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venerdì 13 settembre 2013

FESTIVAL DELL’ARTE RECLUSA III° EDIZIONE – ANNO 2013 I detenuti attori di Rebibbia al Teatro Argentina

FESTIVAL DELL’ARTE RECLUSA III° EDIZIONE – ANNO 2013



La potenza, la passione, è la prima cosa che risalta, che emoziona assistendo all'esibizione di questo gruppo di attori che volendo sono professionisti in quanto si dedicano all'arte del teatro per molte ore al giorno tutti i giorni. Un gruppo rimane dietro la quinte a fare da contraltare, da coro greco, che pure non manca di potenza e drammaticità, alcuni, forse chi durante le lunghe prove è risultato più dotato, si pone da vanti alla chorus line, si esibisce, ha una catarsi, attraverso il testo racconta la propria storia, drammatica ma non tragica, tragedia è Eschilo dove non c'è speranza, invece qui c'è vita, voglia di fare, di creare, di sperimentare anche, una esperienza potente e terapeutica per gli attori e anche per gli spettatori. Rimane in queste visioni un senso di claustrofobia, voluta forse, di chiusura e apertura allo stesso tempo verso il pubblico , così lontano così vicino. (Andrea Daz, Mercuzionline, 2009 )



I detenuti attori di Rebibbia varcano le soglie del Carcere
per debuttare sul prestigioso palcoscenico del Teatro Argentina


venerdì 13 settembre ore 21.00


col Patrocinio di Roma Capitale


con il sostegno della Fondazione Roma - Arte – Musei


organizzato dal Centro Studi Enrico Maria Salerno



in collaborazione con il Teatro di Roma


e la Direzione della C.C. Roma Rebibbia N.C.
La Festa
Ideazione e Regia Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito
Drammaturgia  Valentina Esposito


con la Compagnia del Reparto G8 del Carcere di Rebibbia N.C.
e con venti giovani allievi dell’Accademia Internazionale d’Arte Drammatica


Fabio Albanese, Massimo Alletta, Giuseppe Borzacchiello, Jacopo Cinque, Patrick Cosma, Sandro Dari
Marco Dell’Unto, Cristiano Demurtas, Vincenzo Di Letizia, Alessandro Di Murro, Massimo Di Stefano
Giovanni D’Ursi, Alessio Esposito, Andrea Ferrara, Roberto Fiorini, Roberto Fois, Alessandro Forcinelli
Maria Gentiloni Silveri, Filippo Giuffrida, Toma Jovanovic, Giorgio Latini, Stefano Laurenti, Marta Maggio
Tommaso Marsella, Pamela Massi, Giulia Modica, Alfio Maria Motta, Romolo Napolitano, Elena Oliva
Fabrizio Orlando, Ruggero Palmiotto, Laura Pannia, Ciro Pauciullo, Teresa Pauciullo, Elisabetta Petronio
Giancarlo Porcacchia, Massimo Ramoni, Lida Ricci, Margherita Tiesi, Mohammed Tifas, Mark Tosi, Giuseppe Valerio


Scenografia  Enzo Grossi
Luci Valerio Peroni e Cosimo Marasciulo
Foto di scena Livia Cannella
Direzione Organizzativa Fabio Cavalli
Costumi Paola Pischedda
Tecnico del Suono Gino De Dominicis
Organizzazione Alessandro De Nino e Serena Lesti
Direzione Artistica Laura Andreini Salerno



La Festa. Primi Novecento. Nelle cucine di un grande transatlantico in rotta verso le Americhe, si svolge una vicenda d'amore paterno, filiale, una storia di nostalgia e rimpianto tra passato e presente. L'immensa nave addobbata a festa ripercorre il viaggio inaugurale di diciotto anni prima. A quel tempo l'equipaggio viaggiava verso l'illusione di una nuova vita intorno al mondo. Tanti anni dopo, invecchiati, quasi "reclusi", i cuochi di bordo attendono ansiosi che la giovane Miriam ricompaia nelle loro vite. Miriam: la figlia dell'armatore, la bambina che aveva trascorso in navigazione i primi sei anni della sua vita condividendo con l'equipaggio un'infanzia serena sull'oceano perennemente in bonaccia. Miriam: che a sei anni lascia la nave per affrontare la vita a terra, la scuola, l'adolescenza, l'esperienza del mondo "normale", lasciando dietro di sé l’affetto di altrettanti padri quanti erano i cuochi della nave. Loro la ricorderanno per sempre, unico affetto filiale fra il rude cameratismo della ciurma, il clangore della sala macchine e il caos organizzato dei fornelli. Siamo alla vigilia del ballo per il suo diciottesimo compleanno, la festa sarà grandiosa, 800 sono gli invitati ma solo a lei è dedicata la sublime raffinatezza delle portate. Lei, Miriam, tornata sulla nave per festeggiare il proprio diciottesimo compleanno, si ricorderà di quei cuochi ragazzi divenuti ora maturi chef ? Di uomini che non sono mai davvero riusciti a salire le scale che da sottocoperta conducono ai grandi saloni di prima classe?  Nelle cucine del transatlantico si vive la frenetica laboriosa attesa di un ritorno che restituisca un attimo di gioia dopo i lunghi anni della solitudine affettiva. Ma Miriam non si fa viva. I piatti che le vengono espressamente preparati ed inviati in cabina, ritornano intatti alle cucine. Fra i saloni e i ballatoi, inservienti riportano voci inquiete. Forse Miriam è triste, forse è vittima di un dispiacere a tutti sconosciuto. L’enigma diventa motivo ispiratore per parlare dei sogni infranti, dell’età della giovinezza, di quello che è stato e che poteva essere, dei sogni ancora da realizzare, speranze e desideri. Dell’amore. Amore paterno, amore filiale. La pièce prova a scandagliare l'anima di uomini che dalla loro reclusione si commuovono al pensiero degli affetti lontani, dei figli distanti, degli amori perduti. E scandaglia l'animo dei giovani, di quel difficile rapporto figlio-padre, fatto di incomprensioni e ribellioni. La reclusione diventa così metafora dell'infinito lavorio dell'anima alla ricerca del significato universale dell'essere padri e dell'essere figli.
Per la prima volta, al cast dei detenuti-attori di Rebibbia N.C., si affiancano venti giovani allievi attori dell’Accademia Internazionale d’Arte Drammatica. Insieme rendono possibile la ricostruzione emotiva di una vicenda sospesa tra il passato e il presente, tra l'ingenua gioventù e la dura maturità, tra la vita libera e la vita reclusa nel ventre del leviatano, la grande nave che non approda mai.


