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domenica 15 marzo 2015

Siria, a 4 anni dalla guerra: Save the Children lancia “Segni indelebili”, percorso multimediale con i disegni dei bambini siriani in transito in Italia

Il vissuto dei minori analizzato da  Vittoria Ardino, esperta di stress post traumatico. Quasi 11 mila i minori siriani giunti in Italia nel 2014

 www.savethechildren.it/segni-indelebili

Un aereo sgancia delle bombe sulla città, tutta nera,  ma il "corpo" dell'aereo è un sole giallo: i bambini tentano di dare una normalità alla guerra. Carri armati che sparano, eppure colorati: il desiderio della serenità oltre la violenza e la nostalgia della normalità.

Un bambino stilizzato e nero, con una macchia rossa, è a terra, sanguinante mentre un adulto pure nero e stilizzato gli punta un'arma: è la guerra vera, che semina morte e terrore.

Un terrore che diventa urlo rabbioso e deflagrante, rappresentato in un volto distorto e mostruoso, sormontato da corna:
http://we.tl/CijchwStsK

Uno scivolo in un prato e sotto un cielo con un sole rosso e giallo, racconta il gioco quotidiano: ma i 3 bambini ai piedi dello scivolo sono neri e quello che sta scivolando pure è nero e sdraiato. Dietro il gioco il sentimento della morte.

Un mare pieno di onde e una esile barca, con tante figurine tutte uguali dentro l'imbarcazione e in acqua: il mare che non dà scampo e uccide. Ma anche una  barca piena di bambini e "grandi", che salutano e piangono (si vedono le lacrime sui visi), mentre in cielo brilla un sole ancora giallo e il mare è ondeggiato ma celeste: il dolore e insieme la speranza del viaggio.  

E poi tante figure umane come quella di Uma, dagli squillanti colori e il disegno curatissimo e dettagliato ma  grandi occhi fissi e spalancati: la paura e lo spavento cristallizzati in un gesto e in segno.

La speranza nel futuro e la riconoscenza per l'aiuto ricevuto si intravedono invece dietro le bellissime e grandi farfalle colorate dalla cui bocca scendono dei cuoricini rossi e dalla rappresentazione del mezzanino della Stazione di Milano, accanto a un antico monumento siriano.

Sono alcuni dei 500 disegni di bambini siriani raccolti dagli operatori di Save the Children a Milano, nel corso delle attività ludico-ricreative portate avanti da luglio 2014 al gennaio 2015 presso  il mezzanino della Stazione Centrale per i minori siriani che con le famiglie permanevano all'interno del nodo ferroviario nell'attesa del collocamento nelle comunità d'accoglienza (si veda nota in calce), nei giorni di sosta a Milano, luogo di transito verso i paesi del Nord Europa.

Una selezione è visibile, da oggi, nel percorso multimediale "Segni indelebili. I bambini siriani disegnano la loro fuga",  insieme all'analisi dei disegni stessi di Vittoria Ardino,  tra le maggiori esperte  di stress post traumatico.

L'iniziativa è di Save the Children, l'Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, alla vigilia del triste anniversario dei 4 anni di guerra in Siria (domani, 15 marzo, ndr).

Oltre ai disegni il percorso offre testimonianze, documenti e dati sulla condizione del popolo siriano all'interno del Siria e sui profughi siriani in Giordania, Libano e Italia. L'iniziativa multimediale è di Save the Children,
l'Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, alla vigilia del triste anniversario dei 4 anni di guerra in Siria.

Nel 2014 hanno raggiunto  l'Italia via mare, oltre 42.300 siriani, fra cui quasi 11.000 bambini, spesso piccolissimi e per la gran parte con i genitori. Il gruppo di migranti più numeroso in arrivo nel nostro Paese, in fuga da una guerra sempre più sanguinaria.

"Sono bambini che oltre ad aver subito l'atrocità della guerra, hanno affrontato un viaggio estenuante subendo spesso ulteriore violenza. Bambini che hanno temuto di perdere la propria vita o quella dei propri cari molteplici volte, nel loro paese d'origine, nei paesi di transito, come la Libia, o nel Mediterraneo", sottolinea Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.

