A una settimana dall’inizio dei Mondiali
di calcio, Amnesty International ha lanciato l’allarme: coloro che scenderanno
in strada per manifestare rischiano di andare incontro a una violenza indiscriminata
da parte della polizia e dell’esercito, che stanno aumentando gli sforzi
per controllare le proteste.
“Il comportamento inadeguato da parte
di chi svolge funzioni di ordine pubblico, l’affidamento di tali compiti
ai militari, l’assenza di addestramento e il clima d’impunita’ hanno
prodotto una miscela pericolosa in cui gli unici a rimetterci sono i manifestanti
pacifici” – ha dichiarato Atila Roque, direttore di Amnesty International
Brasile.
“La Coppa del mondo 2014 sara’ un
banco di prova decisivo per le autorita’ brasiliane. Sta a loro usare
quest’opportunita’ per fare passi avanti e garantire che le forze di
sicurezza incaricate di controllare le manifestazioni durante il torneo
non commettano ulteriori violazioni dei diritti umani” – ha aggiunto
Roque.
In un rapporto intitolato “‘Loro usano
la strategia della paura’. Proteggere il diritto di manifestazione in
Brasile”, Amnesty International analizza un anno di violazioni dei diritti
umani da parte delle forze di sicurezza. Si va dall’uso indiscriminato
dei gas lacrimogeni e delle pallottole di gomma contro manifestanti pacifici,
agli arresti arbitrari e all’uso improprio della legge per fermare e punire
le persone scese in strada. Si prevede che queste tattiche proseguiranno
durante i Mondiali.
Dal giugno 2013, migliaia di brasiliani
hanno dato vita a proteste di massa senza precedenti contro l’aumento
dei prezzi dei trasporti, i costi elevati sostenuti per l’organizzazione
dei Mondiali e gli insufficienti investimenti nei servizi pubblici. Centinaia
di persone che non avevano alcun comportamento minaccioso sono rimaste
ferite in tutto il paese a causa delle manganellate ricevute o dopo essere
state colpite dalle pallottole di gomma in dotazione alla polizia militare.
Il 13 giugno 2013 a São Paulo, il fotografo
professionista Se’rgio Silva, 32 anni, ha perso l’occhio sinistro dopo
essere stato centrato da una pallottola di gomma mentre prendeva parte
a una protesta contro l’aumento dei prezzi degli autobus. Sposato con
due figli, Silva ha ora enormi difficolta’ a trovare un lavoro. Non ha
mai ricevuto scuse, spiegazioni o un risarcimento da parte delle autorita’.
La polizia militare ha inoltre usato
i gas lacrimogeni contro manifestanti pacifici, in un caso persino lanciando
un candelotto all’interno di un ospedale di Rio de Janeiro.
Centinaia di persone sono state arrestate
in modo indiscriminato, in alcuni casi ai sensi delle leggi contro la criminalita’
organizzata, senza alcuna prova che fossero coinvolte in attivita’ criminose.
Humberto Caporalli, 24 anni, e’ stato
arrestato a São Paulo il 7 ottobre 2013 al termine di una manifestazione
per il diritto all’istruzione. Alla stazione di polizia, e’ stato obbligato
a fornire la password del suo profilo Facebook affinche’ gli agenti potessero
controllare cosa aveva postato. Due giorni dopo, un giudice ha disposto
il suo rilascio.
Il parlamento brasiliano sta esaminando
una serie di proposte di legge che rischiano di limitare ulteriormente
il diritto di manifestazione pacifica.
Una bozza di legge prevede una piu’
ampia definizione di terrorismo, fino a comprendere il danneggiamento di
beni e servizi essenziali. Se approvata, potrebbe essere usata impropriamente
contro manifestanti pacifici.
Oggi, 5 giugno, gli attivisti di Amnesty
International Brasile presenteranno al governo federale di Brasilia decine
di migliaia di “cartellini gialli”, spediti da ogni parte del mondo per
ammonire le autorita’ a rispettare il diritto di protesta pacifica. A
Roma, gli attivisti di Amnesty International Italia consegneranno oltre
6000 firme a Leandro Zenni Estevão, consigliere e delegato sostituto dell’ambasciatore
del Brasile.
“Dal mondo arriva un messaggio chiaro
alle autorita’ brasiliane: protestare non e’ un crimine, e’ un diritto
umano. Invece di usare la violenza per stroncare le manifestazioni, il
governo e le forze di sicurezza hanno il dovere di garantire che le persone
possano esprimere le loro opinioni liberamente e senza timore di essere
ferite o arrestate” – ha sottolineato Roque.
“Mentre gli occhi del mondo sono puntati
sul Brasile, le autorita’ devono impegnarsi pubblicamente a non usare
forza eccessiva nei confronti dei manifestanti e a indagare su ogni abuso.
Se non lo faranno, le forze di sicurezza avranno carta bianca per commettere
ulteriori violazioni dei diritti umani” – ha concluso Roque.
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