TEATRO ARGENTINA – Largo di Torre Argentina, 52 Roma - 13 SETTEMBRE - ORE 21,00
INGRESSO LIBERO CON OBBLIGO DI PRENOTAZIONE
Prenotazioni online sul sito www.enricomariasalerno.it dal 2 al 12 settembre 2013 per info: 0690169196 – laribalta@tiscali.it


Si ringrazia: il Direttore di Rebibbia N.C. Dott. Mauro Mariani, la Direttrice del Reparto G8 Dott.sa Maria Carla Covelli,
il Comandante Massimo Cardilli,  L’Ispettore Capo Luigi Giannelli, L’Ispettore Capo Giovanni Patrizi,
l’Assistente Capo Domenico Franchi, tutto il personale di Polizia Penitenziaria,
il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Avv. Angiolo Marroni, il Tribunale di Sorveglianza di Roma




TEATRO E CARCERE A REBIBBIA N.C. – ROMA


Il Centro Studi Enrico Maria Salerno è stato fondato nel 1994 alla scomparsa del grande attore, da Laura Andreini Salerno, vedova e collaboratrice artistica del Maestro. La Struttura svolge attività di promozione culturale e produzione teatrale e cinematografica, con particolare attenzione alle problematiche sociali. E’ sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Lazio. Collabora stabilmente con Istituzioni teatrali nazionali e con gli Enti Locali. La Soprintendenza per i Beni Archivistici del Lazio ha riconosciuto nel 2004 l’Archivio Enrico Maria Salerno come archivio nazionale “di particolare interesse storico”.
Dal 2000 sono state attivate iniziative a favore della diffusione della cultura teatrale presso gli Istituti di Pena, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Direzione della C.C. Roma Rebibbia N.C., realizzando laboratori di formazione, corsi di specializzazione ai mestieri dello spettacolo con 15 produzioni teatrali alle quali hanno assistito oltre 32.000 spettatori esterni (per il 60% studenti delle scuole superiori ed universitari).
Secondo i dati statistici tratti dall’esperienza su oltre 380 detenuti coinvolti nelle attività teatrali presso Rebibbia N.C. fra il 2002 e il 2012, e confermati da analisi dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari, il tasso di recidiva per chi svolge tali attività con continuità ed impegno passa dalla media del 65% a quella del 6%.



TRE COMPAGNIE TEATRALI A REBIBBIA


Sono operanti presso la C.C. Roma Rebibbia N.C. tre Compagnie:  Reparto G12 Alta Sicurezza, G8 Lunghe pene, G9 Precauzionale.
La Compagnia G12 A.S., sotto la guida di Fabio Cavalli, ha iniziato la propria attività nel 2003. I reclusi hanno portato in scena opere di Shakespeare (Tempesta, Amleto, Giulio Cesare), l’Inferno di Dante, Giordano Bruno, Eduardo, Pirandelloaffrontando i temi di Libertà, Giustizia, Colpa, Perdono, e ricevendo numerosi riconoscimenti per l’alto valore artistico e sociale delle produzioni.  
La Compagnia del Reparto G8, diretta da Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito, ha debuttato nel 2008 con la prospettiva di portare gli spettacoli prodotti oltre le mura del carcerarie nei grandi teatri della città. Così è stato dal 2010 con il debutto degli spettacoli Viaggio all’Isola di Sakhalin, La Leggenda di Fitzcarraldo, Exodus al Teatro Quirino Vittorio-Gassman. I detenuti-attori hanno avuto per la prima volta una ribalta oltre le mura del penitenziario.
La Compagnia del Reparto G9 Precauzionale, nata nel 2010, opera presso la Sezione che accoglie persone condannate per reati considerati “infamanti” . La Compagnia ha prodotto un opera tratta da Achille Campanile e Le Nuvole di Aristofane.


L’ESPERIENZA DEL FILM CESARE DEVE MORIRE: LA CONQUISTA DELL’ORSO D’ORO  - BERLINALE 2012


Il successo di questo progetto teatrale è stato coronato nel 2012, con l’ingresso della troupe dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani. I cineasti hanno narrato – attraverso le riprese nelle celle e nei corridoi del Carcere - l’avventura di portare in scena il Giulio Cesare di Shakespeare con un cast di soli detenuti-attori sotto la guida di Fabio Cavalli.
Il film  Cesare deve morire ha vinto l’Orso D’Oro al Festival Internazionale del Cinema di Berlino – 62° Edizione ed è stato premiato con 5 David di Donatello, tra i quali il Premio come Miglior Film dell’anno e uno speciale Nastro d’Argento al Cast.

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