"I disegni liberi che questi bambini hanno realizzato mentre erano in transito in Italia sono un documento toccante dei loro vissuti e anche un monito a dare loro l'accoglienza e l'aiuto di cui massimamente hanno bisogno se non vogliamo che le ferite emotive della guerra li segnino per sempre. Sono poi un monito ancora più forte a non dimenticare i più vulnerabili fra i bambini siriani, cioè quei 5.600.000 ancora in Siria, esposti ad atroci sofferenze e violenze", prosegue Raffaela Milano.

I disegni sono stati organizzati in 5 sezioni – guerra, viaggio, contesti esperenziali, figure umane, simboli e analizzati in base alla metodologia di Koppitz (1984), con l'impiego di 30 'Indicatori emotivi' per descrivere elementi nei disegni che sono più o meno tipici nei bambini. Obiettivo  non è  fornire un quadro sistematico dei sintomi post-traumatici,  ma  restituire spunti di riflessione sull'esperienza di questi bambini.

"I  disegni raccontano quanto hanno vissuto i bambini, le loro fatiche emotive, ma anche il loro sguardo indietro alla terra d'origine, non sempre tracciata come luogo di crudeltà, ma come spazio di verde, acqua e serenità, come se fossero rimasti appesi al 'prima', nella speranza di ritornare come nulla avesse perturbato quell'armonia. I bambini hanno così comunicato le loro idee, ma anche i valori culturali della Siria in un percorso in cui i ricordi pre-conflitto, le scene dell'atrocità, e le speranze di pace e di sicurezza per il futuro si intersecano", spiega  Vittoria Ardino, Presidente SISST (Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico), e Editor della Rivista International Journal of Multidisciplinary Trauma Studies.

Dai disegni emergono 3 problematiche:

  • mancanza di stabilità, dovuta all'incertezza del contesto sociale di appartenenza insieme a un nostalgico desiderio di ritornare alla Siria che era;
  • mancanza di accesso alla scuola: il grave problema dei bambini siriani che da molto tempo non hanno accesso all'educazione si evince dal fatto, sconcertante, che su più di 500 disegni studiati e analizzati non ci sono scene che rievochino il mondo della scuola nel vissuto dei bambini;
  • ansia ed esposizione a eventi potenzialmente traumatizzanti: violenza assistita, la pressione della guerra, il viaggio.

"Questi bambini intrappolati nell'incertezza, nei ricordi e vissuti di violenza e nella paura richiedono una risposta psicosociale strutturata, che riconosca i loro bisogni rispondendo in modo adeguato alla loro situazione critica", prosegue Raffaela Milano.

Per questo Save the Children si appella al Parlamento e al Ministero Affari Esteri chiedendo che:

  • si approvi in tempi rapidi il Disegno di Legge C.1658, per garantire e migliorare l'accoglienza e la protezione dei minori stranieri che giungono in Italia. La proposta di legge interviene su tutto il percorso di accoglienza dei minori che giungono in Italia, dal momento dello sbarco e della prima accoglienza sino alla loro inclusione sociale ed educativa, e individua nel potenziamento ed allargamento del sistema Sprar  lo strumento in grado di rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle esigenze di accoglienza di questi minori  attraverso  regole certe, garanzia di pari condizioni di accesso, maggiore solidità e qualità nella rete di accoglienza e di tutela, ma anche ottimizzazione e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche
  • si garantisca una partecipazione attiva dell'Italia nell'ambito dei negoziati di pace per garantire che l' accesso umanitario in Siria sia continuo e sicuro, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani da parte di tutte le parti del conflitto. Solo così i nostri aiuti potranno raggiungere il maggior numero possibile di bambini e bambine, anche quelli che si trovano bloccati in aree di difficile accesso.
  • l'Italia contribuisca allo sforzo collettivo per assicurare che almeno il 5% dei rifugiati siriani, nell'arco del 2015, abbia accesso a misure di protezione internazionale, attraverso quote di re insediamento e programmi di ammissione umanitaria, in supporto alla risposta dei paesi limitrofi alla Siria.

