CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Mons. Giovanni Carrù. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mons. Giovanni Carrù. Mostra tutti i post

mercoledì 7 giugno 2017

Mons. Giovanni Carrù descrive i restauri delle Catacombe di Domitilla

Dopo il saluto introduttivo del Cardinal Presidente Gianfranco Ravasi, il Segretario, Mons. Giovanni Carrù ha illustrato e descritto le operazioni condotte presso le Catacombe di Domitilla, in occasione della presentazione degli esiti dei restauri delle pitture di alcuni cubicoli del cimitero e dell’inaugurazione del nuovo museo che raccoglie una serie di manufatti, provenienti dei monumenti sottoposti alla tutela della PCAS.


Il giorno 30 maggio 2017, alle ore 17:00, presso le Catacombe di Domitilla, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha presentato gli esiti dei restauri delle pitture di alcuni cubicoli del cimitero e, contestualmente, ha inaugurato un nuovo museo che raccoglie una serie di manufatti provenienti dei monumenti sottoposti alla tutela della PCAS. Per l’occasione, dopo il saluto introduttivo del Cardinal Presidente Gianfranco Ravasi, il Segretario, Mons. Giovanni Carrù, ha illustrato e descritto le operazioni condotte presso questo fondamentale sito archeologico. Si allega di seguito il testo dell’intervento:
Con vero piacere, porgo un saluto a tutti coloro che hanno voluto prendere parte all’Evento di quest’oggi, che vuole festeggiare e presentare i risultati di restauri delicati e particolarmente fortunati, che sono stati effettuati in questi ultimi 25 anni nelle splendide catacombe di Domitilla, le più grandi di Roma ed aperte al pubblico, a cura dei padri Verbiti che, con estrema attenzione e grande professionalità accompagnano i visitatori negli immensi labirinti del complesso della via Ardeatina, alla scoperta della civiltà paleocristiana, osservata nelle sue manifestazioni funerarie, per comprendere il significato dell’attesa commovente e suggestiva della resurrezione.
Le catacombe di Domitilla dimostrano, in maniera monumentale, iconografica ed epigrafica, il travaglio della conversione alla nuova fede. Alcune tombe pagane diventano – nel corso del III secolo – espressamente cristiane ed entrano a far parte del grande cimitero comunitario che, con le sue gallerie, abbraccia l’intero popolo di Dio.
I responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra hanno voluto raccontare questo lento processo della cristianizzazione della città di Roma, con la creazione di un piccolo museo, che raccoglie sarcofagi, ritratti ed epigrafi, che coprono un lungo periodo, che, dal II secolo giunge al V secolo d.C.
Questo Museo vuole esprimere il cambiamento ideologico o religioso che porta dalla civiltà del mito alla cultura cristiana, attraverso le scene di vita quotidiana, sottolineando l’importanza del lavoro, inteso nell’accezione patristica, che vede nell’attività manuale una sorta di continuazione della creazione.
Le pitture delle catacombe, poi, con le scene miracolose del Nuovo Testamento e con i prodigi salvifici del Vecchio, vogliono anticipare la salvezza dei cristiani ordinari, guardando alle guarigioni e alle resurrezioni del passato come a vere e proprie prefigurazioni della salvezza eterna.
Durante questi ultimi anni le catacombe aperte al pubblico sono state restaurate, scavate, valorizzate per una più larga accoglienza e, in occasione dell’Anno Santo appena trascorso, è stata aperta anche la splendida catacomba dei Ss. Pietro e Marcellino che ha molto arricchito il panorama artistico e storico della Roma cristiana nei primi secoli.
L’intento dei responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, sempre incoraggiati dal Cardinale Gianfranco Ravasi, è proprio quello di far conoscere ai pellegrini, che giungono a Roma da tutto il mondo, la testimonianza archeologica eloquente e significativa delle origini del Cristianesimo.
Qui, nei cimiteri, nei “dormitori”, in attesa della resurrezione, si respira quell’atmosfera dell’attesa e della speranza, che muoveva i pensieri dei fratelli della prima ora. Qui, i Cristiani, i visitatori, gli uomini dei nostri giorni possono trovare le risposte ai loro interrogativi più urgenti e intimi, ripercorrendo – nel buio delle catacombe – quei passi che condussero le prime comunità romane verso la luce della rivelazione, della salvezza, della vita oltre la morte, con la convinzione che “la morte non ha l’ultima parola”.
Giovanni Carrù

lunedì 30 gennaio 2017

Mons Gianni Carrù in visita presso le Catacombe di S. Antioco in Sardegna

Il giorno 25 gennaio 2017, il Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Mons. Giovanni Carrù, si è recato in Sardegna, presso le catacombe di S. Antioco, per verificare di persona l’esito dei lavori svolti all’interno del cimitero nel corso del 2016, promossi dalla Commissione e guidati dall’Ispettrice locale, Dott.ssa Anna Maria Nieddu.


