Il Rettore ricevuta la notifica ha dichiarato: «Sono grato al Santo Padre che ha voluto accordarmi, per un ulteriore quadriennio, la fiducia come Rettore dell’Università che, a titolo speciale, è l’Università del Papa. Unitamente a tutti i professori, il personale e gli studenti, ci metteremo in ascolto del generoso magistero di Papa Francesco, cercando di fare nostra l’indicazione data agli studenti delle scuole dei Gesuiti: “curare la formazione umana finalizzata alla magnanimità”. In ciascuno di noi, secondo specifiche e proprie responsabilità, risuonano con decisione le parole di Papa Francesco: “Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere; per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo. Insegnate a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore. Ma soprattutto siate testimoni con la vostra vita di quello che comunicate”».
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giovedì 4 settembre 2014
Enrico Dal Covolo: Conferma dal Papa alla guida della Lateranense
Il Rettore ricevuta la notifica ha dichiarato: «Sono grato al Santo Padre che ha voluto accordarmi, per un ulteriore quadriennio, la fiducia come Rettore dell’Università che, a titolo speciale, è l’Università del Papa. Unitamente a tutti i professori, il personale e gli studenti, ci metteremo in ascolto del generoso magistero di Papa Francesco, cercando di fare nostra l’indicazione data agli studenti delle scuole dei Gesuiti: “curare la formazione umana finalizzata alla magnanimità”. In ciascuno di noi, secondo specifiche e proprie responsabilità, risuonano con decisione le parole di Papa Francesco: “Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere; per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo. Insegnate a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore. Ma soprattutto siate testimoni con la vostra vita di quello che comunicate”».
martedì 5 agosto 2014
Dal Covolo sui giovani: buone le diagnosi, mancano le cure
«Ho sempre insegnato, dai miei 19 anni di età fino a oggi. Ho fatto la gavetta, e – senza false modestie – posso dire che mi sono guadagnato le spalline sul campo: scuola elementare e media, Liceo classico, Istituto tecnico industriale per le Arti grafiche… Ho fatto un po’ tutte le esperienze di insegnamento. Poi sono approdato all’Università pontificia salesiana di Roma. Sono diventato Professore ordinario di Letteratura cristiana antica greca, Preside della Facoltà di Lettere, Vicerettore dell’Università. Nel 2010 il Papa Benedetto mi ha nominato Rettore e Vescovo della Pontificia Università Lateranense. Le pubblicazioni scientifiche che accompagnano il mio percorso accademico toccano vari argomenti, ma il focus è sempre lo stesso: le antichità cristiane e i Padri della Chiesa. In particolare, in questi quarant’anni ho approfondito un segmento storico ben preciso, quello dei rapporti tra gli imperatori Severi (193-235 d.C.) e il cristianesimo. Sono riuscito a dimostrare quello che la manualistica più recente recepisce ormai in toto: cioè che la cosiddetta svolta costantiniana fu anticipata di un secolo dalla benevola tolleranza della dinastia severiana, e che la prima persecuzione per editto non fu quella del 202, falsamente attribuita alla responsabilità di Settimio Severo, bensì quella dell’imperatore Decio, nel 250».
«Partiamo da un esempio concreto. Lei sa quello che accade ogni giorno sui social network, che pure io frequento? Una moltitudine di giovani affamati di riconoscimento, di un “mi piace”; molte volte disposti a tutto pur di essere “visti” e “condivisi”. Qualche giorno fa leggevo su un quotidiano un articolo molto documentato sulle pratiche estreme che alcuni adolescenti mettono in atto al fine di divenire gli eroi del mondo virtuale; il balconing, ovvero la pratica di saltare da un balcone all’altro, è un esempio, e ha già provocato diverse vittime. In questo contesto chi è l’educatore salesiano? Una persona animata da una “simpatia incondizionata” per i giovani, prima e al di là di ogni qualità e prestazione; “Basta che siate giovani perché io vi ami assai” diceva don Bosco, insomma un “mi piace” sempre e comunque. Accanto al “sentimento”, l’educatore salesiano cura la dimensione razionale. Non basta amare; occorre assumere con serietà le sfide della condizione giovanile. L’amore cioè deve tradursi in progetti concreti e di ampio respiro per la promozione integrale dei giovani; qualcuno ha coniato l’espressione il “martiro della creatività”: l’educatore salesiano non riposa finché non ha trovato risposte concrete ai bisogni dei giovani. Egli è un vero imprenditore della questione giovanile».
