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martedì 19 gennaio 2016

Cardinale Bertone: Il giudizio finale e le due mucche dello Zambia parte 2

Cardinale Tarcisio Bertone: “Durante il giudizio finale spero di essere sostenuto nel rispondere alle impegnative domande del Signore, quando lui vorrà, da quanti ho potuto aiutare, e da quanti ancora adesso posso aiutare.”
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Il Cardinale Bertone ha in mano una lunga lista che incomincia a leggere dicendo che non è del tutto esaustiva: “Ho distribuito aiuti agli studenti bisognosi provenienti da diverse parti del mondo; dell’Università salesiana, ma non solo per non preferire quell’università rispetto ad altre, in quanto io sono salesiano. Un padre dello Sri Lanka mi ha chiesto di aiutarlo per gli studi di medicina della figlia. Ho contribuito per gli studi di una religiosa della diocesi di Isiolo in Kenya. Il primo Vescovo di quella diocesi, Mons. Luigi Locati, morto assassinato, proveniva dal clero di Vercelli ed io ero stato a Isiolo per la sua ordinazione episcopale e per l’inaugurazione della Cattedrale. Un sacerdote congolese mi ha chiesto i soldi per recarsi in patria per le esequie del padre. Ad uno studente ugualmente congolese ho pagato il corso per diventare operatore sanitario. Un grosso contributo l’ho elargito all’Arcidiocesi di Genova per i gravi danni causati dall’alluvione, e alle famiglie della mia diocesi di origine di Ivrea colpite dalla crisi occupazionale. Lo stesso per famiglie di Roma e di altri luoghi delle quali venivo a sapere la difficile situazione economica. Una comunità di suore a Roma ha avuto l’Asilo alluvionato e mi sono fatto presente con un aiuto. Le Figlie della Carità di Roma da anni ricevono un sostegno per il loro “mini progetto bimbi con mamme sole”, l’Istituto di Medicina Solidale, servizio rivolto alle fasce sociali più disagiate della periferia romana di Tor Bella Monaca, ha avuto un certo contributo.
Questo per parlare dei luoghi a noi più vicini in Italia. Ma la parte più abbondante è andata alle missioni disagiate nel mondo. Ho qui una lista di contributi dati, per esempio, per l’acquisto di due mucche e il loro trasporto fino alla missione di Kazembe nello Zambia, per assicurare il latte ai bambini; per l’acquisto di attrezzature per una scuola di bambine in situazioni a rischio tenuta dalla suore salesiane a Fortin Mercedes, in Argentina; per borse di studio per i bambini delle scuole delle Cappuccine della Madre del Divino Pastore in Nicaragua, Colombia, Guatemala e Spagna; per le famiglie di Cambray in Guatemala colpite dal disastro di una frana; per le diocesi cubane colpite dall’uragano; per la popolazione di Haiti, nel 2010; per il Centro ragazzi di strada di Addis Abeba; per un missionario salesiano che si occupa di profughi del Sudan; per la missione salesiana a El Obeid, sempre in Sudan. Scrive il missionario “Ho ricevuto quest’oggi la grossa sorpresa del suo straordinario dono ai nostri ragazzi del Darfur che quest’anno sono 418…”; per la costruzione di una chiesa a Sironj nel cuore dell’India, annessa ad una scuola frequentata da ragazzi e ragazze indu e musulmani oltre che dai pochi cristiani. Questa chiesa è stata inaugurata di recente; per la collocazione di un organo nella Cattedrale di Huancavelica in Perù; per il Seminario di Maceiò in Brasile. Appena mi è arrivato un assegno l’ho girato immediatamente al missionario che mi aveva chiesto aiuto per gli arredi destinati al Santuario della Consolata a Mukululu in Kenya. Così risponde: “Sappia quindi che la Via Crucis, l’immagine della Consolata e del nostro Fondatore Beato Allemano in ceramica e in più, i vasi sacri con gli oggetti che abbelliscono l’altare sono una silenziosa testimonianza di lei”; per l’ospedale di Tonj, Sud Sudan. I salesiani che l’hanno costruito mi scrivono: “L’entusiasmo è alle stelle, le difficoltà non mancano, ma siamo certi che con l’aiuto della Provvidenza e la preghiera tutto si supera e i poveri di Tonj avranno finalmente questo ospedale”; per la realizzazione di una Cappella nel Vicariato Apostolico di Pucallpa in Perù”. Ero andato io stesso in Perù ad ordinare Vescovo il loro pastore, il salesiano Monsignor Gaetano Galbusera”.
