L'intento iniziale era quello di incrementare il numero dei laureati riducendo i tempi, ma secondo quanto emerge dai dati non è andata proprio così. In Italia il tempo medio necessario a conseguire una laurea triennale è di cinque anni e un mese, mentre per portare a compimento l'intero percorso di studi si attesta attorno agli otto anni.
Insomma due più tre in questo caso fa otto. Non è un caso infatti che sempre più studenti scelgano di affrontare la propria carriera universitaria scegliendo delle valide alternative come gli atenei online. Grazie alla semplicità con la quale si può accedere al materiale didattico e alla possibilità di organizzarsi il tempo da dedicare allo studio in modo migliore, questa soluzione viene incontro proprio all'esigenza iniziale della riforma.
E' un dato di fatto che il percorso di studi universitario si sta progressivamente spostando nel web: grazie agli atenei online come questo si possono ottenere tutte le informazioni sulla laurea breve, le iscrizioni, i servizi, materiale didattico e percorso di studi. Ma quali sono le cause principali del rallentamento effettivo che è conseguito all'entrata in vigore della riforma universitaria?
Innanzitutto la mole di lavoro: gli studenti si trovano a dover presentare due tesi differenti, una per la triennale e una per la specialistica, che allungano i tempi in modo significativo. Nello specifico incidono in maniera notevole anche le tempistiche burocratiche per l'accettazione, l'inserimento nel calendario per la discussione e varie ed eventuali lungaggini di diversa natura.
In secondo luogo la suddivisione in crediti da acquisire tra laboratori, seminari ed esami, rallenta il raggiungimento dell'obbiettivo finale. Alcuni studenti si trovano costretti a ritardare di un semestre la discussione della tesi per il semplice fatto di non essere riusciti ad accedere ad un laboratorio a numero chiuso e conseguentemente non aver acquisito gli ultimi crediti utili a presentare la domanda di laurea. Inoltre nel corso della specialistica può capitare di trovarsi davanti un esame inerente ad una tematica già affrontata alla triennale, con una struttura identica in tutto e per tutto che non accresce il livello di competenza nella materia.
Una inutile ridondanza di informazioni che crea disinteresse nello studente oltreché allungare inutilmente i tempi senza fornire un approfondimento necessario o quantomeno auspicabile. Anche a seguito dell'introduzione della laurea breve, il numero di studenti che abbandonano dopo il primo anno non è calato in percentuali considerevoli. Anzi, considerato che circa il 40% abbandona i sogni di gloria entro i primi due anni, si può tranquillamente affermare che il problema non sia stato risolto dalla riforma. Nelle università a numero chiuso questo dato cala fino all'8.6%, ma questa pare essere soltanto una magra consolazione.
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