«Qualche mese prima della mia nomina, nel febbraio del 2010, ho predicato gli esercizi spirituali al Papa e ai suoi collaboratori della curia romana. Era l’anno sacerdotale, e il titolo che avevo dato alle meditazioni era questo: “Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Ma poi, quando ho pubblicato il libro, questo è diventato il sottotitolo. Il titolo, invece, me l’ha suggerito Benedetto stesso: “In ascolto dell’altro”. E davvero, quei giorni hanno segnato per me un’esperienza indimenticabile di ascolto… anche se a parlare ero io. I giornali si stupirono perché da parecchio tempo non capitava che un semplice sacerdote (quale ero io allora) predicasse gli esercizi al papa: al “papa teologo”, poi! Molte persone mi hanno chiesto se ero emozionato. No, non lo ero. Perché l’ascolto e l’accoglienza umile e cordiale del Papa mi hanno dato un grande coraggio. Potrei raccontare tante cose, di quei giorni. Qui ne ricordo una sola. Il mattino della domenica in cui poi, alla sera, avrei cominciato gli esercizi, il Papa volle avere il testo completo delle mie diciassette meditazioni. Ho visto che, mentre parlavo, lui teneva le mie pagine appoggiate davanti a sé, sull’inginocchiatoio, e come uno scolaro diligente prendeva nota con la matita, sottolineava, aggiungeva in margine… Era il primo ad arrivare, e l’ultimo ad andare via. Gli altri prelati stavano nella navata della Cappella Redemptoris Mater, lui invece in una cappelletta laterale, alla sinistra del predicatore. Così, in pratica, solo io potevo vederlo. Talvolta, infatti, il Papa potrebbe anche distrarsi, quando il predicatore diventa pesante o noioso, e non è bene che gli altri lo notino… Da parte mia, posso assicurare che lui è stato l’esercitando migliore che io abbia mai avuto: e sì che di esercizi ne ho predicati tanti…».
«Un autorevole sociologo italiano ha intitolato un suo saggio sulla condizione giovanile: “La strage degli innocenti. Note sul genocidio di una generazione”. Io condivido la sua lettura; il mondo che abbiamo preparato per le nuove generazioni strozza il loro diritto alla felicità. E guardi che non parlo solo del lavoro, ma anche delle questioni drammatiche legate al senso dell’esistenza e alla verità sulla condizione umana, perché “non di solo pane vive l’uomo”. Lei sa che in Europa il suicidio è la seconda causa di morte per gli adolescenti ed è la prima per i giovani? L’Istat dice che più del 30% di coloro che in Italia soffrono di depressione sono giovani. Il punto è che mancano le ricette, tutti sappiamo fare la diagnosi, ma se mi guardo attorno dentro e fuori la Chiesa mancano le cosiddette “exit strategies”. Qui entra don Bosco – di cui celebriamo il bicentenario della nascita – che fu un vero e proprio imprenditore di Dio per il bene dei giovani. In lui l’analisi attenta della condizione giovanile e la formulazione di soluzioni concrete rappresentarono una miscela esplosiva e benefica. Penso che se don Bosco fosse tra noi oggi ci direbbe: “È tempo di ricette, di diagnosi ne abbiamo fin troppe”».
