" sostiene Rauso, che conclude: "Attenzione, tra tutte le procedure eseguite con filler questa è quella con più alti rischi vascolari".

 

Raffaele Rauso (www.raffaelerauso.comwww.topchirurgiaestetica.it). Il Prof Raffaele Rauso, particolarmente noto nel campo della chirurgia e medicina estetica del volto e del seno, è attualmente Professore Aggregato in Chirurgia Maxillo-Facciale all'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", in Napoli, ove si occupa di microchirurgia ricostruttiva. Si è laureato in Medicina e Chirurgia alla Seconda Università degli Studi di Napoli con 110/110 con lode e plauso al curriculum a soli 24 anni. Nella stessa università ha poi conseguito, con il massimo dei voti, la specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale. Durante il quinquennio ha effettuato attività formative in Italia e all'estero, in particolar modo ha perfezionato le conoscenze e la pratica chirurgica con due fellowship: una all'Università di Basilea (Svizzera) e un'altra al GSR Facial Plastic Surgery Institute (l'Istituto di Chirurgia Plastica Facciale che nel 2008 ha eseguito il maggior numero di interventi in campo cranio-facciale al mondo) in Hyderabad (India). Terminata la specializzazione, e dopo aver acquisito notevoli competenze nella chirurgia facciale, ha proseguito gli studi, conseguendo un Master di II livello in Chirurgia Estetica all'Università degli Studi di Milano, un ulteriore Master di II livello in Chirurgia Ricostruttiva della Mammella all'Università degli Studi "La Sapienza" in Roma, un diploma post-lauream in "Tecniche microchirurgiche" al Polo di Biotecnologie dell'Ospedale Cardarelli in Napoli e un Dottorato di Ricerca in Chirurgia Plastica, Anatomia e Dermatologia all'Università degli Studi "La Sapienza" in Roma. In questi anni ha raggiunto un'elevata competenza nei trattamenti chirurgici plastico-estetici della mammella e del corpo. Dal 2011 al 2017, il professor Rauso è stato docente al CLOPD dell'Università degli Studi di Foggia insegnando la chirurgia malformativa cranio-facciale agli studenti del V anno. Ha all'attivo, dal 2008, la partecipazione a diverse missioni umanitarie per associazioni di volontariato che si occupano di operare bambini affetti da deformità del volto ed esiti di ustione in paesi in via di sviluppo 

Tra le diverse nazioni ove ha prestato la sua opera si annoverano: Etiopia, Senegal, Gabon, Uganda, Giordania, Paraguay, Brasile, etc. Da sempre coinvolto nella ricerca scientifica, è autore di numerosi articoli presenti su pubmed.com (la biblioteca informatica medica più importante al mondo) e di capitoli su opere chirurgiche nell'ambito della Chirurgia Plastica Estetica, della Medicina Estetica e della Chirurgia Cranio Facciale. Relatore ai più importanti congressi Europei e Mondiali è socio delle più importanti società europee nel campo plastico estetico e maxillo-facciale come: EAFPS (European Academy of Facial Plastic Surgery), EACMFS (European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery), AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SICPRE (Società Italiana Chirurgia Plastica Estetica), etc. 




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giovedì 26 dicembre 2019

Energia. EDISON DIVENTA UNICO SOCIO DI EDF EN SERVICES ITALIA

EDISON DIVENTA UNICO SOCIO DI EDF EN SERVICES ITALIA

Milano, dicembre 2019 - Edison ha sottoscritto in data odierna un contratto avente ad oggetto l'acquisizione del 70% da EDF Renouvelables Services SAS (società direttamente e interamente posseduta da EDF Renouvelables SA, a sua volta direttamente e interamente controllata da EDF SA) del capitale sociale di EDF EN Services Italia s.r.l. (EDF Services); società di cui Edison S.p.A. (Edison) possiede già il restante 30%. In pari data è avvenuto il trasferimento di detta partecipazione, pertanto Edison è diventata l'unico socio di EDF Services.

