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lunedì 21 novembre 2016

La Roma e i suoi tifosi a Bergamo steccano l'ennesima prova per fare un salto di qualità sportivo e civico


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Io non c'ero a Bergamo, ho soltanto visto il "bombone fumogeno" allo stadio. I Media riportano che alcuni ultras romanisti non sarebbero stati ineccepibili nei loro comportamenti.

Purtroppo, ormai sono un po' prevenuto (lo ammetto subito, per onestà intellettuale), temo che si sia persa un'altra importante occasione per dimostrare un senso civico ed una maturità condivisi da tutti noi romanisti.

E così restiamo etichettati come canaglie e prestiamo il fianco contro quello che a tutti appare come un iniquo accanimento istituzionale.

Come la nostra amata Roma, così alcuni suoi tifosi, non riescono mai a fare un salto di qualità. E sono molto amareggiato.

Per questo, ancora una volta esprimo il mio sincero auspicio, che ad alcuni potrà sembrare buonista e retorico, ma per me è solo un pensiero di buon senso.

Se tutti gli ultras della Roma di distinguessero solo per i loro canti e cori per la Roma, nessun disordine, nessun insulto, al massimo sfottò ironici che fanno sorridere tutti, a tutto il popolo romanista tornerebbe l'orgoglio di tifare per la stessa squadra di tifosi tanto caldi e appassionati.

Non ne posso più di cori contro le "guardie" (ragazzi e uomini come noi che fanno un lavoro anche pericoloso e per un tozzo di pane, che andrebbero impiegati per combattere i malviventi, non i tifosi di calcio (se non fosse che tra di noi, nel mucchio, c'è ancora gente che nel calcio cerca solo un pretesto per sfogare la propria rabbia verso il mondo). 

Non ne posso più di cori e insulti feroci contro gli altri tifosi, che non sono nemici ma semplici avversari in una sfida sportiva e culturale (ragazzi e uomini come noi e, tolte le sciarpe, non c'è proprio nessuna differenza). 

Basta odio, basta violenza. Non ci si può menare per una partita di calcio, non si può morire per il pallone. 

Basta! Basta! Basta! 

Non mi importa per quale squadra tifavano Giuseppe Plaitano, Alfredo Della Corte, Vincenzo Paparelli, Stefano Furlan, Marco Fonghessi, Nazzareno Filippini, Antonio De Falchi, Ivan Dall'Oglio, Salvatore Moschella, Celestino Colombi, Vincenzo Spagnolo, Fabio Di Maio, Antonino Curró, Vincenzo Lioni, Ciro Alfieri, Simone Vitale, Giuseppe Diodato, Sergio Escolano, Ermanno Licursi, Filippo Raciti, Gabriele Sandri, Matteo Bagnaresi, Ciro Esposito. 

Una strage infinita senza alcun senso. 
Morti ammazzati, perché? Perché? Agonie, famiglie distrutte, gente impazzita per il dolore. 

Cazzo! Nel XXI secolo, dove ogni giorno siamo testimoni in diretta delle più drammatiche tragedie umane, dalle calamità naturali alle guerre, al terrorismo... spiegatemi che senso ha l'odio tra tifoserie rivali. 

Siamo tutti appassionati di calcio, amiamo le nostre squadre e a fine partita, felici o scontenti, esaltati o abbattuti, torniamo tutti dalle nostre famiglie, dai nostri cari. 
Il giorno dopo ci alziamo, chi per studiare chi per lavorare. 

Non ne posso più di sentire che i tifosi di calcio sono un problema sociale.

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venerdì 11 novembre 2016

In memoria di Gabbo. Mai più un morto per il pallone!

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Il calcio è passione, amore, impegno sportivo, agonismo, fedeltà ai propri colori e simboli, rispetto verso chi onora col sudore la Maglia.

Il calcio è festa, un sogno di riscatto, è cantare ed esultare insieme.

E' folclore, sfotto' ironici, le prese per il culo, che non offendono e fanno sorridere anche a chi le subisce.

Il calcio è uno spettacolo, in campo e sugli spalti. 

Dove però ancora dobbiamo riflettere sul fatto che è del tutto assurdo e inconcepibile qualsiasi odio e qualsiasi violenza. 

I tifosi avversari sono persone esattamente come noi. 

Che finita la partita tornano dalle proprie famiglie, il giorno dopo si alzano per andare a scuola o al lavoro. Con le loro gioie ma anche ansie, preoccupazioni..