Nel corso della visita presso le catacombe di S. Antioco, Mons. Carrù ha voluto verificare l’adeguatezza del nuovo impianto elettrico, insieme all’idoneità strutturale del percorso interno al monumento, in modo da appurare le oggettive condizioni di conservazione dei suoi ambienti e delle sue gallerie.
Gli interventi appena conclusi, così come quelli che saranno intrapresi nel corso del 2017, mirano alla restituzione integrale e globale della catacomba, in modo che possa essere fruibile anche per un pubblico non addetto ai lavori archeologici. Il nostro obiettivo -ha poi avuto modo di spiegare Mons. Gianni Carrù- è quello della conservazione, finalizzata alla conoscenza del patrimonio archeologico sottoposto alla nostra tutela, che si contraddistingue per oltre 500 unità monumentali distribuite su tutta l’Italia insulare e peninsulare.

Sono queste, in effetti, le motivazioni che già nel 2013 mi avevano convinto -continua Mons. Carrù- a stipulare una Convenzione di gestione della catacomba con la Parrocchia di S. Antioco, firmata dal Cardinale Presidente, Gianfranco Ravasi, e da me, in qualità di Segretario della Pontificia Commissione. Tale iniziativa, che abbiamo fortemente voluto e promosso ha fatto registrare un sensibile incremento degli ingressi rispetto agli anni precedenti, favorendo la riscoperta di un monumento, quale è quello della Catacomba di S. Antioco, di straordinario interesse per la storia del cristianesimo delle origini.
Fonte: Daily Focus

martedì 24 gennaio 2017

Mons. Giovanni Carrù, 18 gennaio 2017 intervento del segretario


Il giorno il 18 gennaio 2017, presso l’aula Ferrua del Pontificio Istituto di Archeologia Sacra, si è svolta la Seduta Plenaria della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, presieduta dal Cardinal Presidente, Gianfranco Ravasi, e dal Segretario, Mons. Giovanni Carrù.
Durante l’incontro, dopo essere state consegnate le nomine papali ai nuovi Membri e dopo le considerazioni e le osservazioni del Cardinale sulle attività passate e future della Commissione, Mons. Giovanni Carrù ha potuto soffermarsi ampiamente e nel dettaglio sulle questioni archeologiche e conservative, presentando ai membri i singoli interventi svolti presso i monumenti romani, laziali e quelli distribuiti su tutto il suolo italico, riassumendo gli esiti scientifici raggiunti nel corso dell’ultimo biennio.
Grande attenzione, inoltre, è stata riservata dal Segretario alle operazioni di tutela e valorizzazione che la Commissione ha intrapreso già da qualche anno, siglando nuove convenzioni con enti ecclesiastici e laici, per garantire l’apertura al pubblico dei monumenti sottoposti alla sua tutela, così da rispettare il valore storico delle catacombe italiane, da sempre considerate dalla Commissione e dai suoi rappresentanti come fonte di conoscenza per la storia del Cristianesimo antico.

Intervento del Segretario Monsignor Giovanni Carrù
Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
18 gennaio 2017