Qui Bertone si lascia andare ai ricordi: “In Perù ero stato anche per portare gli aiuti del Papa dopo il terribile terremoto del 2007. Cosa che ho fatto anche in Cile dopo il sisma del 2010. Ricordo che la prima impressione, veramente toccante, l’ho avuta scendendo con l’aereo e vedendo il ponte crollato, rimasto interrotto a causa del terremoto, per cui la difficoltà delle comunicazioni, le strade dissestate. Nella capitale le costruzioni antisismiche avevano tenuto, anche quelle dei salesiani, mentre a Concepción e dintorni i danni erano evidenti e molto gravi, soprattutto per la distruzione delle case, di parte degli impianti di fabbriche con il conseguente blocco della produzione. Mi sono poi recato in una zona duramente colpita, ancora piena di macerie come Talcahuano, dove abbiamo inaugurato una cappella in segno della volontà di ricostruzione. Lì c’è una popolazione molto povera e provata, che chiedeva l’aiuto della preghiera e manifestava il suo affetto al Papa. Ho inaugurato direi con orgoglio la cappella perché voleva un luogo di preghiera, un luogo di incontro come una delle prime realizzazioni, dopo le distruzioni del terremoto”.
Il Cardinale Tarcisio Bertone riprende in mano l’elenco. “Ho dato contributi per la costruzione della Canonica della Parrocchia di Pidvinogradiv in Ucraina; per la costruzione di un monastero delle suore Clarisse a Ambanja in Madagascar; per la promozione della catechesi e in aiuto al Seminario Maggiore del Vicariato Apostolico di Mendez in Ecuador; per i lavori di ristrutturazione della Chiesa di Prosti in Bielorussia. Inoltre ho provveduto a una donazione in favore della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba per riparare ai danni e alle distruzioni causati dall’uragano nel 2008”. Cuba è il paese visitato per ben cinque volte dal Cardinale Bertone.
E la lista continua: “ho contribuito per sostenere un progetto formativo per educatori alla sessualità, all’affettività, alla procreazione responsabile e alla regolazione naturale della fertilità, in Albania; per l’acquisto di alimenti per la “Città dei Giovani” a Buterere Bujumbura in Burundi; per la formazione umana e sociale della donna in ambiente altamente disagiato, denominato Progetto La Cal – Nicaragua; per le opere di evangelizzazione, sociali, educative, sanitarie e alimentari di una comunità di suore in Mozambico. Un contributo cospicuo è stato dato per l’ampliamento dell’ospedale italiano di Karak, nel deserto di Moab in Giordania gestito dalle Suore Comboniane. L’ospedale è l’unica opera cristiana nel Sud del Paese e continua ad essere un punto di riferimento per i poveri e gli immigrati che non hanno alcune assistenza, con progetti per i rifugiati irakeni e i poveri giordani. Premetto che nel 2010 sono intervenuto presso un imprenditore italiano per far avere all’ospedale una TAC Siemens Emotion 6. Altri contributi sono stati destinati al Santuario “Menino Jesus” nella Diocesi di Coroatà in Brasile per alcune opere sociali (Radio diocesana, Asilo infantile, scuola di informatica); per la realizzazione di una casa per sacerdoti anziani non autosufficienti nei pressi di Roma; per l’acquisto di una Toyota Hilux per la missione di Mahavatse, Tulear in Madagascar; per la costruzione di un locale per incontro delle comunità di Taganrog e Avoz, di una diocesi vicino a Mosca. Senza tralasciare il contributo dato per i profughi del conflitto siriano”.
Durante il giudizio finale spero di essere sostenuto nel rispondere alle impegnative domande del Signore, quando lui vorrà, da quanti ho potuto aiutare, e da quanti ancora adesso posso aiutare. Spero anche di incontrare al giudizio finale quelli che mi hanno criticato e anche sbeffeggiato in pubblico con ironia, facendomi del male”.