EDF Services svolge un'attività di gestione complessiva di asset rinnovabili concentrando in capo a sé competenze relative ai servizi di Operation & Maintenance e ai servizi di Asset Management di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare, EDF Services fornisce i propri servizi a un portafoglio di impianti di 774,5 MW suddivisi tra 47 impianti eolici con una capacità installata di 769,5 MW (di cui 695,5 MW di E2i Energie Speciali s.r.l., E2i, società i cui risultati economici per effetto della governance e dei contratti in essere, sono consolidati in Edison, e 74 MW di Bonorva Wind Energy s.r.l., società controllata da EDF EN Italia S.p.A. - 100% Edison) e 3 impianti fotovoltaici di E2i con una capacità installata di 5 MW.

 

Il settore delle energie rinnovabili è uno dei pilastri della strategia di Edison, fondata sulla crescita sia nel settore eolico sia in quello fotovoltaico. In linea con questa strategia, Edison ha acquisito lo scorso luglio il controllo di EDF EN Italia da EDF Renouvelables SA, che possiede un portafoglio di oltre 200 MW di impianti eolici e di 77 MW di impianti fotovoltaici.

L'acquisizione di EDF Services rappresenta un'opportunità per internalizzare i servizi di Operation & Maintenance (O&M), ad oggi non presenti nel portafoglio di attività di Edison, così da completare la gamma di competenze nei diversi segmenti di attività relativi alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, consentendo sinergie ed efficienze operative.

 

L'operazione si configura quale operazione tra parti correlate in quanto EDF SA è l'azionista di controllo anche di Edison, per il tramite della propria controllata al 100% EDF International SA. Nello specifico l'operazione è qualificabile quale operazione di Minore Rilevanza ai sensi della Procedura OPC adottata dalla Società, e su di essa ha quindi espresso preventivamente parere favorevole il Comitato Operazioni Parti Correlate di Edison.

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Edison

Edison è tra i principali operatori di energia in Italia ed Europa con attività̀ nell'approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica, nei servizi energetici e ambientali. Con i suoi oltre 135 anni di storia, Edison ha contribuito all'elettrificazione e allo sviluppo del Paese. Oggi opera in Italia, Europa e Bacino del Mediterraneo, impiegando 5.000 persone. Nel settore elettrico Edison può̀ contare su un parco impianti per una potenza complessiva di 6,5 GW.



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Cnr: respirare la foresta: come varia e come prevedere la concentrazione di olii essenziali --

Respirare la foresta: come varia e come prevedere la concentrazione di olii essenziali

 

Uno studio sulla concentrazione dei composti bioattivi presenti nell'aria forestale emessi dalle piante e dal suolo, per beneficiarne al meglio, è stato condotto da un team dell'Istituto per la bioeconomia (Cnr-Ibeinsieme al Consorzio Lamma e al Club alpino italiano, è pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health

 

I composti organici volatili biogenici – gli oli essenziali emessi dalle piante e dal suolo – sono tra i principali elementi che concorrono a rendere l'ambiente forestale benefico per la salute delle persone, come dimostrato da numerosi studi scientifici che hanno esaminato la risposta fisiologica e psicologica a seguito dell'inalazione delle sostanze volatili aromatiche presenti nelle foreste. Non tutti i siti e i percorsi forestali, né tutte le stagioni omomenti della giornata sono però uguali, anzi le concentrazioni di questi composti cambiano nel tempo e nello spazio molto più rapidamente di quanto ritenuto finora. Tali concentrazioni sono tuttavia in gran parte prevedibili, consentendo di scegliere le situazioni migliori per sfruttare gli effetti benefici di tale ambiente. È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche – HCT-Agrifood Laboratorydell'Istituto per la bioeconomia (Cnr-Ibe) – in collaborazione con iClub alpino italiano (Cai) e con il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile (Consorzio Lamma costituito tra Cnr e Regione Toscana)La ricercadal titolo 'Temporal and spatial variability of volatile organic compounds in the forest atmosphere'è stata pubblicata dallarivista International Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH).

