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Andrea Sebastianelli e Stefania Zanetti |
Itas s sostegno Di Campo Libero
La Compagnia appoggia il progetto per
la trasformazione della canapa industriale in fibra e il suo successivo
utilizzo per la realizzazione di manufatti artigianali
Trento, 27 settembre 2017. ITAS, da sempre al fianco del territorio e
dell’innovazione, ha deciso di sostenere Campo
libero, un progetto finalizzato alla ricostruzione della filiera della
canapa attraverso l’utilizzo di un macchinario che permette ai contadini di
sostenere in modo indipendente la coltivazione di canapa.
Campo libero nasce
nell’estate 2016 dal progetto di tesi di Andrea Sebastianelli e Stefania Zanetti, due giovani studenti entrambi di 25
anni, iscritti al master in Eco Social
Design presso la Libera Università di Bolzano. Il progetto mira a
creare una vera e propria nuova filiera legata alla coltivazione della canapa
in Trentino Alto Adige e le sue successive ricadute sui processi di lavorazione
e produzione.
Il sostegno
di ITAS è destinato alla realizzazione di un decorticatore per la
trasformazione della canapa nel territorio altoatesino e alla realizzazione di
elementi d’arredo e di design con il materiale ottenuto. Verrà così realizzato
un piccolo macchinario mobile in grado di processare lo stelo e di raccogliere
e ripulire la fibra già nei campi per ottenere una materia grezza con la quale creare
prodotti tessili di vario tipo (scarpe, tappeti, tendaggi).
ITAS
rivolge da sempre il suo impegno allo sviluppo di quei progetti realmente
capaci di far scaturire ricadute socio-economiche positive sui territori. Più
che positivo anche il commento della Compagnia: “Abbiamo scelto di finanziare il progetto perché crediamo in questa
piccola scommessa. Più che la ricaduta economica, abbiamo colto il potenziale
in termini di valori e condivisione. Crediamo molto in questo tipo di
dinamiche. La piccola scala è funzionale per elaborare progetti che possono
avere una valenza anche nazionale. Come Mutua, vogliamo andare incontro alle
piccole identità territoriali che, di fatto, sono il vero cuore dell’economia
italiana”.
“In un momento sociale come il nostro, dove
tutto sembra difficile e complicato per noi giovani, ITAS ha reso tutto più
semplice e accessibile, mostrando un’attenzione e una professionalità
ineguagliabile, sostenendomi nella fase dell’acquisto del macchinario”,
commenta Sebastianelli, ideatore del progetto. “ITAS ha dimostrato coraggio e ambizione a voler scommettere su questi
temi. Questa scelta dimostra la grande attenzione posta dalla compagnia sulla
sostenibilità e sull’impatto sociale che questo macchinario permette di
generare”.
Il
progetto sino ad ora ha coinvolto una ventina di contadini del territorio di
Trento e Brunico, una decina di artigiani tra Bolzano e Trento e il Museo di
Bressanone dove è presente il Labirinto della Canapa. Si è così creato un vero
e proprio network d’appoggio e di condivisione in cui il consolidamento di un
tessuto locale ben fitto ha portato alla produzione effettiva di un tessuto
fisico.
CAMPO LIBERO
Dalla
forza del tessuto sociale alla nascita del tessuto fisico
Campo Libero nasce
nell’estate 2016 da un progetto di tesi di Andrea Sebastianelli e Stefania
Zanetti, due giovani studenti iscritti al master in Eco Social Design presso la Libera Università di Bolzano. I due
giovani, entrambi di entrambi di 25 anni, si sono occupati di analizzare il
contesto agricolo dell’Alto Adige e hanno notato che si stava sviluppando un
movimento nascente intorno alla coltivazione della canapa come rivalutazione di
una coltura moderna e più sostenibile.
Dagli anni ’40
ad oggi, la riscoperta di un’alternativa green
alle plastiche sintetiche
Fino
agli anni ’40, l’Italia era uno dei più grandi produttori europei di canapa e
l’industria ad essa collegata stava vivendo uno sviluppo fiorente. In seguito,
con l’avvento delle plastiche e delle materie sintetiche, come il nylon, e con
la successiva proibizione di tutte le colture contenti THC, la coltivazione
della canapa ha subito un arresto che si è protratto per quasi cinquant’anni.
Nei primi anni 2000, grazie a politiche più attente e scrupolose, anche
l’Italia è tornata a far parte di quei Paesi che hanno questa pianta
legalizzandola e certificandola.