L'INTERVENTO DI SAVE THE CHILDREN PER I MINORI SIRIANI

Nell'ambito del progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell'Interno-Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione, Save the Children ha fornito una prima assistenza ai minori siriani subito dopo lo sbarco alla "frontiera Sud", cioè principalmente presso i porti della Sicilia, attraverso informative ai minori e alle loro famiglie sui loro diritti di protezione e sui rischi legati alla migrazione insicura nelle mani di trafficanti.  Tuttavia, il progetto migratorio dei siriani ha fatto si che nel giro di poche ore, gran parte di loro si allontanasse dai luoghi di sbarco o dai centri in cui erano stati collocati, rendendo impossibile la realizzazione di un ulteriore e approfondito intervento di protezione a loro rivolto da parte di Save the Children. Per questo motivo, al fine di stare al fianco dei minori, l'Organizzazione ha sviluppato un intervento specifico a Milano, punto di transito di gran parte dei siriani in viaggio verso la loro meta finale, il Nord Europa.

Dal maggio 2014 a gennaio 2015 Save the Children ha garantito ogni giorno e sostenuto con proprie risorse, un intervento presso la Stazione Centrale di Milano, principale punto di transito dei siriani in viaggio verso i paesi del Nord Europa, al fine di supportare i bambini siriani e le loro famiglie.  In questi 8 mesi di intervento, sono transitati presso la Stazione Centrale più di 7000 minori accompagnati, giunti con i treni provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, da Taranto e da Napoli. Alcuni treni arrivavano giornalmente presso la stazione Garibaldi, mentre chi viaggiava via autobus, arrivava alla stazione di Lampugnano. In questi casi i migranti venivano trasferiti dalla Protezione Civile da dette Stazioni alla Stazione Centrale per espletare le procedure di collocamento per l'invio ai centri di accoglienza, dove si sarebbero fermati per una o più notti per poi proseguire il loro viaggio verso i Paesi del Nord Europa.

Dopo l'arrivo in stazione Centrale, ogni migrante veniva registrato da cooperative convenzionate con il Comune di Milano e con il supporto di volontari comunali, gli veniva consegnato un numero identificativo e si provvedeva al collocamento presso uno dei Centri di accoglienza appositamente dedicati ai migranti siriani in transito. Visto l'elevato numero di arrivi, tale procedura richiedeva delle ore, comportando una lunga attesa delle famiglie e dei bambini presso le due aree centrali della stazione, denominate "mezzanino".

L'intervento, che inizialmente ha visto l'impiego di Save the Children principalmente per rispondere alle necessità di assistenza legale e informativa a protezione dei minori e delle loro famiglie, si è successivamente ampliato, prevedendo a partire dal mese di luglio anche il coinvolgimento di mediatori culturali, educatori e personale volontario, con la finalità di allestire ogni giorno uno spazio dedicato ai bambini al fine di svolgervi attività ludico-ricreative durante le fasi di attesa prima del collocamento nei centri di accoglienza. L'intervento è stato realizzato da Save the Children in collaborazione con la cooperativa Civico Zero e le associazioni partner Mitades e EDI.

Save the Children ha inoltre coinvolto i pediatri della Associazione Culturale Pediatri ed altri pediatri, i quali hanno promosso e assicurato in modo gratuito e volontario, con turni giornalieri, festivi compresi, uno screening sanitario di base ai bambini e alle donne in gravidanza.

Durante le attività ludico-ricreative realizzate quotidianamente (dalle 10 alle 17) dagli educatori di Save the Children e delle associazioni partner presso il mezzanino della Stazione Centrale di Milano, è emersa in maniera forte la necessità, da parte dei bambini, di esprimersi attraverso il disegno, come veicolo privilegiato attraverso il quale comunicare la loro storia, le loro paure e i loro desideri.


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