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martedì 5 aprile 2011

Chi ha detto che il videogioco dev’essere nocivo?

Molti genitori tendono a voler evitare che i propri figli passino troppo tempo davanti ai videogiochi perché è noto che può diventare nocivo per la salute e la mente del bambino.

Dall’altro lato si sa che qualsiasi eccesso può diventare negativo per una persona quindi il problema fondamentale non diventa il videogioco ma semplicemente il concetto di eccedere nel fare una determinata cosa.

La questione può essere semplice, scegliere il giusto tipo di videogioco.

Sappiamo che i bambini (e non solo) ci vanno pazzi e negarlo totalmente non è una buona soluzione, allora perché non sfruttare il problema per farla diventare un’opportunità?

Le nuove tecnologie hanno fatto in modo che il videogioco non si più solo un mezzo per sparare a persone e cose, uccidere zombie e fare corse automobilistiche, l’era è decisamente cambiata e con essa anche le tipologie di giochi presenti sul mercato.

Sfruttare il divertimento di un videogioco per imparare può essere un modo per “approfittare della situazione” e quindi non negare il gioco al bambino ma allo stesso tempo fargli imparare qualcosa.

Ci sono tantissimi giochi sul mercato che consentono di sviluppare la mente con quesiti di logica, oppure di imparare le lingue, o ancora di allenarsi in matematica.

Dare al bambino questo tipo di gioco può essere un grosso vantaggio e può aiutarlo a sviluppare una mente più elastica sempre nel rispetto della regola del “non esagerare”.

Con alcune consolle di ultima generazione, il videogioco può essere anche un mezzo per fare attività fisica il che può essere positivo non solo per i figli ma anche per i genitori che spesso quando si tratta di giocare non sono da meno.

Tuttavia per i genitori tra una risoluzione del problema e l’altra c’è anche la possibilità di giocare su internet gratuitamente con i tanti giochi flash passatempo messi a disposizione dalla rete, perché parliamoci chiaramente i videogiochi non sono roba da bambini…

altro: http://corrieredelweb.blogspot.com/2011/03/come-il-web-ha-cambiato-il-nostro-modo.html

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