«La Lateranense, come tutte le Università Pontificie romane, è in cammino verso l’eccellenza accademica. Gli indicatori di tale eccellenza – a mio avviso – debbono essere diversi: la qualità del corpo docente, l’offerta formativa, l’aiuto a coloro che sono economicamente svantaggiati, l’innovazione didattica, la ricerca, la relazione Docente-Studente, il tutoraggio, le relazioni con le altre università anche straniere e con il mondo del lavoro. La Lateranense si muove energicamente in queste direzioni, e il suo sforzo è ripagato dalla buona tenuta delle iscrizioni, non scontata in questi tempi difficili. Io credo che il segreto della riuscita sia credere nell’importanza dell’innovazione a tutti i livelli, perché dove manca questa abbiamo una sola alternativa: la stagnazione, e l’acqua stagnante nessuno la beve».
«Vorrei risponderle con un aneddoto. Qualche mese fa mi trovavo in Perù, ospite di un bravo vescovo che la sera toglieva la croce pettorale, indossava il grembiule e si metteva ai fornelli a cucinare. Voglio dire che Papa Francesco non è un marziano, egli incarna una Chiesa che è viva e molto più reale di quanto si pensi. Quanto al rapporto con don Bosco, tutti sanno dell’influsso che il carisma salesiano ha avuto nella vita di Jorge Mario Bergoglio. Possiamo dire – e penso di non esagerare – che nel petto del Santo Padre batta anche un po’ del cuore di don Bosco».
mercoledì 23 luglio 2014
Mons Dal Covolo, "L'incontro con Dio esige un incontro nuovo con i fratelli"
Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense |
martedì 15 luglio 2014
Dal Covolo Rettore, "I media, specchio efficace delle relazioni familiari"
FONTE: Zenit
lunedì 14 luglio 2014
Enrico Dal Covolo, Forum a Vatican Insider sulla "strategia della comprensione"
mercoledì 9 luglio 2014
Mons Dal Covolo, giovani statunitensi alla PUL e in Vicariato
Mons Enrico Dal Covolo, Rettore lateranense
I giovani newyorkesi, guidati da Fr. Agustino Torres e da Fr. Solano, francescani del rinnovamento, fanno parte dell’organizzazione Corazon Puro e, in particolare, hanno intrapreso il progetto “Outskirt”, per aiutare, prendersi cura, assistere e attuare processi di evangelizzazione tra gli immigrati, i poveri e le persone disagiate nelle periferie economiche ed esistenziali di New York. Il progetto, inoltre, è stato portato avanti in collaborazione con l’Osservatorio Internazionale dei Giovani Cattolici, di cui Fr. Agustino è membro e referente nella città statunitense, in linea con il progetto “Outskirt of Souls” che l’Osservatorio sta portando avanti in diversi paesi.
La delegazione americana, costituita da circa 25 ragazzi e ragazze, ha visitato la Pontificia Università Lateranense, accolta e guidata da S.E. Mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dell’Ateneo, che ha stimolato i ragazzi a proseguire in questo loro cammino, soprattutto per incrementare la formazione universitaria e post-universitaria dei giovani e creare legami comunitari anche tra i vari Paesi, prendendo come modello le parole di Papa Francesco, sempre attento alle periferie del Mondo.
venerdì 4 luglio 2014
Dal Covolo: “La speranza nell’educazione”, Riflessioni Rettore PUL
martedì 1 luglio 2014
Enrico Dal Covolo: Prima lectio “Cercate e troverete” per le parrocchie romane
Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore PUL
Lasciandomi guidare dai nostri Padri nella fede, ho riletto la parola di Gesù: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11,9).
giovedì 26 giugno 2014
Mons. Dal Covolo, al Volto Santo la lectio magistralis su Povertà e Ricchezza
Pubblico delle grandi occasioni, nella serata di sabato 15 febbraio al Tempio del Volto Santo, per l’evento clou dell’anno accademico di Lectura Patrum Neapolitana, l’associazione culturale fondata dalle Piccole Ancelle di Cristo RE che fa della divulgazione del pensiero dei Padri della Chiesa la sua missione.
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