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martedì 26 novembre 2019

Salute pubblica. MissingB: a via la prima campagna nazionale d’informazione

MissingB

Al via la prima campagna nazionale d'informazione sui rischi della meningite B

 

 

3 genitori italiani su 4 temono l'infezione da meningococco B e 1 su 2 si dice preoccupato del rischio. Ma si sa ancora poco sulle possibilità di prevenzione.

 

Le immagini di bambini sopravvissuti alla meningite diventano un volano per l'informazione sulla malattia e sulle sue conseguenze.

 

Dalla Tv fino ai media online, passando per i quotidiani, un'occasione per riflettere e puntare sulle opportunità di proteggere i più piccoli.

 

L'iniziativa, sostenuta in tutto il mondo da GSK, prende il via in Europa e vede il nostro paese tra i protagonisti.

 

 

Milano, 26 novembre 2019_im_i. O meglio bimbi. Provate a immaginare un mondo senza la B e capirete che semplicemente togliendo questa lettera dalle parole che pronunciamo ogni giorno, il nostro linguaggio e la nostra possibilità di rapportarci col mondo sarebbero drammaticamente menomati. La B, insomma, è tremendamente importante. E non solo per il dizionario, ma anche per la salute, soprattutto dei bambini, che diventano i protagonisti anche quando si parla del meningococco, ed in particolare del ceppo B. Oggi esiste la possibilità di prevenire questa infezione, che colpisce soprattutto i più piccoli ma non risparmia anche i grandi, eppure molti ancora non lo sanno. E proprio dai bambini, attraverso le immagini, giunge un messaggio positivo e educativo: Sa(b)rina, Isa(b)ella e Ro(b)erto sono bambini ripresi durante scene di vita quotidiana felice che potrebbero essere interrotte a causa della malattia.

Mentre le immagini scorrono si ricorda che bisogna verificare di aver ricevuto una completa vaccinazione dalla meningite, quindi non solo dai ceppi A, C, W, Y ma anche dal MenB di cui molte persone non conoscono l'esistenza e il pericolo rappresentato.

Sono loro i veri protagonisti della campagna MissingB, sostenuta su scala mondiale da GSK, che in Italia vedrà protagoniste soprattutto la TV, i quotidiani, la comunicazione online ed ovviamente i social, vera e propria "cinghia di trasmissione" di un messaggio di salute e benessere. L'obiettivo è ricordare quanto previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e quanto riporta il board del Calendario per la Vita: "la vaccinazione contro il meningococco B rappresenta una necessità epidemiologica, ma anche etica e comunicativa, non eludibile".

L'intera iniziativa è realizzata con l'autorizzazione del Ministero della Salute ed il patrocinio del Comitato Nazionale contro la Meningite (Liberi dalla Meningite), SIP (Società Italiana di Pediatria), SItI (Società Italiana di igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), WFPHA (World Federation of Public Health Associations).

 

Quanto ne sanno e come si informano i genitori?

Nello scorso ottobre è stata condotta un'indagine Cawi (Publicis Spine – ottobre 2019) su un campione di 1007 genitori con figli nella fascia tra 0 e 15 anni, con diversi livelli di scolarità, rappresentativo della popolazione italiana.

Dallo studio è emerso che 3 persone su 4, tra papà e mamma, ritengono che la meningite sia un problema grave e che almeno 1 su 2 si dice molto preoccupato del rischio per il proprio figlio. A porre sul tavolo il problema dell'infezione da meningococco B sono soprattutto la televisione (78 per cento del totale), seguita dai medici (68 per cento), amici e conoscenti (53 per cento). Quando però i genitori si muovono per ottenere informazioni specifiche il referente primo è il pediatra (in 3 casi su 4 e con percentuali superiore all'80 per cento quando si tratta di bimbi da 0 a 6 anni), seguito dal medico di medicina generale (59 per cento) e dall'informazione che viaggia online (43 per cento). L'analisi della campagna informativa "MissingB" da parte dei genitori rivela che nell'85 per cento dei casi l'iniziativa appare adatta a raccontare il problema.

Che ci sia bisogno di una "scossa" informativa, proprio attraverso le immagini di bimbi, è peraltro dimostrato da una ricerca condotta all'inizio del 2019 su 3600 genitori di bambini tra i 2 e i 10 mesi in diversi Paesi, Italia compresa, con dati rilevati anche su genitori di adolescenti nel Regno Unito e negli USA. L'indagine ha dimostrato che 1 persona su 2 non conosce lo stato vaccinale nei confronti del meningococco del figlio, che il 60 per cento dei soggetti non è informato sul fatto che esistono differenti sierotipi dei batteri. Come se non bastasse, 2 su 3 non sanno che i bambini vaccinati nei confronti di specifici tipi di meningococco potrebbero non risultare protetti dalla meningite e 3 su 4 non sono a conoscenza del fatto che il meningococco B è il più comune tipo di batterio circolante.



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