Questo per parlare dei luoghi a noi più vicini in Italia. Ma la parte più abbondante è andata alle missioni disagiate nel mondo. Ho qui una lista di contributi dati, per esempio, per l’acquisto di due mucche e il loro trasporto fino alla missione di Kazembe nello Zambia, per assicurare il latte ai bambini; per l’acquisto di attrezzature per una scuola di bambine in situazioni a rischio tenuta dalla suore salesiane a Fortin Mercedes, in Argentina; per borse di studio per i bambini delle scuole delle Cappuccine della Madre del Divino Pastore in Nicaragua, Colombia, Guatemala e Spagna; per le famiglie di Cambray in Guatemala colpite dal disastro di una frana; per le diocesi cubane colpite dall’uragano; per la popolazione di Haiti, nel 2010; per il Centro ragazzi di strada di Addis Abeba; per un missionario salesiano che si occupa di profughi del Sudan; per la missione salesiana a El Obeid, sempre in Sudan. Scrive il missionario “Ho ricevuto quest’oggi la grossa sorpresa del suo straordinario dono ai nostri ragazzi del Darfur che quest’anno sono 418…”; per la costruzione di una chiesa a Sironj nel cuore dell’India, annessa ad una scuola frequentata da ragazzi e ragazze indu e musulmani oltre che dai pochi cristiani. Questa chiesa è stata inaugurata di recente; per la collocazione di un organo nella Cattedrale di Huancavelica in Perù; per il Seminario di Maceiò in Brasile. Appena mi è arrivato un assegno l’ho girato immediatamente al missionario che mi aveva chiesto aiuto per gli arredi destinati al Santuario della Consolata a Mukululu in Kenya. Così risponde: “Sappia quindi che la Via Crucis, l’immagine della Consolata e del nostro Fondatore Beato Allemano in ceramica e in più, i vasi sacri con gli oggetti che abbelliscono l’altare sono una silenziosa testimonianza di lei”; per l’ospedale di Tonj, Sud Sudan. I salesiani che l’hanno costruito mi scrivono: “L’entusiasmo è alle stelle, le difficoltà non mancano, ma siamo certi che con l’aiuto della Provvidenza e la preghiera tutto si supera e i poveri di Tonj avranno finalmente questo ospedale”; per la realizzazione di una Cappella nel Vicariato Apostolico di Pucallpa in Perù”. Ero andato io stesso in Perù ad ordinare Vescovo il loro pastore, il salesiano Monsignor Gaetano Galbusera”.
E la lista continua: “ho contribuito per sostenere un progetto formativo per educatori alla sessualità, all’affettività, alla procreazione responsabile e alla regolazione naturale della fertilità, in Albania; per l’acquisto di alimenti per la “Città dei Giovani” a Buterere Bujumbura in Burundi; per la formazione umana e sociale della donna in ambiente altamente disagiato, denominato Progetto La Cal – Nicaragua; per le opere di evangelizzazione, sociali, educative, sanitarie e alimentari di una comunità di suore in Mozambico. Un contributo cospicuo è stato dato per l’ampliamento dell’ospedale italiano di Karak, nel deserto di Moab in Giordania gestito dalle Suore Comboniane. L’ospedale è l’unica opera cristiana nel Sud del Paese e continua ad essere un punto di riferimento per i poveri e gli immigrati che non hanno alcune assistenza, con progetti per i rifugiati irakeni e i poveri giordani. Premetto che nel 2010 sono intervenuto presso un imprenditore italiano per far avere all’ospedale una TAC Siemens Emotion 6. Altri contributi sono stati destinati al Santuario “Menino Jesus” nella Diocesi di Coroatà in Brasile per alcune opere sociali (Radio diocesana, Asilo infantile, scuola di informatica); per la realizzazione di una casa per sacerdoti anziani non autosufficienti nei pressi di Roma; per l’acquisto di una Toyota Hilux per la missione di Mahavatse, Tulear in Madagascar; per la costruzione di un locale per incontro delle comunità di Taganrog e Avoz, di una diocesi vicino a Mosca. Senza tralasciare il contributo dato per i profughi del conflitto siriano”.