Il Circolo Culturale Enogastronomico "il Vecchio Mulino"
in collaborazione con l'Associazione AttivaMente e con TeleSassari
presenta:
Lo sguardo ribelle di Gian Maria Volonté
Retrospettiva su un attore contro
Lunedì 17 Dicembre 2012 – ore 20:00
Ultimo appuntamento con la proiezione del film “Giordano Bruno”
di Giuliano Montaldo
Presentazione a cura di Sergio Scavio
E con la partecipazione di Giovanna Gravina, la figlia di Gian Maria Volonté e Carla Gravina
Si avvia alla conclusione la rassegna "Lo sguardo ribelle di Gian Maria Volonté - Retrospettiva su un attore contro" ideata e organizzata da Gabriele Peru, Giovanni Salis e Andrea Scotto, dedicata a quello che è considerato uno dei più grandi attori del cinema italiano e mondiale di tutti i tempi.
In questo primo ciclo di proiezioni, che ha visto la partecipazione di numerosi appassionati di cinema, sono stati analizzati e discussi alcuni dei film più significativi della prima parte della carriera dell'attore-simbolo della miglior stagione del cinema d'impegno civile italiano e non solo.
Dopo l'inaugurazione del 19 Novembre con la proiezione del film "Un uomo da bruciare" di Valentino Orsi e dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani (presentato da Lucia Cardone), e le proiezioni di "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montaldo (presentato da Gabriele Peru),"Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri (presentato da Emiliano Di Nolfo) e “Sbatti il mostro in prima pagina“ di Marco Bellocchio (presentato da Alessandro Cadoni),la retrospettiva si conclude Lunedì 17 Dicembre, con “Giordano Bruno” diretto nel 1973 dal maestro del cinema italiano Giuliano Montaldo.
La presentazione stavolta sarà a cura di Sergio Scavio e la serata sarà impreziosita dalla partecipazione di Giovanna Gravina, la figlia di Gian Maria Volonté e Carla Gravina.
Il film racconta gli ultimi anni della vita del filosofo nolano Giordano Bruno, ribelle ed eretico, denunciato e imprigionato per la sua vita spregiudicata e la filosofia esasperata dove, nonostante le umane prese di posizione di Clemente VIII e del cardinale Bellarmino, venne torturato, terrorizzato e infine giustiziato sul rogo il 17 febbraio 1600. E’ il ritratto di una vittima del potere, in una società che considerava ancora eretica e blasfema l'ipotesi di una distinzione fra fede e scienza. Da ricordare un intenso e indimenticabile Volonté, e una ricostruzione visiva di Venezia ricalcata sui chiaroscuri dei grandi pittori del Cinquecento, valorizzata dalla splendida fotografia di Vittorio Storaro e dalle musiche di Ennio Morricone.
Al termine della proiezione seguirà un dibattito con gli esperti di cinema e il tutto sarà accompagnato da un momento gastronomico con una cena a base di prodotti sardi, allo scopo di far conoscere e valorizzare le aziende e i prodotti locali.
L'appuntamento è per le 20.00, al Circolo Culturale Enogastronomico "Il Vecchio Mulino" in via Frigaglia n.5 a Sassari. Per info: 0794920324 – 3393407008
Lo sguardo ribelle di Gian Maria Volonté
Retrospettiva su un attore contro
Attraverso la proiezione di questi film legati alla prima parte della sua carriera l'intento di questa prima retrospettiva è principalmente quello di dare ancora una volta risalto alla coerenza di un attore straordinario come Gian Maria Volonté e alla forza delle sue scelte artistiche e di vita. In queste pellicole continua incessante la ricerca di un cinema altro, slegato dalle convenienze del mercato e dalla sudditanza nei confronti di un facile consenso e interpretate magistralmente da quello che è stato, e resta, uno dei più grandi attori del cinema mondiale di tutti i tempi. Gian Maria Volonté è il simbolo della fusione tra arte e impegno civile ed è giustamente stato il protagonista delle pellicole più importanti della migliore stagione cinematografica italiana e non solo.
Evento facebook: https://www.facebook.com/events/453948907984954/
Lunedì 17 Dicembre
1973 – Giordano Bruno
(regia di Giuliano Montaldo- durata 115')
Presentazione a cura di Sergio Scavio
E con la partecipazione di Giovanna Gravina, la figlia di Gian Maria Volonté e Carla Gravina
Il film racconta gli ultimi nove anni della vita del filosofo nolano Giordano Bruno ribelle ed eretico (1548-1600).
