Online i risultati della ricerca Watchdog 2012, quinto rapporto promosso dall'osservatorio e network Altratv.tv per fotografare le web tv e le testate digitali "cani da guardia" del territorio.
Numeri in chiaroscuro per la rete che fa inchiesta, che propone denunce, che veicola iniziative di pubblica utilità. Si professionalizza maggiormente la filiera digitale che denuncia, si digitalizzano le inchieste anche con l'adozione di microcamere nascoste, si registra di fatto una maggiore collaborazione con le PA locali, ma gli investimenti sono ancora troppo contenuti.
Online i risultati del rapporto sulle antenne "cani da guardia" del territorio
GENERAZIONE "WATCHDOGGER"
ARRIVA L'IDENTIKIT 2012
DELLA RETE CHE DENUNCIA
Pubblicati i risultati del monitoraggio annuale promosso da Altratv.tv
Così web tv, web radio, videoblog e portali denunciano e fanno inchieste
Giovedì 11 ottobre 2012 - Si professionalizza maggiormente la filiera digitale che denuncia ciò che non va e che crea un filodiretto con i cittadini oggi users. Maggiore collaborazione con la PA locale, ma gli investimenti sono ancora pochi e il più delle volte affidati all'autofinanziamento dei fondatori. Il nuovo rapporto Watchdog 2012 – giunto alla quinta edizione – presenta numeri in chiaroscuro per la rete che fa inchiesta, che propone denunce, che veicola iniziative di pubblica utilità. La ricerca ha interrogato 642 web tv e 815 testate digitali mappate dall'osservatorio Altratv.tv (tasso di risposta 66%).
Ad occuparsi maggiormente di inchiesta sono ancora le antenne territoriali (88%) rispetto alle community (12%). Spesso le iniziative digitali nascono per volontà di cittadini (45%) o di istituzioni pubbliche (15%), ma crescono anche le esperienze di associazioni, aziende e gruppi di interesse (40%). I watchdogger godono del patrocinio di enti pubblici per il 64% dei casi, ma ricevono ancora deboli approvviggionamenti economici: solo il 22% delle antenne ottiene incentivi dal pubblico, il 12% gode di finanziamenti europei e l'8% ha rapporti economici con privati. Ma a fare la parte del leone è ancora la formula dell'autofinanziamento (vale per il 60% dei casi analizzati), che si esplicita attraverso sottoscrizioni, donazioni o operazioni di crowdfunding.
Migliora il rapporto con la PA locale. nonostante il 47% delle antenne percepisca "indifferenza". Per il 33% dei casi c'è "collaborazione", mentre un 14% lamenta forme di "boicottaggio" più o meno evidenti (nel 2011 il dato era fermo all'8%) e solo un timido 6% registra un sostentamento economico. Le redazioni non sono ancora mature per formule di specializzazione interna e così nel 64% dei casi per le inchieste non ci sono in redazione figure specializzate. Quasi una antenna su tre dedica più della metà della programmazione alle denunce (precisamente 22%), mentre un 7% ne dedica quasi la totalità. Aumenta la capacità di monitorare l'oggetto della denuncia: l'82% delle antenne segue sempre o quasi sempre l'evolversi dei fatti (il noto "come è andata a finire?").
Nei contenuti di denuncia si prediligono i generi delle interviste (82%). A seguire dibattiti (55%), servizi giornalisti (72%) e reportage (48%). Quasi la totalità delle antenne ha a disposizione telecamere digitali semi-professionali o professionali (88%) e si registra un incremento delle microcamere nascoste (21%). Bassa ancora la possibilità di inserire contributi video di denuncia autoprodotti dai cittadini-users: solo il 42% delle piattaforme lo consente. Denunce prevalentemente "social": i contributi video relativi alla tematica di denuncia vengono postati anche su Facebook (91%), su Twitter (84%), su altri social network (6%). Si incrementa il numero di antenne che caricano video anche su piattaforme di videosharing: l'88% adotta YouTube, il 30% Vimeo. Rispetto ai tradizionali mezzi di comunicazione l'antenna si pone come strumento prevalentemente indipendente (92%), integrativo (88%) o alternativo (56%) rispetto ai media generalisti. A questo link è possibile scaricare la ricerca completa.
Altratv.tv® è l'osservatorio italiano sulle web tv e sui media locali posizionati in rete. Attualmente mappa 642 antenne, oltre 30 media universitari e 815 media locali. Dal 2010 è anche network: propone dirette "a rete unificata" trasmesse dalle web tv aderenti e dai grandi network editoriali grazie ad uno stesso codice di trasmissione.
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