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giovedì 21 novembre 2013

Videomessaggio Michelle Bonev: Il cavaliere del cattivo esempio

Michelle Bonev Blog. Molte persone dicono: “Siamo stanchi di parlare sempre di Berlusconi, abbiamo cose più importanti di cui parlare.” E avete ragione, perché i telegiornali, i quotidiani aprono sempre con i problemi di Berlusconi.
Michelle Bonev - Video
Noi sappiamo tutte le sue “scadenze”: dei suoi processi, di quello che mangia il suo cane, dove va a fare la spesa la sua fidanzata…Noi sappiamo tutto di lui. Questo serve per distrarre dai problemi principali. Ma non parlare di Berlusconi come corruttore, come pregiudicato, come uno che è stato condannato e che sta ancora al Governo… Insomma… Sarebbe sbagliato anche questo.
Silvio Berlusconi è solito usare risorse pubbliche per i propri interessi privati, per avere in cambio favori sessuali, più potere, più voti. Io ero un suo interesse privato, lui voleva avere me. Per questo ha chiamato in Rai, per questo ha chiamato Bondi, e alla fine per questo mi ha mandato quel saluto a Venezia, per non farmi più lavorare, per dipendere da lui.
Quando andavo a trovare Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli o ad Arcore, nelle varie stanze c’erano diverse tipologie di persone. Lo aspettavano per chiedergli un “favore”, e lui chiedeva un “favore” a loro. In una sala c’erano le ragazze, in un’altra gli imprenditori, in un’altra ancora i politici. Avevi la sensazione di trovarti davanti al padreterno, al padrino. Ma era il Presidente del Consiglio: non era una cosa normale che queste persone, tutte insieme, continuamente, chiedessero “favori” ad un primo ministro. E la situazione è la stessa ancora oggi.
Quando ho chiesto nel 2009 aiuto a Berlusconi, io avevo già una carriera, ed ero un’attrice di successo. Per 5 anni avevo vinto lo share di tutte le serate in Rai dove ero protagonista. Avevo un pubblico di milioni di persone. Denunciare questo sistema non porta alcun vantaggio ma soltanto svantaggi. Perché tu non lavori più, non hai più le amicizie, non hai più alcuna possibilità di progredire nella tua carriera. Perché una come te è scomoda. Se avessi voluto continuare a fare il mio lavoro, avrei dovuto, insomma, scendere a patti con Berlusconi e non parlare, dire come stanno le cose, perché in Italia o lavori con Berlusconi o lavori con la Rai.
Io posso capire che quando racconto quello che ho vissuto, quello che ho fatto, può far nascere sensazioni di repulsione, di fastidio, perché io per voi sono l’espressione di quel sistema in quel momento. Ho capito che il male che facevo a me stessa accettando i compromessi non faceva male solo a me, ma faceva male all’intera comunità. Alcuni di voi mi hanno scritto che sputo nel piatto dove mangio, ma questo piatto e velenoso, e continuare a mangiare in questo piatto significa morire.
Silvio Berlusconi è un uomo potente, molto ricco, e resterà sulla scena politica finché lui vorrà. E nonostante oggi non è il primo ministro, ha perso le elezioni, è condannato in via definitiva, lui è al Governo, e il Parlamento è ancora sotto suo scacco. In questo sistema basato sulla corruzione, Berlusconi è il più alto rappresentante, colui che sa perfettamente come funziona, ed è un uomo di successo, è diventato un “esempio” per i giovani. Come con la menzogna, con la corruzione, si arriva ad avere quello che vuoi: donne, soldi, potere.
Ma questo sistema non finisce con Berlusconi, domani ce ne sarà un altro. Finché noi non diciamo basta alla corruzione, alla menzogna, finché non cominciamo a vivere nella verità, questo sistema esisterà, e ci logorerà.

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