Denunciato per la sua vita spregiudicata e la filosofia esasperata Giordano Bruno affronta fieramente gli interrogatori e nonostante l’opposizione del Patriarca è trasferito a Roma dove ha modo di sostenere le due idee: la verità e la scienza contro la Chiesa, il culto della religione contro le religioni, presenza di Dio in ogni particella della materia, rifiuto dei dogmi fondamentali del cristianesimo. Nonostante le umane prese di posizione di Clemente VIII e del cardinale Bellarmino, Giordano Bruno viene torturato, terrorizzato, ridotto ad espressioni blasfeme nella sua esasperazione. Infine il 17 febbraio 1600 muore sul rogo.
Il film, che cerca di conciliare la sua valenza ideologica con le esigenze della spettacolarità, è il ritratto a tutto tondo di una vittima del potere, in una società che considerava ancora eretica e blasfema l'ipotesi di una distinzione fra fede e scienza. Da ricordare un intenso e indimenticabile Gian Maria Volonté, e una ricostruzione visiva di Venezia ricalcata sui chiaroscuri dei grandi pittori del Cinquecento, valorizzata dalla splendida fotografia di Vittorio Storaro e dalle musiche di Ennio Morricone.
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=g-7oQWhxDek
Giovanna Gravina
Le traversate in barca la notte. Lui che andava a fare il suo turno di riposo, lei che restava sola al timone, a tenere la rotta sotto le stelle. Era una ragazza Giovanna, di cognome Gravina come la mamma Carla, perché quando era nata, nel 1961, lui era sposato con un'altra e per la legge dell'epoca non poteva dare il suo nome alla bambina. Lui, Gian Maria Volonté, è morto improvvisamente, sul set, a 61 anni nel 1994, e adesso è nella terra del cimitero di La Maddalena: una piccola lapide a forma di vela, una pietruzza che sembra un cuore e una citazione di Valéry: «S'alza il vento. Bisogna tentare di vivere ». Lei a La Maddalena è tornata 16 anni fa, col figlio. A vivere in questo mare dove alzava le vele dell'Arzachena, una barca a vela di 11 metri, con Gian Maria: «I miei ricordi più intensi con lui». Di Volonté Giovanna è l'unica figlia - «che io sappia» - e ha lo stesso viso scavato. A La Maddalena vive in una casa senza riscaldamento e con molti ricordi accatastati, un po' diroccata ma affacciata dall'alto su quel mare che li ha uniti. Nell'isola gestisce il cinema, le arene estive e, dal 2003, una manifestazione dedicata a suo padre, La valigia dell'attore.
Che padre era Gian Maria?
«Un padre molto materno, dolcissimo, ma che non faceva sconti. E allora, se il mare era gelato ma l'ancora andava disincagliata, mi faceva tuffare».È vero che aveva un caratteraccio?
«Voleva sempre il meglio, era rigoroso. Questo dipendeva dalla passione per il suo mestiere e per la vita. Purtroppo, negli ultimi anni non si trovava così bene nel cinema, tutto veniva fatto in fretta, tirato via, e a lui questo non andava».A recitare lei ha mai pensato?
«Sì e no. A lui sarebbe piaciuto. Mi chiedeva: "Perché non l'hai fatto questo mestiere? Saresti stata brava". Una volta mi avevano offerto in teatro una parte secondaria al suo fianco, ma quando vidi che in locandina avevano messo il mio nome sopra tutti, assieme a quello di mio padre, mi sembrò così sbagliato, così ingiusto verso gli altri attori, che rinunciai».Dove andavate in barca?
«In tantissimi posti. A 17 anni, quando dovevo fare l'ultimo anno di liceo, mi ha detto: "Prenditi calzini e maglioni e andiamo, staremo in mare un anno". Tre mesi dopo siamo tornati perché doveva fare un film, e io la scuola l'ho finita da privatista. Era istruttore di vela a Caprera, era prudente in mare, con lui ti sentivi protetto. Qualche volta abbiamo anche tratto in salvo barche in difficoltà. Me ne ricordo una piccolina di pescatori che abbiamo trainato, con un vento fortissimo contro, e un attracco veramente difficile, a Maratea. Lui mi faceva lanciare la cima, io non ci riuscivo, lui imprecava... ».Come si incontrarono i suoi?
«In teatro. Ai tempi lei era più famosa di lui. Insieme, all'Arena di Verona, fecero Romeo e Giulietta e si innamorarono».Non fu un amore facile.
«Fu un grande amore. Nato trasgredendo le regole sociali dell'epoca. Mia madre, figlia di un colonnello, diventata attrice a 15 anni e subito molto popolare, a 20 si trovò ad avere una figlia con un uomo sposato. Ma lo immagina che scandalo? Perse una serie di contratti per questa scelta. Eppure, né lei né mio padre pensarono di rinunciare a me».Intervista tratta da Vanity Fair n. 29/2010
http://www.style.it/vanitypeople/show/cinema/2010/07/20/intervista-a-giovanna-gravina--figlia-di-gian-maria-volonte--era-un-padre--dolcissimo--ma-non-faceva-sconti.aspx
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