"L'interesse per le conifere e la loro valorizzazione del nostro laboratorio ci ha indirizzati verso lo studio delle proprietà trasferite da queste piante nell'atmosfera, oggetto tra l'altro della Terapia forestale, pratica che, sotto assistenza psicologica e medica, in paesi come Giappone e Corea è sostenuta dai servizi sanitari con risultati in termini psico-fisiologici riportati da una crescente produzione scientifica. Il nostro studio potrebbe quindi rendere più efficaci queste pratiche emergenti", dichiara Federica Zabini di Cnr-Ibe, ideatrice della ricerca. "Finora, infatti, nessuno ha pensato a ottimizzare questa pratica in funzione delle proprietà dell'atmosfera forestale. Un anno fa abbiamo cominciato a testarele proprietà bioattive degli aghi di abete bianco, ottenendo mediante cavitazione idrodinamica un estratto con proprietà antiossidanti significative"

"Armati di zaino, scarponi e di un 'naso elettronico', da agosto a ottobre di quest'anno abbiamo percorso strade forestali e sentieri del Cai sull'Appennino Tosco-Emiliano, in particolare tra la Foresta del Teso in provincia di Pistoia e l'Abetina Reale in provincia di Reggio Emilia. Abbiamo così scoperto che la concentrazione dei composti organici volatili emessi da piante e suolo cambiava radicalmente nel giro di meno di un'ora e di poche centinaia di metri", prosegue Francesco Meneguzzo, ricercatore di Cnr-Ibe e membro del Comitato scientifico toscano 'Fiorenzo Gei' del Club alpino italiano, per il quale sta conducendo il progetto Riforest: "Secondo le evidenze emerse incrociando i dati biochimici raccolti in foresta con i dati meteorologici, emerge che gli orari migliori per cogliere gli effetti benefici della foresta sono il primo mattino e le ore dopo mezzogiorno, in giornate soleggiate e con vento debole. E che in montagna le foreste di conifere sono più efficienti di quelle costituite da solo faggio".

"Occorreranno altri studi prima di poter costruire un modello generale per la selezione ottimale di siti, percorsi, stagioni e orari, dettagliando la composizione dei composti bioattivi presenti nell'aria forestale e correlandoli ai rispettivi effetti già verificati sulla salute delle persone. Il nostro studio offre però una metodologia innovativa e ampiamente applicabile, oltre che i primi risultati", conclude Lorenzo Albanese, sempre dello stesso Istituto.

Un recente studio pubblicato su Nature valuta in almeno l'8% del Pil mondiale il valore economico delle aree protette, considerando soltanto gli effetti sulla salute mentale dei visitatori.

 

Roma, 26 dicembre 2019

 

La scheda

 

Chi: Istituto per la bioeconomia del Cnr (Cnr-Ibe), Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile (Consorzio Lamma) e Club alpino italiano (Cai)


Che cosa: metodologia e i risultati relativi alla variabilità e prevedibilità dei composti organici volatili nell'atmosfera forestaleInternational Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH) (open access).



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lunedì 23 dicembre 2019

GRANT THORNTON ITALIA “SBARCA” NEGLI USA

GRANT THORNTON ITALIA "SBARCA" NEGLI USA

 

INAUGURATO A NEW YORK L'ITALIAN BUSINESS GROUP, IL PRIMO DESK "AMERICANO" DELLA MEMBER FIRM ITALIANA DI GRANT THORNTON INTERNATIONAL LTD, NETWORK INTERNAZIONALE DI CONSULENZA PER LE IMPRESE

 

New York, 23 dicembre 2019 – Nell'ambito del più ampio progetto di rafforzamento e di sviluppo della propria rete di business, Grant Thornton Italia ha inaugurato a New York l'Italian Business Group, il suo primo desk negli Stati Uniti. Gli uffici si trovano a Manhattan presso la sede di Grant Thornton US, al nono piano di un edificio in zona Midtown sulla 757 Third Avenue.