Durante questi ultimi due anni, le attività della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra si sono cospicuamente incrementate, in quanto, oltre ai lavori di scavo e restauro, che rientrano concretamente nelle finalità istituzionali della Commissione, si è proceduto ad una capillare operazione di valorizzazione delle catacombe cristiane d’Italia.
A questo riguardo, sono stati privilegiati i cimiteri ipogei dislocati sul suolo italico, che avevano sofferto per disattenzione e incuria nel passato e si è provveduto a stabilire rapporti di convenzione con le Istituzioni locali, di tipo comunale, religioso o associativo per assicurare la visita di questi monumenti, che servono, come testimonianza primaria, a restituire le radici cristiane dei territori di riferimento.
Per questo motivo, sono state redatte convenzioni, nuove o rinnovate, per le catacombe di Chiusi, di Massa Martana, di Siracusa, di Palermo, di Villagrazia di Carini, mentre altri cimiteri più piccoli e meno frequentati sono stati dotati di assuntori di custodia, per le visite richieste.
Per quanto attiene le catacombe romane, si è rilevato un buon andamento degli ingressi alle catacombe di Priscilla, con la nuova gestione dei padri Verbiti, e a quelle di Ss. Marcellino e Pietro, in seguito alla sistematica operazione di restauro del percorso di visita e degli affreschi. La gestione dei padri Cavanis ha fatto notare un esponenziale aumento dei visitatori, che richiedono sopralluoghi, non solo nel fine settimana, come era stato preventivato in un primo momento, ma anche durante i giorni feriali.
Sono aumentati anche i sopralluoghi alle catacombe romane, oramai ben organizzati e sicuri nella dinamica, con la presenza di un fossore, ma anche con quella di un archeologo, affinché le illustrazioni dei monumenti non risultino improvvisate od estemporanee ed anche per evitare danneggiamenti e riprese video e fotografiche. Tale gestione, dopo qualche resistenza, è stata accolta dalle Istituzioni e dalle Associazioni e si è rivelata veramente utile, anche per quanto riguarda la calendarizzazione delle visite, per la suddivisione dei gruppi e per le illustrazioni in lingue straniere. Gli archeologi che guidano i visitatori hanno frequentato i corsi del triennio del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e hanno già conseguito un dottorato in Archeologia Cristiana e sono in grado di organizzare percorsi diversificati per le diverse esigenze.
In questi due anni – come si diceva – si è molto lavorato nelle catacombe fuori Roma, ma come è evidente, non sono state dimenticate le catacombe della città. Scavi e restauri, come sentiremo, sono stati eseguiti nelle catacombe di Priscilla, di S. Lorenzo, di S. Ermete, di via Dino Compagni, di S. Sebastiano, mentre si sta per aprire il grande cantiere di Domitilla, in vista dell’Evento, che si terrà alla fine di maggio.
Tutte le attività della commissione trovano una pubblicazione tempestiva negli Atti della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in apertura della Rivista di Archeologia Cristiana, curata dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Ma non sono mancate, durante questo periodo, pubblicazioni seguite proprio dalla Commissione, come quella dedicata all’Evento di S. Callisto, le guide di Priscilla e dei Ss. Pietro e Marcellino, un album sempre dedicato agli “Affreschi salvati” dei Ss. Pietro e Marcellino, mentre è in stampa una piccola pubblicazione, curata dal nostro Sovrintendente con l’introduzione del Cardinal Presidente e con gli auspici del “Cortile dei bambini”, dedicata alla spiegazione delle catacombe ai bambini.
In questo periodo ho avuto modo di recarmi, più volte, presso le catacombe di Roma e d’Italia, colloquiando con i Direttori delle catacombe, per seguire la valorizzazione di questi importanti monumenti paleocristiani, affinché attraverso la voce delle guide sia trasmesso il messaggio della fede più antica, attraverso queste suggestive testimonianze funerarie, che sono apparse ancora più attuali ed eloquenti, nel corso del Giubileo della Misericordia, appena concluso.

mercoledì 4 gennaio 2017

Monsignor Gianni Carrù, la scoperta archeologica del sottosuolo di Ardea


Mons. Giovanni Carrù, attualmente Segretario Generale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, valorizza la scoperta archeologica del sottosuolo di Ardea, in una visita all’Ipogeo di Ardea con Monsignor Gibellini e con Sua Eccellenza Monsignor Marcello Semeraro, attuale Vescovo della Diocesi suburbicaria di Albano.