giovedì 3 dicembre 2015

Cardinale Bertone, il contributo del Cardinale all'Assemblea della Cep

La prima relazione all’Assemblea plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep), che si è aperta ieri (vedi Fides 27 e 30/11/2015), è stata tenuta dal Cardinale Tarcisio Bertone sul tema “Coscienza Ecclesiale e Capacità Evangelizzatrice nelle Chiese Giovani”.
Tarcisio Bertone
“Le Chiese Giovani con i loro problemi e i loro difetti – ha evidenziato il Cardinale Tarcisio Bertone- , ma con le loro risorse di vocazioni sacerdotali e religiose e di entusiastica adesione al Vangelo, sono diventate soggetti di missione per le vecchie Chiese, soprattutto europee, in un interscambio di persone e di opere da un continente all’altro”.
Accennano quindi al lavoro di inchiesta fatto dalla Cep in vista dell’Assemblea plenaria, che ha interessato 1.120 soggetti missionari, ha proseguito: “Riguardo alla coscienza ecclesiale e alla capacità evangelizzatrice, le 262 circoscrizioni prese in considerazione dall’inchiesta hanno evidenziato nel decreto Ad gentes le idee-motrici sintetizzate in sei parole chiave: missione, testimonianza, annuncio, catechesi, apostolato, inculturazione”.
Parlando della capacità di evangelizzare, il Cardinale Bertone ha indicato una serie di elementi da considerare centrali: l’affermazione del primato di Dio, l’entusiasmo di far conoscere Cristo, il coraggio di dare testimonianza, l’opzione per i poveri, il dialogo, il rendere visibile la Chiesa nella promozione umana, il vivere il senso autentico della comunità, il buon rapporto tra Chiesa e Stato, la progettazione della formazione alla missione, la collegialità episcopale, la prevalenza del clero autoctono, il senso del dovere di evangelizzare, la collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie, l’appartenenza alla Chiesa locale.
“Dobbiamo coniugare l’annuncio con una comunicazione accessibile e convincente e con una vita santa, ma nello stesso tempo con la piena condivisione della vita di coloro a cui annunciamo” ha detto nella conclusione il Cardinale Bertone. (CE) (Agenzia Fides, 01/12/2015)
Fonte FIDES