"Si tratta – dichiara Alessandro Dragonetti, Head of Tax di Grant Thornton da New York - "di un vero e proprio italian desk, ponte lato business tra l'Italia e gli Stati Uniti. La visione e la missione dell'iniziativa sono parte di un più complesso progetto che ci vede proiettati a rafforzare la nostra capacità d'intervento e di connessione tra Italia e USA".  

All'inaugurazione, oltre ad Alessandro Dragonetti era presente Luciano Centanni, Partner Grant Thornton US e Director of International Business Center for Europe, the Middle East and Africa.

"Avendo già in corso da anni rapporti di collaborazione con numerose imprese con interessi negli Stati Uniti - spiega meglio Alessandro Dragonetti - abbiamo deciso di accellerare la nostra scelta, volendo rappresentare un ponte fattivo e stabile tra i due Stati. Da oggi le imprese e i Gruppi che hanno commerciali tra i due Stati troveranno nell'Italian Business Group un centro di supporto nonché di consulenza, anche propositiva".

In particolare, tra gli obiettivi dell'apertura del nuovo desk, che potrà contare oltre che su professionisti locali anche sul supporto di Grant Thornton Italia, ci sono quello di facilitare il contatto e l'assistenza alle società italiane con interessi in USA e di quelle USA con interessi in Italia, offrendo un riferimento in loco in grado di comprendere le esigenze delle due tipologie interessate (inbound & outbound), nonché quello di segnalare opportunità da cogliere per crescere. In sostanza non solo un help desk ma, soprattutto, propositive and proactive desk. 

 

Carlotta Benedet, direttore responsabile dell'Italian Business Group precisa: "Con il nuovo desk ci rivolgiamo alle multinazionali italiane e americane, alle PMI italiane, ai private clients (italiani e americani) e agli italiani residenti in loco. A livello di settori seguiremo con interesse e a 360° tutti i segmenti di mercato ma con un focus particolare sul settore finanziario, tecnologico e sull'energy. Tra i servizi che possiamo offrire alle imprese in primo piano ci sono quelli di indirizzo, coordinamento e assistenza in ambito fiscale, nell'advisory e nell'audit. E quindi una ampia valutazione delle implicazioni, delle criticità, delle opportunità e dei vantaggi connessi alle impostazioni adottate nei due mercati, dall'apertura - anche attraverso JV e/o acquisizioni - di business in Italia o negli Stati Uniti, all'assistenza nell'avvio di business in Italia o negli USA."

 

"Se si considera che ad oggi risultano 5.618 società statunitensi con soci qualificati italiani (di cui 279 con sede a NY) e 2.227 società italiane con soci qualificati statunitensi (di cui 256 con sede a NY) appare chiaro come per un network attivo nella consulenza integrata sia vitale offrire un servizio specifico e accurato rivolto alle imprese ed ai Gruppi con interessi cross-country tra i due Stati. In aggiunta a questo cluster si segnala altresì l'importanza del business relativo al mondo della clientela private."

 

 

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Grant Thornton è la member firm italiana di Grant Thornton International Ltd, network globale che opera da oltre 100 anni, con 53.000 professionisti e in circa 140 Paesi, fornendo servizi di consulenza in area Audit,Tax e Advisory.

Con oltre 500 persone che operano in 24 sedi situate nelle principali città, Grant Thornton in Italia garantisce ai clienti una presenza costante su tutto il territorio, per un migliore e più efficace servizio. Tra i clienti rientrano piccole e medie imprese, società multinazionali, nonché società quotate e imprese familiari, operanti nei principali settori del panorama economico attuale.



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Londra: fake Parmesan negli scaffali di Seflfridges: l'intervento del Consorzio Parmigiano Reggiano.




ITALIAN SOUNDING: A NATALE ILCONSORZIO PARMIGIANO REGGIANO INTERVIENE CONTRO IL FAKE PARMESANPRODOTTO NEL REGNO UNITO

 

Il Consorzio è intervenuto per eliminare un prodotto illegale dagli scaffali dei grandi magazzini Selfridges - uno dei templi dello shopping di Londra. Il prodotto non conterrebbe affatto Parmigiano Reggiano ma un mix di anacardi, lievito, sale dell'Himalaya, aglio e olio tartufato. In seguito alle richieste del Consorzio, l'azienda ha eliminato qualsiasi riferimento alla DOP.

