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martedì 10 marzo 2009

E Galileo si rivoltò nella tomba...

Se Galileo Galilei, per qulache strano accadimento, rivivesse un pò di questi nostri momenti moderni, sarebbe per lui una tale esperienza scioccante che lo costringerebbe probabilmente a tornare nella tomba accompagnato dal ballo di San Vito.
Per un grande mistico, che scrutava i cieli ritrovandovi in pieno il senso dell'Harmoniae Mundi, nei pianeti che giravano insieme intorno al Sole ed a noi seguendo coscienziosi le proprie orbite ed obbedendo ai dettami della musica celeste e universale, il mondo di oggi gli parrebbe davvero strano, un mondo capovolto, un mondo trasgressivo oltre ogni limite di stupidità.
Si potrebbe stupire di come oggi nulla abbia più un valore ed una sua originalità, ma tutto venga copiato, sbeffaggiato, duplicato e replicato all'infinito e senza un vero motivo, che si sia creato nell’uomo un “tutto si scontri contro tutto il resto, senza una regola ben precisa”.
Capirebbe l'evoluzione della specie umana e della sua distruttività. Dove la ricchezza estrema di pochi cozza contro la miseria delle masse sfruttate, indebolite e succubi- Dove tutti spendono le parole a vuoto e le promesse e le speranze sono quasi sempre accampate in aria. L'architettura celeste che lui ha studiato ha leggi ben precise, tutti i pianeti sono diversi tra di loro e hanno traiettorie diverse, ma obbediscono a regole ferree che non trasgrediscono mai, e si rispettano in tutto e per tutto. Ma come è possibile, potrebbe chiedersi, che l'uomo davanti a tanta ricchezza di insegnamento che proviene dal cielo, sia caduto così in basso? Di chi è la colpa? Poi Iddio non voglia qualcuno potrebbe dire, Messer Galilei, questo è il suo anno, la Chiesa Cattolica celebra Messe in suo Onore! La Chiesa Cattolica? Quella che lo ha vittimizzato crudelmente? La stessa che l’ha accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, l’ha condannato come eretico, la Chiesa cattolica, che l'ha torturato ed accecato, e costretto, il 22 giugno 1633, all'abiura delle sue concezioni astronomiche, nonché a trascorrere il resto della sua vita in isolamento. Questo è troppo. Beh non si può essere troppo severi, la Chiesa non ha vittimizzato solo lui, poi si sa, l'ipocrisia fa parte della natura umana.
Tutti gli astrologi di un certo livello sanno che Galileo era un mistico e rifiuterebbe il titolo di "scienziato" se conoscesse di che cosa si occupa la scienza oggi e cosa dicono di lui Margherita Hack e gli altri, e che opionione si son fatti dell'astrologia, ad esempio, senza averla mai studiata e verificata. Inorridirebbe. In quanto lui era sicuramente un convinto del metodo, che esiste da sempre in astrologia, al punto di erigere per tutta la vita oroscopi per se stesso, per gli altri, per i figli e per la famiglia. Ma di lui dicono ora che è il Padre della Scienza. Lo studio per lui si divideva nettamente tra il piano materiale (fisico) e quello astrale (metafisico) quindi qual è il problema?
Che le colpe dei figli scienziati ricadono sui padri studiosi.

Un breve cenno biografico illustra che Galileo, nato Galilei Galileo il 15 febbraio 1564 a Pisa, era un Pesci, cuspide Acquario, con Ascendente Leone Mercurio in Pesci e Luna in Ariete, quindi un filosofo rivoluzionario, oltre che cattedratico, matematico e astrologo. Non risulta da nessuna parte che Galileo si sia mai definito scienziato, ma solo un umile studioso, come è giusto che sia e non si è mai ritenuto un padre del sapere, incline al dubbio per atteggiamento egoista e spavaldo, avulso dalla vera conoscenza. E poi tutto sommato ai suoi tempi anche Tycho Brahe e Copernico erano perfetti astrologi, ma quando conviene, ci si dimentica.
E’ dovere invece ricordare che l’Astrologia, scienza che accompagna l’uomo da sempre, inglobava astronomia, matematica, geometria e musica, è stata una delle discipline più usate da popoli come: Caldei, Babilonesi, Greci, Egizi che gli storici definiscono eccezionali innovatori, profondi conoscitori del sapere e incredibili antesignani di conoscenze oggi difficilmente comprensibili che rischiano di andare perdute, più per paura di riconoscere la loro validità che verrebbe poi esaltata e approfondita (a scapito di una conoscenza approssimativa, carente nella forma e nella sostanza), che per volontà nei confronti delle competenze che racchiudono, patrimonio dell’umanità. E che dire di personaggi storici che conoscevano, praticavano e ammettevano tale scienza, prima che a fine del concilio di Trento del 1563 i testi più importanti furono bruciati e distrutti dalla chiesa? L’Astrologia veniva usata da Papi come Eugenio IV, Leone III, Pio II e Pio III e numerosi altri; grandi uomini della storia come Giulio Cesare (conosceva l’astrologia) e della spiritualità come S. Tommaso che studiava e interpretava a menadito l’astrologia, ne sono l’esempio; Dante Alighieri l’ha menzionata nella sua immensa opera “La divina commedia” vedi Purgatorio 16-73. Altri grandi come: Pico della Mirandola, Tolomeo, Ermete Trismegisto, Giordano Bruno, Carl Gustav Jung e molti, molti altri. Non erano illusi i grandi quando ne parlavano e l’usavano per conoscere più a fondo ogni aspetto della propria esistenza. I Maya la usavano e facevano previsioni a lunga gittata; essi hanno redatto un calendario che anticipava di duemila anni le lunazioni e la precessione degli equinozi che allora non si sapeva cosa fosse e a cosa dovesse servire. Ippocrate e Paracelso dicevano che un buon medico prima di esser tale avrebbe dovuto conoscere e interpretare a dovere l’Astrologia. Bisognerebbe allora avere il coraggio di ammettere che se, Papi, poeti e altri grandi uomini erano illuminati e non pazzi, anche chi la propone oggi ha buoni motivi per farlo. La verità è che si giudica senza conoscere. Il giudizio dato su un argomento che non si conosce diventa il pettegolezzo dell’ignorante.
Astrologia, onorata disciplina delle probabilità e delle corrispondenze, e medicina, due scienze che si sposano bene fra loro se si avesse la capacità di interpretarle e porle al servizio dell’umanità.
Si può dare un inquadramento di massima verificando un “tema astrale”, così si chiama il grafico che rappresenta l’individuo. Nel “tema astrale” si riscontrano le componenti essenziali e le varie linee di forza che il soggetto può esprimere o limitare durante la propria vita. Se volessimo pensare solo all’influsso della Luna, satellite della terra, e quanto condizioni le maree e tutto ciò che è legato ai liquidi corporei e al sistema linfatico del corpo, avremmo già parecchie informazioni su cui lavorare.

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