sabato 28 novembre 2015

Cardinal Bertone, intervista al “Cittadino” e Teleradiopace

Cardinale Bertone, Segretario di Stato emerito: “… ho presenti tutti, specialmente nella preghiera quotidiana, nella quale ricordo i Vescovi che mi hanno preceduto e i sacerdoti vivi e defunti, insieme alla necessità di tante famiglie. Le perfette celebrazioni liturgiche nella Cattedrale, i pellegrinaggi mensili al Santuario della Madonna della Guardia, le processioni nella città, gli incontri con le Confraternite, gli incontri negli Ospedali (cito in modo speciale il Gaslini e il Galliera, che hanno un rapporto, oltre che affettivo, istituzionale con l’Arcivescovo di Genova), gli incontri con le fabbriche preparati dai valorosi Cappellani del lavoro…”
Tarcisio Bertone - Vatican Insider
DON GRILLI
Buon giorno, Eminenza,
innanzitutto la ringraziamo per questa intervista che concede a Il Cittadino, settimanale cattolico di Genova e a Teleradiopace di Chiavari. E’ di questi giorni l’inizio di una sinergia tra Il Cittadino – che produce anche dei servizi televisivi – e Teleradiopace di Chiavari, emittente che trasmette i nostri servizi anche sul territorio genovese. A novembre Il Cittadino, che sappiamo Lei riceve e legge, compie 40 anni. Ci fa piacere ricordarLe come sia stato Lei, negli anni in cui era Arcivescovo di Genova, a riconsegnare al settimanale il glorioso nome de Il Cittadino che per oltre cent’anni era stato il quotidiano dei cattolici genovesi…
CARDINALE BERTONE
Sono lieto di unirmi nei festeggiamenti del 40° del settimanale “Il Cittadino” che è stato fondato dal sempre ricordato Cardinale Siri e che è stato testimone di tante battaglie per la custodia della fede, per la tutela dei diritti e l’efficace azione sociale dei cattolici genovesi.
Proprio in relazione alla sua gloriosa storia, ho voluto riprendere l’antica denominazione per farne un punto di riferimento esplicito ai cittadini di Genova, come racconto delle loro vicende liete e tristi e come stimolo a realizzare con fedeltà i progetti pastorali che via via si andavano affermando.
DON GRILLI
Genova ha sempre voluto bene ai suoi Vescovi e non l’ha dimenticata. In un’intervista che aveva rilasciato a Il Cittadino nei giorni del suo commiato aveva affermato che le saremmo sempre rimasti nel cuore. Sono passati da allora quasi dieci anni. Quale ricordo serba della Chiesa e della città?
CARDINALE BERTONE
Devo confessare che ho rivisto tante volte la cronaca dei brevi anni della mia permanenza a Genova ed ho potuto così rivivere gli incontri con le parrocchie, con le comunità religiose, con le associazioni laicali, con i giovani, con le forze del lavoro, le autorità civili e con gli sportivi. Ho davanti a me la galleria di tanti volti, di tante persone buone che si sono prodigate per il bene della città e della Diocesi. Ho presenti tutti, specialmente nella preghiera quotidiana, nella quale ricordo i Vescovi che mi hanno preceduto e i sacerdoti vivi e defunti, insieme alla necessità di tante famiglie. Le perfette celebrazioni liturgiche nella Cattedrale, i pellegrinaggi mensili al Santuario della Madonna della Guardia, le processioni nella città, gli incontri con le Confraternite, gli incontri negli Ospedali (cito in modo speciale il Gaslini e il Galliera, che hanno un rapporto, oltre che affettivo, istituzionale con l’Arcivescovo di Genova), gli incontri con le fabbriche preparati dai valorosi Cappellani del lavoro…
C’è poi una iniziativa che ho promosso e che continua lietamente ogni anno, cioè il pellegrinaggio dei cresimandi a Roma, con la preghiera nei Giardini Vaticani davanti alla Grotta di Lourdes, e con l’appuntamento dell’Angelus del Papa in Piazza San Pietro.
Tutto ciò ha lasciato una traccia indelebile nella mia memoria e nel mio cuore. Non manco di seguire ancora il cammino delle due squadre di calcio della città: il Genoa e la Sampdoria.
Sono rimasto toccato quando c’è stata l’alluvione a Genova che purtroppo ha lasciato delle ferite non ancora risolte e in qualche modo ho voluto rendermi vicino con un contributo per le famiglie più colpite.
DON GRILLI
Ogni anno Il Cittadino offre ai suoi abbonati un’agenda, come segno di amicizia e gratitudine. Ci pregiamo in questa circostanza di consegnarne una copia anche a Lei. L’Agenda porta il titolo “Genova nella storia dei suoi Vescovi”, tra i quali c’è naturalmente sunteggiata anche la sua biografia…
CARDINALE BERTONE
La pubblicazione dell’Agenda, direi così “tematica”, è diventata una tradizione del Cittadino e credo che sia un dono molto gradito. Ho ancora con me l’Agenda del 2015 sulle Confraternite di Liguria e sono grato per il dono dell’Agenda 2016 con la storia del Vescovi di Genova.
Potrò così rivivere le tappe di sviluppo della nostra comunità credente e ringraziare Dio per il dono di tanti esimi Pastori. Ringrazio anche per la presentazione della mia biografia che offrirà alla popolazione un ricordo visivo del loro precedente Arcivescovo.
DON GRILLI
Dal 2002 al 2006 è stato anche Presidente della Conferenza Episcopale Ligure. Pensiamo che anche i Vescovi e le Chiese che sono in Liguria le siano rimasti nel cuore, ma in particolare i sacerdoti genovesi, dodici dei quali oggi sono Vescovi e tra loro tre sono Cardinali… I volti dei sacerdoti genovesi li può rivedere nell’annuario che Le consegniamo…
CARDINALE BERTONE
L’Arcivescovo di Genova normalmente è eletto Presidente della Conferenza Episcopale Ligure e per le misure di questa Circoscrizione ecclesiastica è facile per lui accogliere gli inviti di partecipare alle manifestazioni più significative, pensiamo ad esempio agli anniversari delle apparizioni della Madonna o della dedicazione dei Santuari, ad esempio Arma di Taggia, Montallegro, Tortona, Savona…
E quindi è facile percorrere i capoluoghi da La Spezia, Chiavari fino a Ventimiglia San Remo.
Però vi ringrazio in maniera speciale dell’Annuario aggiornato dei Sacerdoti, sia diocesani, sia religiosi. Rivedrò volentieri i loro volti e per ognuno avrò un ricordo e una preghiera speciale.
DON GRILLI
Vogliamo pensare che i suoi “anni genovesi” siano stati “anni impegnativi ma sereni”, se confrontati con le fatiche, i problemi, che – insieme alle gioie – ha sperimentato a Roma con il gravoso incarico di Segretario di Stato…
CARDINALE BERTONE
E’ vero! Il lavoro pastorale a Genova è stato intenso e i miei segretari sanno qualcosa delle scorribande tra una parrocchia e l’altra, tra un appuntamento e l’altro, tra una celebrazione e un incontro con le autorità civili, o una adorazione notturna, o la recita serale del rosario…
Non posso dimenticare l’anno della visita personale a tutti i Sacerdoti e ai loro cari, con il famoso “maggiolino” guidato da Monsignor Di Gregorio.
Però non c’è dubbio che il lavoro di Segretario di Stato apre lo sguardo e la dedizione ai problemi di tutto il mondo, alle Chiese di tutto il mondo, soprattutto alle situazioni di conflitto nei vari Paesi e ai punti cruciali ove l’impegno della Chiesa per la pace e per la riconciliazione è più attivo e più appassionato.
Sia nei contatti personali, come ad esempio le visite di stato in Vaticano, sia nei miei viaggi pastorali, o accompagnando i Papi nei viaggi apostolici, ho potuto constatare da vicino le necessità, le attese, la riconoscenza per l’opera della Chiesa in tutte le sue componenti distribuite geograficamente sulla faccia della terra.
Si può immaginare come tutto ciò influisca sulle preoccupazioni e sulle intenzioni di preghiera di una persona.