 

Reggio Emilia23 dicembre 2019  L'etichetta nera appiccicata sul vasetto di vetro riportava la scritta "grated italian style Parmesans"ma il luogo di produzione indicato sul retro è apparso da subito molto lontano dall'area di origine prevista dal disciplinare della DOP: Handmade in London "fatto a mano a Londra".

Sono questi i due elementi che hanno permesso al Consorzio Parmigiano Reggiano di individuare l'ennesimo caso di violazione della DOP e di intervenire per ritirare il prodotto illegale dal mercato. A seguito di questo intervento, l'azienda inglese ha immediatamente accolto le richieste del Consorzio sostituendo il nome del prodotto in etichetta, eliminando qualsiasi riferimento alla DOP.

 

I vasetti in questione sono stati scovati nei giorni che precedono le festività natalizie sugli scaffali dei grandi magazzini Selfridges - uno dei templi dello shopping di Londra. Sono oltre 2000 le ispezioni che il Consorzio Parmigiano Reggiano opera ogni anno in altrettanti punti vendita distribuiti in 61 città di 27 paesi esteri per individuare casi di potenziale contraffazione del prodotto DOP.

In questo caso, il produttore ha utilizzato indebitamente una variante del termine parmesan per creare il gioco di parole "Parmesans", ossia "senza – parmesan". Il prodotto, si è poi scoperto leggendo l'etichetta, non conterrebbe nemmeno formaggio ma un mix di anacardi, lievitonutrizionale, sale dell'Himalaya, aglio e olio tartufato.

 

L'uso del nome "Parmesans" sulla confezione contestata evocherebbela denominazione Parmigiano Reggiano con conseguenzepotenzialmente lesive della reputazione della DOP e del Consorziocreando confusione per i consumatori. Ricordiamo infatti che, come stabilito nel 2008 dalla Corte di Giustizia Europea, solo il formaggio Parmigiano Reggiano DOP può essere venduto con la denominazione "parmesan" all'interno dell'UE. Con questa sentenza storica, la Corte ha voluto tutelare non solo i produttori della DOP ma anche i consumatori, che hanno così ottenuto una forte garanzia di tracciabilità e sono tutelati da denominazioni fuorvianti sul mercato.

 

Sfortunatamente, le leggi che classificano e proteggono il Parmigiano Reggiano all'interno dell'Unione Europea non valgono in tutti i paesi del mondo, dove possono coesistere sullo stesso scaffale sia il Parmigiano Reggiano sia il generico parmesan che molto spesso viene scambiato dal consumatore per l'autentico prodotto DOP.

 

"L'attività di vigilanza – ha commentato il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli – prevede interventi mirati e diretti a rimuovere casi di contraffazione alimentare con l'obiettivo di pulire il mercato dalle frodi e dagli illeciti, ridurre i tentativi di nuovi eventi e favorire indirettamente la presenza di una corretta informazione relativa al prodotto DOP. Quest'ultimo intervento nel Regno Unito ci dimostra che combattere e vincere l'Italian Sounding e i furbetti dell'evocazione illegittima si può! Il Consorzio è ogni giorno sul campo e nel 2020 servirà un grande gioco di squadra con il Governo e le istituzioni europee per affrontare con lo stesso piglio e determinazione il terreno degli accordi e delle dispute internazionali."

 

Il Regno Unito è il quarto mercato estero per il Parmigiano Reggiano con 6.940 tonnellate di prodotto importato nel 2018. Anche in caso di Brexit, non ci saranno cambiamenti significativi dal punto di vista della protezione del marchio poiché Parmigiano Reggiano è un marchio registrato nel Regno Unito e gode della relativa protezione legale che si estende anche al termine parmesan.



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