Che se le incontri senza sciarpe colorate e fuori dal contesto calcistico possono essere persone squisite o antipatiche...

Ma certo non dipende dalla squadra per cui tifano. 

Perché un tifoso avversario non può essere confuso come fosse un nemico da combattere in una guerra di civiltà. 

Basta stronzate! 

Nel XXI secolo tormentato da guerre, terrorismo, calamità di ogni genere, non ci si può ammazzare per una sciarpa clorata e una palla calciata.

lunedì 8 agosto 2016

Stadio Olimpico: barriere rimaste e maggiori controlli. Il malumore della Curva Sud. La questione sicurezza in tempi di terrorismo. I sogni di un inguaribile romantico utopista

Stadio Olimpio di Roma. Ormai è certo: le barriere resteranno e saranno aumentati i controlli. Per entrare allo stadio verrà introdotto anche il rilevamento biomerico (non è ancora chiaro se delle impronte digitali, dell'iride, del viso o cos'altro).

Tutto ciò sta suscitando reazioni di rabbia e scontendo da parte dei tifosi della Curva Sud.

Però, a me sembra che gran parte di queste misure siano ormai davvero una necessità per la nostra maggiore sicurezza.

Un'esigenza ancora più sentita, quando in ogni momento ci potrebbe essere una strage terroristica.

Il calcio, come sappiamo, è non solo uno degli eventi pubblici che raccolgono il maggior numero di persone in un solo momento e luogo, ma è anche uno degli eventi a maggior esposizione mediatica e in diretta televisiva.

Tutto questo mi fa temere che gli stadi possano diventare bersaglio di attentati.

Sinceramente non credo che riuscirò più ad andare allo stadio solo pensando alla gioia di sgolarmi per la Roma e abbracciare la prima persona che mi trovo accanto al momento dell'esultare.

Ormai, purtroppo, non potrò più andare allo stadio senza pensare che, in effetti, il rischio c'è, è inutile nasconderselo.

Posso pure cercare di non pensarci, ma so bene che queste cose non succedono "solo agli altri".

Detto questo, capisco il malumore della Curva, ma ormai il mio desiderio sarebbe che la Curva assumesse un nuovo atteggiamento, più maturo e anche più intelligente rispetto a certe misure come le barriere che a tutti sembrano esplicitamente vessatorie perchè non si comprende quale maggiore sicurezza dovrebbero garantire.

Mi piacerebbe una Curva che, nonostante tutto, i rospi ingogliati, non si arrendesse e non perdesse la passione di tornare a fare quello che sa fare meglio: tifare per 90° per la "Maggica", guidando e incitando il tifo di tutto il resto dello stadio.

Mi piacerebbe un tifoso romanista, della Curva o meno, che io possa vedere davvero come un fratello e di cui mi possa fidare non solo perché amiamo la stessa squadra ma anche perchè ci proteggeremo a vicenda, guardandoci attorno con attenzione per controllare che non ci siano persone nuove e sconosciute, atteggiamenti sospetti, strani movimenti, eventuali pericoli.

Un tifoso, quindi che possa diventare il primo tutore della sicurezza nello stadio.

Lo so, io sono un inguaribile romantico utopista...

Ma sarebbe anche bello che allo stadio si potesse andare senza alcun timore di scontri contro le tifoserie avversarie.

E in questo Roma e Napoli, romanisti e napoletani, potrebbero fare tantissimo per restituire un giusto clima di festa in occasione delle partite.

Romanisti e napoletani hanno in comune moltissime cose, in primis il loro viscerale amore per le rispettive squadre, sempre e comunque e al di là di qualsiasi risultato.

Romanisti e napoletani hanno espresso momenti memorabili del miglior tifo a sostegno delle proprie squadre.

E’ davvero un peccato che, per colpa di una minoranza di delinquenti, imbecilli, facinorosi, siamo ridotti a doverci guardare in cagnesco.

Come se il tifoso avversario fosse un nemico di guerra, verso cui nutrire un odio che sarebbe invece meglio indirizzare verso i terroristi.

Anche perché alla fine della partita, romanisti, napoletani, juventini ecc, torniamo tutti dalle nostre famiglie e dai nostri cari.

E il giorno dopo andiamo tutti a lavorare o studiare, ognuno con i suoi problemi.

Sono un inguaribile romantico utopista… 


Lasciatemi sognare un mondo migliore che inizia anche da cose “minori” come il tifo nel calcio.

                                                                                 Andrea Pietrarota


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