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lunedì 2 agosto 2010

IL CIELO DEL MESE

Nel mese di agosto la storia che narra il cielo è piena di riflessioni. A metà mese addirittura Marte e Saturno rietrano brevemente negli ultimo gradi della Vergine con moto retrogrado. Poi, mentre la stella della sera, la luminosa di Venere si muove tra questi due, la falce di luna del 12 agosto in contra questa triplice congiunzione. Marte l'azione, Venere il desiderio, la Luna l'anima, e Saturno, il gran Maestro del Karma, chiedono a gran voce più giustizia per tutti.
Per l'astrologia classica greca o mesopotamica questa congiunzione potrebbe essere descritta come Aries, o Nergal, il guerriero, che unendosi con il re di entrambi, Saturno al femminile diventa la Storia, vengono benedetti da Ishtar, la radiante Venere, la dea dell'amore. Questi eventi sono incorporati nel mese per essere associati con la luna crescente. Tutta questa attività nel cielo si verifica nello spazio della terza decade della Vergine, regolata per l'appunto dal pianeta Venere. La storia del cielo si come il regno di una regina che è in esilio o lontano, la regina della Giustizia, dell'Ordine e della Purezza, il cui massimo valore è la salute e la semplicità, la cui filosfia è semplice ed essenziale e che deve tornare a regnare. La differenza tra il bene ed il male per la Vergine è che il male fa star male, ed il bene fa star bene. Tutte le altre complicazioni umane, il Macchiavellico agire male per produrre un bene eventuale, non le appartengono. Per l'astrologo classico dunque questa congiunzione Marte-Saturno potrebbe probabilmente essere letto come una Regina in un lontano piano astrale superiore che proprio ora sta sollevando un esercito per rimettere ordine nelle nostre faccende umane.

In particolare scrive di questa congiunzione Giulio Firmico Materno, uno scrittore romano in lingua latina di età tardoimperiale. Siciliano per sua testimonianza, nacque a Siracusa all'inizio del IV secolo, fu senatore e per qualche tempo avvocato, ma abbandonò la professione per le inimicizie politiche da essa procurategli. La successiva condizione di "otium" permise a Firmico Materno di dedicarsi agli studia humanitatis, pubblicò il più vasto trattato di astrologia tramandatoci dall'antichità, Matheseos libri VIII, frutto di esperienze e studi in campo neoplatonico.
Il primo libro risulta interessante in quanto a differenza degli altri sette, di contenuto esclusivamente tecnico, contiene una vera e propria apologia morale dell'astrologia, scienza caduta inevitabilmente in sospetto ai cristiani ma ampiamente praticata al tempo dell'autore per influsso della speculazione neoplatonica. Egli afferma che l'influenza degli astri si esercita sulla parte divina dell'anima umana e che solo un animo puro e libero da ogni peccato può accostarsi all'astrologia, disciplina che pone in costante contatto con la divinità.
È dimostrata poi l'importanza dell'influsso degli astri nel determinare la vita umana, e la spiegazione della storia del mondo fin dall'età di Saturno alla luce di tale principio. I restanti libri espongono diverse nozioni tecniche relative alla materia, con uno stile spesso compilatorio che però rende conto della sintesi di una lunga tradizione precedente.

Scrive Firmico riguardo Saturno congiunto a Marte:
"Se questa congiunzione è in luoghi opportuni della genitura dà ai costumi una giusta moderazione e prudenza, smorzando gli impulsi in una disposizione benigna. Infatti la temerarietà sconsiderata, l’ardita impudenza, la brama impaziente dell’ardore di Marte son temperate dall’unione al freddo di Saturno onde, infiacchiti gli ardori che la natura del suo calore aveva acceso, prende a prestito, dall’unione del di lui gelo, coerenza e prudenza nel comporre le inclinazioni degli uomini, giacché il calore di Marte, nel plasmare le inclinazioni, sempre è smorzato dal freddo stupefacente di Saturno. Pertanto, il calore di Marte intiepidisce il freddo di Saturno e il freddo di Saturno estingue la fiamma di Marte e dalla temperanza di questo miscuglio i costumi degli uomini ricevono i segni distintivi della serietà di carattere. Nondimeno, la contrarietà di queste stelle impedisce l’operosità, l’una spingendo, l’altra distogliendo dall’agire. E quanti hanno Marte e Saturno così disposti non coglieranno mai appieno ciò che desiderano, ma sempre, agitati dalla malinconia dell’animo, abbandonano incompiuto l’oggetto del loro desiderio a causa di una debole brama. Soggiacciono inoltre a diversi pericoli di malattie ed il loro corpo senza posa è indebolito da malattie e ripetutamente i danni dell’atrabile portano pregiudizio alla loro salute. Una rapida morte estingue e il padre e la madre, gli averi paterni son dissipati in varie occasioni ed ai loro fratelli è destinata una cattiva fine. Invero, coloro che nascono per primi o sono abbattuti da una morte infelice o, privati di ogni possibilità di buon esito, subiscono l’autorità della rinomanza fraterna con grande sommissione e rispetto. Ed ai nativi medesimi queste stelle recano sovente gravi disagi e l’inquietudine di opprimenti incertezze. Ora, tutte queste cose prendono maggior forza se le stelle si uniscono in un angolo della genitura, giacché la loro indole non si piegherà mai ai vari e mutevoli casi, ma essi sopportano con salda ed immutabile condotta ogni fatica e l’insorgere d’ogni rischio. Se tuttavia Giove fosse posto nei primi angoli e nei segni in cui s’esalta o nel proprio domicilio o in luoghi favorevoli della genitura, allevierebbe tutte le condizioni d’infortunio."

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