Sua Eccellenza Monsignor Marcello Semeraro, attuale Vescovo della Diocesi suburbicaria di Albano, in visita all’Ipogeo di Ardea. Ad attendere gli alti prelati il parroco della chiesa di San Pietro Apostolo, Monsignor Adriano Gibellini, accompagnato da Monsignor Giovanni Carrù, Segretario Pontificio Commissione Archeologica Sacra, con i rispettivi segretari tra cui il giovane Don Alessandro Paone, cittadino di Ardea, consacrato sacerdote proprio da Monsignor Semeraro. Il corteo ha raggiunto l’ingresso dell’Ipogeo, scortato dai carabinieri del luogotenente Antonio Landi, comandante la locale tenenza. La delegazione ha poi incontrato il professor Francesco Di Mario, l’archeologo famoso per le sue scoperte archeologiche, che ha illustrato le bellezze dell’antico santuario pagano, in seguito trasformato in oratorio cristiano.
La presenza di Monsignor Giovanni Carrù la dice lunga sull’importanza della scoperta archeologica e dell’archeologia che il sottosuolo Di Ardea conserva gelosamente. Non è escluso che per l’affetto e la fiducia che sua Santità nutre per il Vescovo Marcello Semeraro, questi in futuro non possa venire ad Ardea a visitare le scoperte archeologiche rutule. Il Papa, ad un mese dalla sua elezione, ha costituito un gruppo di 8 cardinali, per consigliarlo nel governo della Chiesa universale, e per studiare un progetto di revisione della “Pastor Bonus”, la costituzione sulla curia romana.
Monsignor Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, ricopre la funzione di segretario in detto gruppo di lavoro. “Tra il Papa e il vescovo Semeraro – spiegò il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi – è noto che c’è un rapporto di fiducia che data almeno dal Sinodo 2001, quando l’allora Cardinale Bergoglio era relatore generale aggiunto, e dovette sostituire il relatore, che era l’arcivescovo di New York richiamato in Diocesi dalla tragedia delle Torri Gemelle, e Monsignor Semeraro era segretario speciale, dunque il suo principale collaboratore”.
Monsignor Semeraro è stato anche uno dei primi prelati ad essere ricevuto da Francesco dopo l’elezione a Sommo Pontefice, l’incontro avvenne nel pomeriggio del 17 marzo a Santa Marta.

giovedì 22 dicembre 2016

Monsignor Gianni Carrù: La voce dei primi cristiani nelle catacombe di Siracusa

“Le catacombe di S. Giovanni a Siracusa, tra le più estese e suggestive del territorio siciliano, sono, ogni anno, illuminate dalla emozionante iniziativa, definita, in maniera assai significativa, Strepitus silentii ed organizzata dal gruppo dei giovani, che fanno capo alla società Kairos, in perfetta sintonia con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Ente Vaticano che si occupa della custodia, della tutela e della valorizzazione delle catacombe cristiane d’Italia…” – ha detto Mons. Giovanni Carrù, Segretario Generale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

La voce dei primi cristiani nelle catacombe di Siracusa. Le catacombe sono state definite “i grandi archivi ” della Chiesa. 

Esse rappresentano la più cospicua testimonianza monumentale della fede cristiana delle origini, e sono il tempio dei primi martiri. 

Papa Giovanni Paolo II ricordava: «Questi monumenti rivestono un alto significato storico e spirituale. Visitandoli si viene a contatto con suggestive tracce del cristianesimo dei primi secoli e si può, per così dire, toccare con mano la fede che animava quelle antiche comunità cristiane (…) Come non commuoversi dinanzi alle vestigia umili, ma così eloquenti, di questi primi testimoni della fede?».
Da queste parole nasce “Strepitus Silentii … le notti delle catacombe”: un modo per riscoprire il valore di quell’archivio cristiano, le catacombe, che vuole parlare a gran voce, anche se in un fragoroso silenzio.
Le catacombe a Siracusa, seconde per estensione ed importanza solo a quelle di Roma, rivivono nel viaggio notturno. 

Nel decennale del progetto della società Kairòs, promosso dall’Ufficio per la Pastorale del Turismo dell’Arcidiocesi di Siracusa e dalla Custodia della Catacomba di San Giovanni, dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” e con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni culturali del Comune di Siracusa, è stata organizzata una serata evento il 31 luglio alla Basilica di San Giovanni alle catacombe a Siracusa, che precede le quindici serate di agosto alle Catacombe di San Giovanni.
Ieri mattina la conferenza stampa di presentazione nel corso della quale la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha annunciato che “Strepitus” avrà quest’anno anche una cornice romana, nella Catacomba di San Callisto, tutta da scoprire nel mese di settembre.
Le catacombe di S. Giovanni a Siracusa, tra le più estese e suggestive del territorio siciliano, sono, ogni anno, illuminate dalla emozionante iniziativa, definita, in maniera assai significativa, Strepitus silentii ed organizzata dal gruppo dei giovani, che fanno capo alla società Kairos, in perfetta sintonia con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Ente Vaticano che si occupa della custodia, della tutela e della valorizzazione delle catacombe cristiane d’Italia" ha detto Mons. Giovanni Carrù, Segretario Generale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. 