Fonte Il Cittadino

martedì 29 settembre 2015

Tarcisio Bertone, ovunque vi sia un fedele cattolico vi è l’amore per Pietro

Il cardinale Tarcisio Bertone nel suo libro “La diplomazia pontificia in un mondo globalizzato”, sulla diplomazia e i diplomatici pontifici.
Tarcisio Bertone testimoni amore per Pietro
Brano tratto dal volume “La diplomazia pontificia in un mondo globalizzato”, di Tarcisio Bertone
I Rappresentanti Pontifici sono originari di Paesi diversi, provengono da Chiese particolari diverse, talora molto distanti per lingua, tradizione e cultura da quelle alle quali sono inviati. Proprio per questo, però, essi vivono un’esperienza singolare di cattolicità, che deriva dal loro essere a servizio del carisma petrino.
Ovunque siano inviati, sanno di non trovarsi in terra straniera, poiché dovunque vi sia un fedele cattolico, lì è presente l’amore per Pietro.
Essi sono inoltre testimoni del rispetto e dell’attenzione che la persona e la parola del Papa riscuotono anche al di fuori della comunità ecclesiale, presso Chiese e comunità non cattoliche, negli ambienti governativi, nelle istituzioni internazionali, ma anche nel mondo della cultura, della scienza, e presso innumerevoli uomini e donne di buona volontà.
Hanno il compito, alto e gravoso, di rappresentare il Padre comune. Sanno bene che il padre deve essere presente: nelle circostanze solenni come nella ferialità delle vita quotidiana, nelle ore liete e in quelle tristi, nei periodi di tranquillità, ma anche in quelli, non infrequenti, in cui la comunità cristiana è minacciata dalla guerra e dalla violenza.
E sono presenti non come osservatori asettici, non come giudici distaccati, non come funzionari di un potere lontano, ma in primo luogo come sacerdoti, come Vescovi tra i Vescovi, che condividono per un tratto il cammino delle Chiese e dei popoli ai quali sono inviati, trasmettendo ad essi quel raggio di luce, di speranza, di incoraggiamento che viene dal sentirsi in comunione con il Papa e con la Chiesa universale.
FONTE: LEV

