E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l'improvvisa decisione della Commissione europea di sospendere le misure di emergenza introdotte dopo l'embargo russo a sostegno della frutta e verdura deperibile per cercare di progettare entro pochi giorni un sistema piu' mirato a causa di un aumento sproporzionato di richieste di aiuto per alcuni prodotti.
I produttori polacchi - spiega la Coldiretti - avrebbero infatti presentato richieste per l'87% dei fondi destinati a sostenere tutti i produttori comunitari di ortofrutta deperibile, poiché le indennità di ritiro previste risultano molto interessanti in situazioni con costi di produzione più bassi. Si tratta della dimostrazione che – sottolinea la Coldiretti - è profondamente sbagliato non tenere conto delle diverse situazioni produttive tra i diversi paesi nella definizione di misure di sostegno che risultano a questo punto particolarmente importanti e urgenti per l'Italia.
L'ortofrutta - continua la Coldiretti - è il settore produttivo del Made in Italy piu' colpito dall'embargo con le esportazioni che avevano raggiunto i 72 milioni di euro nel 2013 senza dimenticare i danni indiretti provocati dal rischio di invasione sul territorio nazionale di prodotti di altri Paesi che non possono trovare piu' uno sbocco in Russia. Complessivamente il danno diretto per l'Italia è stimato in circa 200 milioni di euro all'anno e riguarda oltre all'ortofrutta il blocco delle esportazioni delle carni per 61 milioni di euro e di latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro. Da segnalare che sono stati colpiti anche prodotti tipici dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per un importo di 15 milioni di euro), ma anche prosciutti a denominazione di origine.
Le misure di sostegno che sono state sospese prevedevano - conclude la Coldiretti - un importo di 125 milioni sino a novembre per tutta l'Unione Europea a sostegno dei prodotti ortofrutticoli (pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi). Con ritiri dal mercato e compensazioni per la non-raccolta e la raccolta anticipata con l'assistenza finanziaria per tutti i produttori, inclusi quelli che non fanno parte di organizzazioni di produttori.
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