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mercoledì 11 giugno 2014

Il viaggio del cibo in immagini e numeri. E' online la nuova infografica prodotta da Mani Tese


"FOOD IS FOR EATING":
IL VIAGGIO DEL CIBO IN IMMAGINI E NUMERI
 
 E' online la nuova info-graphic story prodotta da Mani Tese e realizzata dalla designer Angela Morelli. Per dire no allo spreco di cibo e al consumo di risorse naturali
 
Milano, 06.2014 - Un terzo del cibo prodotto ogni anno nel mondo non compie la sua missione: nutrire. L'info-graphic story Food is for eating  ci fa capire quanto cibo buttiamo e quante risorse naturali potremmo preservare grazie a semplici soluzioni alla portata di tutti, per non sprecare quel vero e proprio "miracolo chiamato cibo". Da oggi online in lingua inglese all'indirizzo www.foodisforeating.org, l'infografica è realizzata dalla designer Angela Morelli e prodotta su commissione di  Mani Tese con il contributo  dell'Unione Europea e la consulenza di Cevi e delComitato Italiano Contratto Mondiale sull'Acqua
 
Testi, grafici, numeri e illustrazioni permettono di capire in modo facile e rapido perché vale la pena attivarsi contro lo spreco: ogni anno, per produrre quel terzo di cibo che non finisce sulle nostre tavole, si utilizzano circa 250mila miliardi di litri di acqua. Una quantità sufficiente per soddisfare la domanda di acqua per uso domestico di una città come New York per i prossimi 120 anni. 
 
Non solo: per gli  alimenti che finiscono tra i rifiuti utilizziamo 1,4 miliardi di ettari di terra (il 30% circa della superficie coltivabile del mondo) produciamo 3,3 miliardi di anidride carbonica e buttiamo via 750 miliardi di dollari, l'equivalente del PIl della Svizzera. E' un prezzo troppo alto che l'umanità non può più permettersi di pagare se vuole combattere la fame, la malnutrizione e salvaguardare le risorse del pianeta. L'acqua, la terra e le altre risorse naturali, infatti, sono sempre più nel mirino delle grandi multinazionali e dei paesi ricchi, che competono per il loro accaparramento sottraendole alle comunità locali. 
 
La buona notizia è che il consumatore finale ha il suo ruolo in questa storia e per questo può contribuire al suo lieto fine. La lunga filiera dello spreco comincia nella prima fase della produzione agricola (all'origine del 32% dello spreco totale), passando per quella dello stoccaggio (22%), della lavorazione industriale (11%) e della distribuzione (13%). L'ultimo passaggio interessa proprio i consumatori, che pesano per il 22% dello spreco complessivo. Le popolazioni che buttano meno cibo sono quelli dell'Africa subsahariana (6 kg a persona ogni anno), mentre i più spreconi sono gli europei (95 kg) e i nordamericani (115 kg).  
 
Questi numeri, spiega Food is for eating, racchiudono una grande opportunità: con pochi semplici accorgimenti i cittadini europei possono subito salvare dal cestino della spazzatura 57 kg di cibo  diventando "ministri dello spreco di cibo".  Come? A partire dalla propria casa, usando gli avanzi in modo creativo e conservando gli alimenti in modo corretto. Ma anche a scuola - organizzando, dibattitti giochi e spettacoli sull'argomento - e al supermarket, per far capire alla grande distribuzione che la bella apparenza non è tutto quando ci sediamo a tavola, ma sono il gusto e la qualità a contare di più. 
 
Food is  for eating si chiude con un appello ad attivarsi, condividendo il suo messaggio su Internet e scaricando le risorse disponibili online, come il poster e il calendario per prendere nota degli sprechi di cibo. Perché "il cibo è fatto per essere mangiato!" non per essere buttato via. 
 
L'info-graphic story è un progetto nato all'interno de "Il Futuro Giusto" la campagna finanziata dall'Unione Europea che coinvolge, oltre a Mani Tese,  Bankwatch Network, il Comitato Italiano Contratto Mondiale sull'AcquaCevi, Les Amis de la Terre e ReCommon.
 
Co-finanziatori: Unione Europea, Mani Tese, Autore e designer: Angela Morelli. Consulente al design: Tom Halsør, Consulente editoriale: David Stonestreet  consulenti per i contenuti: Tony Allan, Cevi, Comitato Italiano Contratto Mondiale sull'Acqua, Martin Keulertz, Mani Tese. Fonte dei dati: FAO

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