Il
Trentino Alto Adige è stata una delle prime regioni italiane che ha scelto di
reintrodurre la canapa come alternativa alle forme di agricoltura tradizionali.
Il problema moderno è però legato alla perdita delle conoscenze tecniche
necessarie per la trasformazione della pianta in altri derivati.
Il
lungo periodo di proibizionismo ha comportato una perdita delle conoscenze
fermando l’implementazione e lo sviluppo di nuovi macchinari legati alla
trasformazione e ad una lavorazione ottimale della canapa, rendendo pressoché
impossibile il suo utilizzo come materiale concorrente, per prezzo ed
efficacia, rispetto alle plastiche comuni.
La rinascita
della filiera della canapa nell’industria tessile
Oggi
l’Italia sta tornando a riscoprire e a reimparare come utilizzare la canapa per
scopi industriali. Attualmente la coltivazione della canapa è legata
principalmente ai sementi per la produzione di olii e farine biologiche e al
canapulo (la parte legnosa della pianta) per le costruzioni in bioedilizia. Il
problema moderno è però legato alla morte della filiera della trasformazione
della fibra tecnica.
Tutta
la parte fibrosa della pianta, che negli anni ’50 veniva utilizzata dalle
nostre nonne per fare tovaglie o abiti, viene oggi abbandonata nei campi. I
tessuti in canapa che troviamo oggi in Italia provengono tutti dall’estero,
acquistati dalla Cina, dai Paesi dell’Est o dalla Francia. L’obiettivo del
progetto è quindi quello di riportare in vita la filiera dalla canapa facendola
rinascere anche come tessuto.
Dal contadino
all’artigiano, un network di conoscenze e condivisione
Il
primo step del progetto ha previsto la collaborazione con un calzolaio della
zona di Bolzano, con il coinvolgimento anche di signore esperte nelle
lavorazioni a maglia, per realizzare due tipi di calzature. Questa prima
cooperazione ha visto la nascita del prodotto ‘dal seme alla scarpa’. Oggi Campo Libero sta andando a sviluppare
nuovi oggetti di design insieme ad altri artigiani locali, in particolare per la
realizzazione di due tappeti e due tendaggi.
Il Trentino
Alto Adige come prima tappa per ridare una nuova economia della terra
Per la
sua grande adattabilità climatica (resiste fino ai 2000 metri di altezza, sia
in condizioni di siccità che di forte piovosità), la canapa può essere
coltivata ovunque in Italia. Inoltre, ha anche la caratteristica di essere un
ossigenatore per ripulire i terreni, inserendosi alla perfezione in una
coltivazione di rotazione e alternanza.
In
questo senso, il Trentino Alto Adige può essere visto come il punto di partenza
per dare il via ad altre produzioni in giro per il Paese, ridando vigore alla
cultura dei manufatti anche in altre regioni. Campo Libero vuole dar vita a una stazione mobile che parta
dall’Alto Adige e che si muova via via nel resto d’Italia, dove incontrerà
altre conoscenze, altre piante, altri contadini e altre persone. Ogni posto
racconterà la sua storia e il suo modo di vivere l’artigianato.
Gruppo ITAS
Assicurazioni
Fondata
in Trentino nel 1821, ITAS (Istituto Trentino-Alto Adige per Assicurazioni) è
la Compagnia Assicuratrice più antica d’Italia. Il Gruppo ITAS, una delle poche
mutue presenti nel territorio italiano, vanta una rete di circa 650 agenti, i
quali insieme ai collaboratori e al personale di agenzia, danno vita ad una
famiglia di 5.600 persone, dislocate in oltre 780 uffici e agenzie sul
territorio italiano, che operano a tutela dei soci assicurati secondo i
principi mutualistici della Compagnia. Posizionandosi tra i primi 10 gruppi
assicurativi italiani, ITAS mette quotidianamente al centro del proprio operato
la sicurezza e la mutualità, i valori fondanti della Compagnia. La vera forza del Gruppo ITAS, infatti, è
data dall’efficacia dell’azione mutualistica, che si concretizza anche nel
sostegno di iniziative rivolte alle imprese sociali impegnate nello sviluppo
della comunità. Ad oggi, la struttura del Gruppo ITAS è il risultato di
partecipazioni azionarie incrociate fatte nel corso dei quasi 200 anni di
storia della Compagnia, al fine di rispondere in modo più efficiente e puntuale
alle diverse necessità dei soci assicurati.
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