"Le catacombe per noi cristiani sono il momento culminane della nostra riflessione cristiana. Porto il saluto del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente della commissione di archeologia sacra. - ha proseguito Mons. Carrù - Lui è presente con il cuore perché proprio all’inizio trovandosi a Siracusa andò una sera ad assistere e meditare e ne rimase profondamente commosso e oggi continua a dirmi che è un’esperienza catechistica con un taglio pastorale. 
Nelle gallerie delle catacombe di S. Giovanni, dunque, attraverso una sapiente opera di “teatralizzazione”, sono ricostruite scene ispirate ai gesti e ai riti che i primi cristiani praticavano nei cimiteri paleocristiani, al suono commovente del flauto. 
Queste drammatizzazioni sono utili a restituire l’atmosfera sobria e gioiosa delle prime comunità cristiane di Siracusa, che deponevano in questi grandi “contenitori della morte” i corpi dei loro fratelli, all’insegna dell’uguaglianza e della pietà. 
Le gallerie della catacomba diventano, così, come le braccia del Cristo, che abbraccia tutti i fedeli, secondo l’insegnamento di Lattanzio, che ricorda: “Non c’è nessuna ragione per cui ci chiamiamo fratelli, se non per il fatto che siano tutti uguali davanti a Cristo”. 
Con l’iniziativa Strepitus silentii si vuole dare voce a quei primi uomini cristiani, che pregavano per i loro morti, che veneravano i martiri, che consumano i pasti funebri, che percorrevano i bui ambienti delle catacombe per, intercettare il raggio di luce della fede, della speranza, della resurrezione di tutto il popolo di Dio”.
“Un percorso suggestivo che aiuta alla comprensione. Strepitus silentii non può essere ridotto ad una visita e non è uno spettacolo. Ogni giorno cerchiamo di dare voce agli ultimi, ai deboli, agli indifesi. Strepitus Silentii da voce ai cristiani, alla comunità cristiana in epoca romana" ha detto mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa

"Raccontare la storia di un sito per dare voce ai suoi abitanti. Questo viaggio che conduce sottoterra, nel silenzio assordante, stimola ognuno di noi, arricchendoci. Attraversando le gallerie delle catacombe ci sembra quasi di cogliere questa presenza, di fede. 
Ringrazio tutti gli attori istituzionali, che hanno reso possibile questo evento, e gli attori che ci conducono per mano attraverso questa storia millenaria che è la nostra storia”.
“Il visitatore non è semplicemente accompagnato lungo i percorso - ha affermato mons. Giovanni Accolla, direttore delle Catacombe di San Giovanni ma attraverso questa forma teatralizzata valorizziamo il sito e soprattutto ciò che il sito significa nella storia della Chiesa. 
Abbiamo valorizzato le risorse umane coinvolgendo gli operatori della Kairos, che hanno competenze specifiche sull’archeologia cristiana, che hanno dimostrato di essere qualcosa in più di una semplice guida. 
La forma teatralizzata, rispetto alla visita diurna, consente momenti di riflessione e meditazione sul percorso della vita cristiana all’interno di quel sito. Otteniamo una visita alle catacombe con maggior consapevolezza da parte dei visitatori e creiamo stimoli e domande sul senso della vita cristiana agli albori del cristianesimo”.
“L’esperienza ormai decennale di Strepitus silentii continua a rivelarsi un’iniziativa esemplare nell’ambito delle iniziative di arte sacra. In essa – ha detto don Nisi Candido, direttore dell’Istituto di Scienze Religiose San Metodio - si armonizza infatti con equilibrio cultura, spettacolo e religione. Il luogo in cui si svolgono le visite notturne teatralizzate è parte integrante del messaggio: la catacomba di San Giovanni trasuda storia religiosa e laica della città di Siracusa. 
La primigenia comunità cristiana aveva posto qui non solo la custodia dei propri amati defunti, ma anche alcuni simboli della sua fede nella risurrezione del Cristo. Ogni angolo della Catacomba è un’immersione nella storia. A distanza di secoli, il silenzio profondo di questo luogo “grida” con il suo linguaggio altamente evocativo. 
Gli scavi archeologici hanno messo in luce percorsi affascinanti, che si prestano alla teatralizzazione delle vicende del primo Cristianesimo, ma anche alle testimonianze degli archeologi che hanno scavato con frutto il sito. 
La presenza dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose tra i collaboratori dell’evento annuale, organizzato dalla società Kairós, è segno del coinvolgimento dell’Arcidiocesi nell’iniziativa e della volontà di approfondire gli aspetti più significativi dell’arte sacra che la Catacomba riesce ad esprimere”.
“Quando dieci anni fa abbiamo pensato per la prima volta alla possibilità di realizzare una visita teatralizzata nella Catacomba di San Giovanni – ha spiegato Vincenzo Dente, presidente della Kairos - siamo scesi sottoterra per immaginare il percorso e il ritmo della visita, abbiamo iniziato il sopralluogo parlando tra noi su cosa era meglio fare, su quali zone della catacomba era meglio toccare, ad un certo punto però ci siamo trovati a percorrere quel luogo in un silenzio surreale, non prestabilito… è in quel momento che abbiamo capito come dovevamo disegnare l’evento. 
Il silenzio del luogo, per niente vuoto, ha suggerito l’attore principale della visita teatralizzata che avremmo voluto mettere in scena: il silenzio. Questo per noi è Strepitus Silentii… un’esperienza unica, che permette di riscoprire gli archivi della chiesa cristiana in un rispettoso ma fragoroso silenzio”.
Voci recitanti sono Lorenzo Maria Faletti, Marinella Scognamiglio e Doriana La Fauci, accompagnati dal flauto da Romualdo Trionfante.
Anche in questa decima edizione di Strepitus Silentii il ricavato dei biglietti venduti sarà devoluto per fini caritativi: quest’anno ad un progetto dedicato agli immigrati che a migliaia sbarcano da mesi sulle coste siciliane.