mercoledì 16 settembre 2015

Tarcisio Bertone: La diplomazia pontifica in un mondo globalizzato

La diplomazia pastorale che ha al centro le persone. Un esempio è la mediazione della Santa Sede tra Usa e Cuba. Presentazione presso l’aula magna del rettorato dell’università di Catania del volume del card. Tarcisio Bertone “La diplomazia pontificia in un mondo globalizzato”.
Tarcisio Bertone a Catania
Brani dell’intervista rilasciata dal cardinale Tarcisio Bertone a La Sicilia e apparsi su La Sicilia il 16 gennaio 2015
Più che una diplomazia tout court, una diplomazia pastorale. In grado, sì, di lavorare a delle mediazioni, di portare avanti un lavoro diplomatico classico. Ma soprattutto in grado di occuparsi della comunità, di prendersi cura delle persone. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano merito, spiega così il senso della diplomazia pontificia. Lo ha fatto in un libro, “La diplomazia pontificia”, curato con il professore Vincenzo Buonomo con prefazione di Papa Francesco (Libreria editrice Vaticana), che è stato presentato a Catania nell’aula magna del rettorato dell’università di Catania. E un esempio straordinario di successo della diplomazia pontificia è il lavoro fatto a Cuba, prima e dopo la revoluciòn che ha portato al potere il “mangiapreti” Fidel. L’ultima volta a Cuba del cardinale Bertone è stata dal 4 al 12 dicembre scorsi. Nemmeno due giorni dopo, Stati Uniti e Cuba annunciavano il ripristino delle relazioni diplomatiche. E sia il presidente Usa, Barack Obama, che quello cubano Raul Castro plaudivano all’aiuto dato loro dalla Santa Sede, impersonata da Papa Francesco.
Spiega il cardinale Benone: “In generale secondo la storia dei rapporti tra gli Stati, la diplomazia si potrebbe definire l’arte di curare le relazioni tra i rappresentanti delle nazioni e delle organizzazioni internazionali per costruire una pacifica convivenza, evitare i conflitti e, nel caso, di risolverli attraverso incontri e trattative opportunamente istituzionalizzate”. Ma “la diplomazia pontificia ha una connotazione peculiare. Anzitutto perché la Santa Sede è al centro della Chiesa Universale per la missione attribuita dal Divino Fondatore al Vescovo di Roma, successore di Pietro; ma è anche collegata geo-politicamente con la comunità delle nazioni di cui è un soggetto preminente, soprattutto per l’indiscussa autorità morale del suo vertice”.
E dunque, spiega il segretario di Stato emerito, “la diplomazia pontificia non si interessa prevalentemente di problemi economico-politici, anche se non li ignora, ma svolge una attività al servizio della dignità di ogni persona umana, per la promozione della pace e dello sviluppo integraledei popoli, e per una maturazione etica dell’umanità”. (…)
Racconta il cardinale: “Se pensiamo alla storia della Chiesa, ai numerosi e straordinari arbitrati e mediazioni a cui è stata chiamata e all’autorità anche istituzionalmente riconosciuta che ha acquisito, non si può accettare una simile proposta minimale. La Santa Sede e la Chiesa Cattolica devono conservare il loro posto e la loro funzione consolidata nella Comunità internazionale e nello stesso tempo mantenere la caratteristica umanitaria e pastorale che, soprattutto dal secolo XX in poi, l’hanno contrassegnata”.
Nel libro del cardinal Bertone figura anche una mediazione della Santa Sede per risolvere un antico conflitto tra Stati Uniti e Cuba, al tempo della guerra ispano-americana. Segno che l’impegno della Santa Sede nella regione è iniziato molto tempo fa. Recentemente, la Santa Sede ha avuto un ruolo preminente nella storica decisione di riaprire le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba, dopo anni di “bloqueo”, di embargo. Una decisione arrivata proprio nel momento in cui il cardinale Bertone, un protagonista delle ultime vicende, era tornato da un viaggio a Cuba.
Racconta Bertone: “Nonostante le apparenze di immobilismo e di congelamento dello status quo, il processo di apertura era in azione lento ma inesorabile. Non si tratta ovviamente di improvvisazioni ma di un lungo lavoro di preparazione a vari livelli e con vari contributi, che ha subìto una accelerazione per la convergenza di due volontà, propiziata dall’accorta e ben accetta mediazione dell’” americano” Papa Francesco. In questo senso la famosa dichiarazione “Todos somos americanos” risuona con un accento particolarmente simpatico”.
Il cardinale Bertone è stato cinque volte a Cuba, potendo così “verificare e in qualche modo accompagnare i processi di consolidamento e di sviluppo della società nel quadro dell’organizzazione civile e religiosa dell’isola caraibica”. (…)
FONTE: La Sicilia.it

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