Bruxelles, 21 giugno 2017 - L'impatto dell'e-commerce sul fatturato delle grandi imprese europee è di oltre il 20%, un dato che testimonia una maggiore consapevolezza da parte delle multinazionali delle opportunità connesse allo sviluppo dei nuovi canali online.
L'Italia, tuttavia, si attesta agli ultimi posti della classifica Ue, con appena il 12% del fatturato delle grandi imprese che proviene dall'e-commerce, contro il 45% dell'Irlanda che risulta prima in classifica.
Sono i dati emersi dal paper dell'Istituto per la Competitività (I-Com), "The impact of digitalization on business-to-consumer relationship", curato da Silvia Compagnucci e Stefano da Empoli e presentato oggi a Bruxelles in un evento presso il Comitato Economico e Sociale, organizzato da I-Com in collaborazione con Enel, Google e Uber e con la partecipazione di diversi rappresentanti della Commissione europea, parlamentari e altri stakeholder europei.
Secondo l'analisi di I-Com, l'e-commerce è tra i servizi digitali che ha maggiori prospettive di sviluppo.
Gli acquisti online, infatti, hanno registrato una fortissima crescita, passando dal 30% del 2007 al 55% del 2016, con performance particolarmente brillanti nelle fasce d'età tra i 16 ed i 24 anni ed i 25 ed i 34 anni.
Per quanto concerne le tipologie di acquisti. gli abiti e i beni legati allo sport primeggiano a livello europeo (34%), seguiti da viaggi, alloggi vacanza (29%) e biglietti per eventi.
In relazione alle attività finanziarie, a livello europeo, l'attività più comune nel 2016 è stata l'acquisto o il rinnovo di polizze assicurative (11% degli individui). Gli utenti più attivi sono stati quelli di età compresa tra 25 e 54 anni (14%), seguiti da quelli tra i 55 e i 74 (12%).
Assenti, o quasi, i più giovani. Per quanto concerne l'internet banking, invece, la Danimarca guida la classifica europea con l'88% degli utenti nel 2016, seguita da Finlandia (86%) e Paesi Bassi (85%).
Le performance peggiori invece in Grecia (19%), Romania (5%) e Bulgaria.
In relazione alle età, le fasce tra 25 e 34 anni e tra 35 e 44 risultano le più attive.
Alla luce della straordinaria importanza rivestita dall'e-commerce e soprattutto delle opportunità di crescita che ad esso si accompagnano, la Commissione europea, il 25 maggio 2016, ha presentato un pacchetto di misure per consentire a consumatori e imprese di acquistare e vendere prodotti e servizi online più semplicemente e con maggiori garanzie nell'Unione.
Esso si compone di proposte legislative tese ad eliminare il geoblocking ingiustificato e le altre forme di discriminazione basate su nazionalità, residenza o stabilimento, incrementare la trasparenza dei prezzi, rafforzare i diritti e la tutela dei consumatori e chiarire le caratteristiche delle pratiche commerciali scorrette nel mondo digitale.
"La rete sta diventando sempre più il 'luogo' privilegiato in cui gli individui interagiscono, ricercano informazioni, condividono esperienze, concludono transazioni. Un fenomeno di portata globale che sta ridisegnando ogni settore socio-economico plasmando una società del tutto nuova", ha dichiarato Stefano da Empoli, presidente di I-Com.
"Occorre però che tutti i cittadini, a cominciare dall'Italia, possano sfruttare le enormi opportunità offerte dai canali digitali. Purtroppo ancora troppi ne sono esclusi o si autoescludono. Spetta alle istituzioni facilitare il processo attraverso una migliore connettività ma anche con servizi sempre più orientati al digitale (a cominciare dall'e-government, di cui si parla da decenni ma che in Italia si pratica ancora troppo poco). Inoltre, se è giusto essere consapevoli dei rischi in termini di privacy e sicurezza e fare tutto il possibile per minimizzarli, bisogna essere almeno altrettanto attenti a osservare e possibilmente cogliere le enormi opportunità"
Dai dati di I-Com emerge che a livello europeo le attività online più diffuse sono l'invio-ricezione di email (compiuta dal 97% degli individui) e la ricerca di informazioni per beni e servizi (66%).
Anche la partecipazione ai social network figura tra le attività maggiormente in grado di catturare l'attenzione degli individui (soprattutto i più giovani).
Le previsioni di crescita dell'Internet delle Cose, che si sta diffondendo a macchia d'olio tra le imprese riguardano sia il valore di mercato sia i dispositivi connessi.
Secondo I-Com, la base installata crescerà enormemente passando dai 5 miliardi di oggetti connessi nel 2015 agli oltre 20 miliardi stimati per il 2020, il 63% dei quali nel segmento consumer.
Dall'altro lato, il valore di mercato – attualmente 600 miliardi di euro - supererà per la prima volta la soglia del bilione nel 2017, fino a raggiungere 1,71 bilioni di euro tra soli due anni. Buona parte di questo mercato è concentrato in Regno Unito, Germania e Francia (complessivamente 55% del mercato), peso destinato a crescere da qui al 2020.
Per quel che riguarda i settori, il manifatturiero e il finanziario sono certamente quelli più promettenti – 286,5 e 242,2 miliardi di euro, rispettivamente, nel 2020.
Nello sviluppo dell'IoT un fattore determinante sarà lo sviluppo delle reti di connessione di ultima generazione, in particolare la rete mobile 5G, una tecnologia che oggi sta compiendo i suoi primi passi. Il contributo che ci sia aspetta dal 5G è significativo, non solo per lo sviluppo dell'IoT, ma più in generale per la crescita dell'economia globale: secondo le proiezioni, il PIL mondiale crescerà di circa il 2,9% annuo nel periodo 2020-2035 e la rete 5G sarà responsabile di quasi un decimo di questa crescita (0,2%), per un totale di circa 3.000 miliardi di dollari nei quindici anni.
Il mercato europeo dell'IoT ammonta, ad oggi, a circa 60 miliardi di euro e, nel 2020, si stima raggiungerà gli 80 miliardi, buona parte dei quali sarà concentrata in Regno Unito, Germania, Francia ed Italia.
Il report I-Com ha infine mostrato i vantaggi della digitalizzazione dei servizi nell'energia e nei trasporti, con enormi benefici per i consumatori.
Nessun commento:
Posta un commento