lunedì 19 dicembre 2016

Mons. Giovanni Carrù: L'Aquila, riaperta la Catacomba di San Vittorino

Il recupero è stato reso possibile dal contributo della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, il cui segretario, Mons. Giovanni Carrù, ha saputo apprezzare e riconoscere l’importanza di un monumento fondamentale per studiare e comprendere la fede paleocristiana.

Il 24 luglio, a 83 miglia dalla città di Roma, sulla via Salaria, si celebra il dies natalis di Vittorino. Il suo sepolcro, che ebbe nuova monumentalità da parte del vescovo Quodvultdeus tra il IV e il V secolo, determinò la formazione di articolate gallerie [Martirologio Geronimiano, V secolo]
Domenica 7 febbraio, a seguito di scavi e sistemazioni interne, è stata riaperta al pubblico la Catacomba di San Vittorino e, così, L’Aquila, dopo 12 anni, ha potuto riappropriarsi di uno dei tesori più preziosi del suo territorio. E’ tornato accessibile, infatti, il cimitero situato nel sottosuolo della chiesa di San Michele Arcangelo: sarà aperto al pubblico, il sabato e la domenica.
Una visita assolutamente da non perdere.
Il recupero è stato reso possibile dal contributo della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, il cui segretario, Mons. Giovanni Carrù, ha saputo apprezzare e riconoscere l’importanza di un monumento fondamentale per studiare e comprendere la fede paleocristiana. Nella circostanza, l’Arcipretura di San Michele Arcangelo ha presentato anche il progetto di valorizzazione della ‘chiesa vecchia’ che sarà destinata ad attività socio-culturali e che è stata arricchita da pannelli che espongono la storia del luogo e reperti archeologici provenienti dai locali sotterranei.
La catacomba è strettamente connessa all’antica città di Amiternum, conquistata dai romani all’inizio del III secolo avanti Cristo. Si ritiene che qui fu sepolto il martire Vittorino. La lunga incisione in latino cristiano su una lastra di marmo sembra non lasciare dubbi: “Sancto martyri Victorini”.
Attorno alla tomba del martire, si è sviluppato il cimitero sotterraneo, costituito da un lungo corridorio d’accesso che immette in un’ampia galleria e da sei ambienti, tre dei quali con pianta regolare e rivestiti, gli altri scavati invece nella roccia.
Siti web e grafica pubblicitaria a l’aquila Resize Studio
La catacomba è stata studiata dalla professoressa Letizia Pani Ermini e, negli ultimi anni, indagata archeologicamente dalla Pontificia Accademia di Archeologia Cristiana, sotto la direzione della professoressa Anna Maria Giuntella dell’Università di Chieti, tra il 2000 e il 2004: gli scavi hanno consentito il rinvenimento di più di un centinaio di sepolture di differenti tipologie.
L’importante sito archeologico, oggi restituito alla comunità aquilana, potrà contribuire – unitamente alle rovine del teatro e dell’anfiteatro dell’antica città di Amiternum, già visitabili nella piana sottostante – alla creazione di un vero e proprio sistema museale che consenta la conoscenza della storia millenaria di un territorio ricco di testimonianze storico-artistiche.
Nel territorio aquilano sono state scoperte anche altre catacombe: a San Lorenzo di Beffi, nel comune di Acciano, a Castelvecchio Subequo e nella Chiesa di Santa Giusta di Bazzano.
FonteNews Town

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *