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venerdì 1 settembre 2017

Luigi Ferraris Terna: I vertici sono al lavoro sul piano di sviluppo 2018

Energia. Terna, AD Luigi Ferraris. Vertici al lavoro sul documento che andrà presentato entro fine gennaio. Investimenti potenziati per aumentare la resilienza del sistema. Sul fronte estero la società ha messo a segno due passaggi cruciali per il cavo con la Francia. Per la linea con la Tunisia sarà richiesto un contributo alla UE.

I vertici di Terna sono al lavoro sul piano di sviluppo 2018. La deadline è fissata per il 31 gennaio: entro quella data, la società guidata da Luigi Ferraris dovrà predisporre, come prevede il decreto 93 del 2011 che disciplina la programmazione degli interventi di sviluppo della rete elettrica nazionale, il nuovo piano decennale che andrà poi sottoposto al vaglio del Ministero dello Sviluppo Economico. L’ultimo prevedeva investimenti per quasi 8 miliardi di euro e confermava, tra l’altro, la necessità di procedere lungo la strada dell’integrazione delle fonti rinnovabili e del potenziamento delle capacità d’interconnessione. Due tasselli ribaditi anche nel piano decennale di sviluppo 2018 che, come ha sottolineato anche l’AD di Terna, Luigi Ferraris, nell’intervista al Sole 24 Ore (si veda l’edizione dell’8 agosto), sarà caratterizzato da un ampliamento dello sforzo finanziario messo in campo dalla spa dell’alta tensione e da azioni ancora più incisive per rafforzare le magliature e la resilienza del sistema infrastrutturale rispetto a condizioni climatiche sempre più estreme e alla volatilità delle fonti verdi. La cui crescita impetuosa ha provocato e provoca maggiori sollecitazioni alla rete oltre a determinare una riduzione progressiva della capacità termoelettrica.
Per questo, nei programmi futuri della società ci saranno investimenti infrastrutturali di sviluppo, come il rinforzo delle dorsali del paese, indispensabili per il decongestionamento del sistema elettrico, ma saranno altresì previste una serie di misure finalizzate ad assicurare una maggiore integrazione delle connessioni tra il nord e il sud della penisola in modo da garantire un aumento del flusso di energia dalle aree in cui, attualmente, c’è maggiore disponibilità della risorsa (per esempio, dalla Puglia che è una delle regioni con il maggior tasso di presenza delle rinnovabili), verso le zone del paese in cui si registra il picco di consumi.
Terna stringe sulla rete nazionale, dunque, ma è pronta ad accelerare anche sulle interconnessioni con l’estero che saranno, come detto, una delle tessere principali del piano di sviluppo 2018, a cominciare dal nuovo elettrodotto Piossasco-Grand’Ile tra Italia e Francia. Con la firma del finanziamento da 130 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei) per la parte pubblica del progetto e l’accordo con gli energivori per quella privata, la società ha messo a segno nelle scorse settimane due passaggi fondamentali per l’opera che entrerà in servizio nel 2019 e che prevede nel complesso una capacità di scambio sulla frontiera di 1200 megawatt: con i suoi 190 chilometri, equamente distribuiti sul territorio italiano e quello francese, sarà il più lungo elettrodotto in corrente continua al mondo in cavo, completamente integrato con il sistema infrastrutturale di trasporto e risulterà di fatto invisibile. Il nuovo piano ribadirà quindi l’ulteriore sviluppo delle interconnessioni: tra questi progetti, oltre alla Francia, ci sarà anche il cavo con il Montenegro, già inserito nel piano 2017, che sarà completato anch’esso nel 2019 e che avrà una lunghezza di 455 chilometri (dei quali 433 sottomarini). Quanto alla nuova linea con la Tunisia, come aveva sottolineato lo stesso ceo nell’intervista, sarà richiesto un contributo all’Unione Europea che potrebbe materializzarsi a inizio 2018.
FONTE: IlSole24Ore

venerdì 11 agosto 2017

Terna Ferraris consumi elettrici a giugno +7,6%

I consumi elettrici di giugno, conferma Terna, sono stati pari a 27,2 miliardi di chilowattora, con un aumento del 7,6% rispetto al giugno 2016. Più normale la crescita dei primi sei mesi del 2017, quando la richiesta di corrente risulta in crescita del +1,4%.

Il caldo, la domanda dell’industria e i prezzi più robusti hanno gonfiato in giugno i consumi di energia, e i consumi hanno spinto anche il dato della produzione di energia. Così l’estate 2017 si è aperta assegnando al segmento dell’energia il primato di crescita della produzione industriale, +9,8% rispetto al giugno 2016.

Il caldo infatti spinge i consumi elettrici quando si accendono i condizionatori e quando la catena del freddo (dai grandi centri refrigerati di logistica fino ai banchi dei latticini dei negozi) fa marciare a piena forza i compressori per seguire gli ordini dati dai termostati. Ma il caldo fa crescere anche i consumi di benzina e gasolio non solamente perché gli italiani vengono indotti dal clima a cercare il refrigerio nelle gite fuoriporta ma anche perché i climatizzatori delle auto, quando sono accesi, fanno consumare più carburante in modo sensibile.

L’Istat ha rilevato in giugno un aumento fortissimo di attività per le raffinerie (“fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati” +12,1%) e le per utility locali (“fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria” +10,8%). Più lenta e fisiologica la crescita dell’attività di estrazione di petrolio e metano dai giacimenti nazionali (“attività estrattiva” +2,7%).

I consumi elettrici di giugno, conferma Terna (la Spa dell’alta tensione) sono stati pari a 27,2 miliardi di chilowattora, con un aumento fortissimo del 7,6% rispetto al giugno 2016. Più normale la crescita dei primi sei mesi del 2017, quando la richiesta di corrente risulta in crescita del +1,4%.

Qualche dettaglio sulle centrali elettriche. In giugno produzione elettrica nazionale netta (24,6 miliardi di chilowattora) è stata composta per il 42% da fonti rinnovabili d’energia, con una crescita del +8,7% per la produzione fotovoltaica (poche nubi hanno oscurato i pannelli) ma un crollo addirittura del -19,8% per la produzione idroelettrica (pochissima pioggia, soprattutto nel Triveneto) ed eolica (-18,7%).

Sui prodotti petroliferi, rileva l’Unione Petrolifera, in giugno i consumi complessivi sono ammontati 5 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,7% rispetto al giugno 2016. La domanda di benzina e gasolio è risultata pari a circa 2,7 milioni di tonnellate, di cui 0,7 milioni di benzina e 2 milioni di gasolio, con un incremento del 2% (53mila tonnellate in più) rispetto allo stesso mese del 2016.

FONTE: Ilsole24ore.com

mercoledì 9 agosto 2017

Ferraris Terna, dobbiamo rafforzare le magliature della rete

Se c’è una sfida che sembra stargli a cuore più delle altre «è far crescere Terna come una squadra». Non a caso, dopo la nomina, il nuovo ceo Luigi Ferraris ha trascorso i primi due mesi sul territorio. «Abbiamo ingegneri molto capaci e operai in grado di intervenire sulla rete sotto tensione – spiega nella sua prima intervista da capo-azienda -. Li ho visti all’opera ed esprimono al meglio il concetto di squadra. E, solo se saremo una squadra coesa, con un approccio integrato e sostenibile, riusciremo a rispondere efficacemente a un mondo in trasformazione».

Le rinnovabili crescono e si chiudono gli impianti termoelettrici, non sufficientemente compensati però da nuova capacità “green”. Che rischi ci sono?

coperta dalle fonti “verdi” è in costante aumento, viaggiamo su una media annua del 34% con picchi, a maggio, anche dell’87 %. E l’incremento della componente rinnovabile vuol dire un aumento dell’erraticità della risorsa che copre la domanda perché le condizioni climatiche comportano maggiore volatilità e maggiori sollecitazioni per la rete che Terna gestisce. Senza contare che, per via del progressivo spegnimento delle centrali, siamo passati da un eccesso di capacità a un margine di riserva che va assottigliandosi. E, dunque, servono delle contromisure.
Di che tipo?
Una delle risposte possibili è l’avvio del mercato delle capacità, affiancato però da una pianificazione stringente ed è qui che entra in campo Terna. L’ultima nostra pianificazione decennale prevedeva già degli interventi per far fronte a questa situazione, ma credo ci sia spazio per azioni più incisive e per maggiori investimenti nel mercato domestico. Dobbiamo rafforzare le magliature della rete, ma dobbiamo favorire altresì forme di stoccaggio dell’energia. Tutto questo guardando sempre alla sostenibilità come elemento chiave per coniugare investimenti e crescita del paese.
Volete diventare i gestori delle batterie per il futuro?
Non abbiamo quell’ambizione, ma è chiaro che le batterie sono necessarie. E dobbiamo aumentare anche la capacità d’interconnessione con l’estero. Già oggi siamo un hub dell’energia del Mediterraneo: l’Italia può contare su 25 linee elettriche, di cui quattro verso paesi affacciati sul Mediterraneo. Abbiamo poi le interconnessioni con Francia e Montenegro, che vedranno la luce a fine 2019, nonché il progetto con la Tunisia – per il quale sarà richiesto un contributo alla Ue che potrebbe materializzarsi a inizio 2018 – e ulteriori rafforzamenti sono previsti verso Svizzera e Austria. Tutto ciò si trascinerà un piano di investimenti più robusto.
Quanto più robusto?
Credo si possa fare di più e dobbiamo fare di più per accompagnare questa transizione. Pensi solo alle situazioni climatiche degli ultimi mesi soprattutto al sud e al centro-sud dove abbiamo avuto, nella prima parte dell’anno, precipitazioni violente, anche nevose, non previste. Dobbiamo dunque anticipare certi interventi il più possibile per evitare alla popolazione i disagi provocati da condizioni climatiche estreme.
Lei ha anche promesso una politica di dividendi «più generosa» dell’ultimo piano.
Metodologicamente va individuato un parametro in grado di far partecipare i nostri azionisti alla crescita futura degli utili attraverso i dividendi. Poi il quantum lo dobbiamo definire, con l’attuale politica (crescita media annua del 3% fino al 2021, ndr) che rappresenterà un floor e senza perdere di vista la sostenibilità finanziaria.
Veniamo alle acquisizioni. In Europa, sono parole sue, le opportunità sono limitate. Nessuna occasione in vista?
Ci sono delle aree in cui si potrebbero verificare delle razionalizzazioni di portafogli di qualche operatore regionale. In questo senso, guardo sempre al centro-Europa: se ci fossero opportunità di dismissioni, le valuteremmo con attenzione sempre considerando un profilo di rischio basso e un limitato impiego del capitale.
In Sudamerica avete messo piede in diversi paesi. Ci sono ulteriori possibilità?
Il Perù lancerà un’altra asta per una nuova linea nell’ultimo trimestre e parteciperemo. In Cile, c’è una pipeline di progetti che potremmo valutare con attenzione. L’Uruguay vuole costruire altre linee, siamo stati i primi a entrare e abbiamo una posizione di vantaggio. In Brasile, il tema delle interconnessioni è all’ordine del giorno.
Intravvede chance in Africa oltre alla Tunisia?
Se si normalizzerà la situazione in Nordafrica, Terna può giocare un ruolo di supporto alla creazione di un mercato dell’energia, a partire dalla Libia. Che è l’area più critica, ma anche la più strategica perché è di fronte a noi. E quindi va guardata con grande attenzione.
C’è spazio per altre acquisizioni oltre a Europa e Sudamerica?
Direi di sì e potrebbero riguardare, per esempio, società di servizi di eccellenza nell’efficienza energetica, che andrebbero ad arricchire le competenze tecnologiche che abbiamo sviluppato.

FONTE: Ilsole24ore.com

mercoledì 2 agosto 2017

Luigi Ferraris Terna: cresciamo senza aumentare il profilo di rischio

Semestrale di Terna sopra le attese degli analisti, numeri in crescita per le principali grandezze del conto economico. Al giro di boa del 2017 la compagnia presenta un consistente aumento dell’utile netto e dei principali indicatori dell’efficienza operativa quali il Mol e il risultato operativo. Ne parliamo con l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris.


Luigi Ferraris, AD Terna: “Abbiamo battuto le attese di mercato e abbiamo consegnato risultati in crescita, compreso l’utile netto che è risultato in crescita dell’8%. Cosa c’è dietro questo miglioramento? C’è sicuramente una miglioramento della performance operativa, lo scorso anno Terna ha acquisito degli asset dalle Ferrovie consolidando un perimetro più ampio di reti di alta tensione e nel processo di integrazione ha conseguito anche dei risparmi mantenendo i ricavi fermi. Quindi questo ha portato un contributo sicuramente alla redditività operativa. Inoltre abbiamo beneficiato anche di un costo del debito più basso rispetto all’esercizio precedente. Complessivamente quindi abbiamo consegnato un 350 milioni di utile netto”.

Nei radar anche un miglioramento della politica dei dividendi.

“L’aspettativa rispetto a un possibile aumento dei dividendi parte innanzitutto da una situazione patrimoniale-finanziaria solida con margini di maggiore utilizzo della risorsa finanziaria e quindi di possibilità di investire in crescita e quindi rendere partecipi i nostri azionisti a questa crescita. Attualmente abbiamo una dividendo policy che è basata su un valore, non c’è una percentuale applicata all’utile netto ma c’è’ un valore assoluto al quale è stato associato una ipotesi di crescita del 3% annuo. I numeri li dovremmo svelare a marzo dell’anno prossimo quando presenteremo il piano industriale”.

Sulla distribuzione geografica degli investimenti la compagnia guarda lontano e non esclude novità nella seconda parte dell’anno.

“In Europa evidentemente ci sono meno di frequente opportunità di crescita legate ad acquisizioni, in Sud America siamo già presenti con dei progetti che abbiamo vinto, diciamo, in un percorso competitivo e nella seconda metà dell’anno potrebbero esserci altri progetti di questo genere e quindi legati a una cosiddetta crescita organica che potrebbero consentire a Terna di rafforzarsi in termini di presenza in Sud America. Ovviamente, l’ho detto in conference call, lo ridico anche adesso, il tutto deve essere coniugato o per lo meno deve rispettare prima di tutto una stretta e rigida disciplina finanziaria nella valutazione dell’investimento e secondo deve seguire un bassissimo assorbimento di capitale. In altri termini voglio dire che il profilo di Terna come operatore domestico e con un rischio molto contenuto non deve cambiare”.
Nel carnet della spesa per investimenti c’è anche il mercato italiano, il backbone della compagnia.
Riteniamo che ci siano delle opportunità di maggiori investimenti organici nella nostra rete elettrica nel mercato italiano, quindi come dicevo prima in Italia, per assicurare una qualità del servizio costante assecondare la crescita delle rinnovabili e anche fronteggiare queste variazioni climatiche che sono sempre più esasperate”.

FONTE: ILSOLE24ORE

sabato 29 luglio 2017

Terna Ferraris valuta miglioramento politica di dividendi

L’AD di Terna Luigi Ferraris, nel commentare i conti del primo semestre (utile +8,2%, ebitda +2,3% e ricavi +0,7%), migliori delle attese del consenso, ha confermato che la società intende accelerare il piano di investimenti soprattutto in Italia e che proseguirà la ricerca di opportunità di crescita all’estero.


Conti semestrali sopra le attese per Terna. I ricavi, pari a 1.046,9 milioni di euro, sono aumentati di 7 milioni di euro (+0,7%) rispetto al primo semestre del 2016, oltre le previsioni del consenso a 1.041 milioni. A fronte di costi operativi calati del 4,1% a 252,1 milioni di euro, l’ebitda del periodo è aumentato del 2,3% a 794,8 milioni di euro. Il consenso si aspettava un dato a 788 milioni.
Anche gli ammortamenti e svalutazioni, pari a 260,8 milioni di euro, si sono ridotti di 6,4 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2016, principalmente per i minori ammortamenti dovuti alla rivisitazione della vita utile delle linee elettriche, parzialmente compensati dall’entrata in esercizio di nuovi impianti. Mentre l’ebit è cresciuto del 4,7% a 534 milioni di euro.
Gli oneri finanziari netti sono risultati pari a 39,6 milioni di euro, in aumento di 3,4 milioni di euro rispetto al primo semestre 2016, viceversa le imposte sul reddito sono calate di 6,8 milioni (-4,5%) a 143,9 milioni di euro per effetto della riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24%. Pertanto, il tax rate è sceso al 29,1% dal 31,8% del primo semestre del 2016.
L’utile netto di Terna  è così cresciuto dell’8,2% a 351,3 milioni di euro, oltre le attese del consenso a 344 milioni. A fronte, poi, di investimenti complessivi nei primi sei mesi dell’anno, pari a 325,7 milioni di euro, in linea con la guidance 2017 del piano strategico (346,9 milioni nel primo semestre dell’esercizio precedente), l’indebitamento finanziario netto è diminuito più del previsto a 7.941,7 milioni di euro (7.958,9 milioni di euro a fine 2016), grazie alla forte generazione di cassa operativa. Gli analisti si aspettavano un indebitamento finanziario netto a 7.971 milioni.
“I risultati conseguiti nel semestre confermano la solidità economico-finanziaria del gruppo e costituiscono solide basi per poter accelerare il nostro piano di investimenti soprattutto in Italia e valutare nel contempo un miglioramento dell’attuale politica di dividendi”, ha dichiarato l’ad, Luigi Ferraris. “Proseguiremo anche nella ricerca di opportunità di crescita all’estero, rispettando sempre una severa disciplina finanziaria e con un limitato assorbimento di capitale”. La guidance della società prevede per fine anno un ebitda di 1,58 miliardi di euro, pressoché in linea con l’attuale stima del consenso Bloomberg.
Nel secondo semestre Terna continuerà nel perseguimento dei propri obiettivi strategici con il focus sullo sviluppo della rete per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e migliorare la sicurezza del sistema e, al tempo stesso, accelerare il rinnovo dei propri asset. Con specifico riferimento agli investimenti sulla rete di trasmissione nazionale, la società ha previsto un valore a fine anno di circa 0,9 miliardi di euro.
Tra le principali infrastrutture elettriche in corso di realizzazione figurano le interconnessioni con il Montenegro e la Francia, le cui entrate in esercizio sono previste nel 2019. Nella seconda parte dell’anno è poi prevista l’entrata in esercizio dell’elettrodotto a 380 kV Udine Ovest-Redipuglia, in grado di garantire il potenziamento del sistema elettrico friulano, con un beneficio anche in termini di minore rischio di energia non fornita e una maggiore sicurezza negli scambi transfrontalieri con l’Est Europa. Inoltre, il gruppo punta al completamento delle attività nell’area metropolitana di Palermo.
Mentre, per quanto riguarda le attività non regolate e internazionali, Terna vuole posizionarsi sempre più come un Energy Solution Provider e il focus è sulla creazione di valore attraverso le attività per terzi nell’ambito dell’ingegneria, della realizzazione e dei servizi di manutenzione prevalentemente per il settore elettrico e per il business delle telecomunicazioni.
Invece, per le attività all’estero, nel corso del secondo semestre, è previsto l’avvio dei lavori per la costruzione delle linee in Uruguay, Brasile e Perù per una lunghezza complessiva superiore a 850 km e un capitale investito nel periodo 2017-2019 di circa 260 milioni di euro. Proseguiranno anche le attività di scouting per l’individuazione di ulteriori opportunità all’estero che potranno essere sviluppate anche in partnership e che saranno selezionate attraverso processi di valutazione che garantiscano un basso profilo di rischio.
A Piazza Affari al momento il titolo Terna avanza dello 0,49% a quota 4,914 euro.
FONTE: Milanofinanza.it

lunedì 24 luglio 2017

Terna Ferraris, Intesa da 130 milioni con la Banca europea per gli investimenti

Maxi prestito alla società italiana a sostegno degli investimenti per la parte pubblica del progetto “Piemonte-Savoia”, il nuovo collegamento elettrico tra i due Paesi. Luigi Ferraris, Amministratore Delegato di Terna: “L’interconnessione con la Francia è un’opera innovativa e unica al mondo per le soluzioni ingegneristiche adottate, in grado di coniugare sostenibilità e crescita come elementi chiave del piano di investimenti di Terna per il Paese”.
Intesa da 130 milioni di euro tra Terna e la Banca europea per gli investimenti. La società italiana ha ottenuto infatti dalla Bei un finanziamento a sostegno degli investimenti per la parte pubblica del progetto “Piemonte-Savoia”, la nuova interconnessione elettrica in corrente continua a 320 kV che collegherà l’Italia e la Francia.
Il prestito, della durata di 22 anni, prevede una tranche unica a tasso fisso pari all’1,64%. “Siamo molto orgogliosi del contributo che la Banca europea per gli investimenti offre per questo progetto di rilevanza strategica, che contribuirà all’efficienza e alla sicurezza del sistema elettrico europeo, oltre che alla realizzazione del mercato unico dell’energia elettrica”, ha dichiarato Luigi Ferraris, Amministratore Delegato di Terna, secondo cui “l’interconnessione con la Francia è un’opera innovativa e unica al mondo per le soluzioni ingegneristiche adottate, in grado di coniugare sostenibilità e crescita come elementi chiave del piano di investimenti di Terna per il Paese”.


Per Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei, “questa operazione conferma l’impegno della banca dell’Unione europea nel settore cruciale delle reti energetiche e rafforza ulteriormente la proficua collaborazione con Terna: negli ultimi anni abbiamo affiancato la società nei principali piani di investimento per l’ammodernamento e lo sviluppo del network di trasmissione elettrico con un miliardo complessivo di finanziamenti”.
L’interconnessione elettrica ad alta tensione tra Piossasco (Italia) e Grand’Ile (Francia), denominata “Piemonte-Savoia”, prevede complessivamente (tra parte pubblica e parte privata) una capacità di scambio sulla frontiera di 1.200 MW. Si basa sull’utilizzo di soluzioni tecnologiche senza precedenti a livello mondiale ed è stato identificato dalla Commissione europea tra i Progetti di interesse comune a livello comunitario. Con i suoi 190 chilometri, equamente distribuiti sul territorio italiano e quello francese, sarà il più lungo elettrodotto in corrente continua al mondo in cavo, completamente integrato con il sistema infrastrutturale di trasporto, risultando quindi “invisibile”
FONTE: Repubblica.it

martedì 18 luglio 2017

Luigi Ferraris Terna, Uruguay firmato il Project Finance da 81 milioni di dollari

Terna, AD Luigi Ferraris, firmato il Project Finance da 81 milioni di dollari per la costruzione della linea di trasmissione da 500 kV che collegherà le città di Melo e Tacuarembó in Uruguay.
Terna, AD Luigi Ferraris, firmato il Project finance green in Uruguay. Il finanziamento è composto da un Loan da circa 56 milioni di dollari, di durata pari a 17 anni e con un tasso pari a 6m Libor USD +235bps finanziato attraverso la Inter-American Development Bank (IDB) e da un Loan di circa 25 milioni di dollari di durata pari a 15 anni e con un tasso pari a 6m Libor USD +210bps finanziato attraverso il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA).
L’intero finanziamento è stato qualificato come “green loan” da parte di Vigeo Eiris – agenzia specializzata nella valutazione degli aspetti di sostenibilità nella strategia e nella gestione delle imprese – poiché il nuovo elettrodotto consentirà di incrementare la generazione e il consumo di energia da fonti rinnovabili, aumentandone il relativo contributo alla produzione nazionale. Con la realizzazione di questo progetto, quindi, prosegue la strategia di Terna volta a coniugare investimenti e sostenibilità come volano di crescita e creazione di valore.


FONTE
: Repubblica.it

mercoledì 28 giugno 2017

Luigi Ferraris Terna contratto di circa 180 milioni di dollari in Brasile

Terna sotto Luigi Ferraris compie un altro passo avanti in America del Sud: in Brasile con un contratto di circa 180 milioni di dollari.



Terna, ad Luigi Ferraris, ha firmato il closing dell’operazione con il Gruppo Planova per l’acquisizione di due concessioni per la realizzazione ed esercizio di circa 500 km di infrastrutture elettriche in Brasile.
Le attività di sviluppo, progettazione e costruzione (EPC) saranno affidate al Gruppo Planova, in qualità di realizzatore per conto del Gruppo Terna.
Il perfezionamento dell’operazione, effettuata tramite la controllata Terna Plus e realizzato con l’acquisizione di due società veicolo brasiliane “SPE – Santa Maria Transmissora de Energia S.A.” e “SPE – Santa Lucia Transmissora de Energia S.A.”, porterà alla realizzazione di nuove linee, rispettivamente per 158 km nello Stato del Rio Grande do Sul e per 350 km nello Stato del Mato Grosso.
Il valore del contratto (che comprende i costi di sviluppo e la realizzazione delle opere) è di circa 180 milioni di dollari.
“L’accordo – sottolinea la società – rientra nella strategia del Gruppo Terna per lo sviluppo di reti e infrastrutture elettriche all’estero, grazie al know how maturato nel core business della trasmissione elettrica”.
Fonte: LaStampa.it

mercoledì 31 maggio 2017

Luigi Ferraris Terna, una linea elettrica di 132 chilometri in Perù

Terna costruirà una linea elettrica di 132 chilometri nella parte orientale del paese.

Si tratta della prima operazione internazionale messa a segno dalla Terna targata Ferraris
Terna compie un altro passo avanti in America Latina.
Secondo quanto risulta al Sole24Ore, la società guidata da Luigi Ferraris, si sarebbe infatti aggiudicata tramite la sua controllata Terna Plus, la gara indetta da Proinversion (l’agenzia per gli investimenti che fa capo al ministero dell’Energia e delle miniere peruviano), per la costruzione di una nuova infrastruttura elettrica nel paese. In virtù della concessione trentennale assegnata, la spa dell’alta tensione realizzerà una linea elettrica a 138 kilovolt, lunga 132 chilometri, che unirà le stazioni elettriche di Aguaytia e Pucallpa, nella regione di Ucayali, nella parte orientale dello Stato sudamericano. Il valore della commessa si aggiudicherebbe sui 9 milioni di dollari (circa 8 milioni di euro), considerando anche il potenziamento previsto per le due stazioni elettriche esistenti, e dovrebbe garantire 1,4 milioni di dollari l’anno di ricavi (1,2 milioni di euro). A valle della firma del contratto, che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane, Terna avrà 3 anni per la costruzione e la messa in esercizio della linea e il completamento dei lavori.
Si tratta della prima operazione internazionale messa a segno dalla Terna targata Ferraris.
Il nuovo ceo conosce molto bene il Sudamerica, essendo stato anche presidente di Enel Green Power, che in quell’area ha il suo baricentro, nonché ad di Enersis, la controllata sudamericana del gruppo elettrico.
Senza dimenticare che il Perù ha buone prospettive di crescita e uno scenario di lungo termine stabile, oltre ad avere uno piano di sviluppo decennale della rete di trasmissione molto importante, che contribuisce a renderlo uno dei paesi più interessanti nel futuro energetico dell’America Latina, dove Terna si sta progressivamente consolidando. Come si ricorderà, a febbraio la società aveva infatti firmato un accordo con Planova, l’azienda brasiliana impegnata nella realizzazione delle opere civili e infrastrutturali, per l’acquisizione di due concessioni per realizzare ed esercire complessivamente circa 500 chilometri di infrastrutture elettriche. E, a settembre scorso, era stata invece la volta dell’Uruguay con il contratto, assegnato da Ute, la controllata pubblica che si occupa di generazione, trasmissione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica, per la costruzione di tre nuove linee.
Fonte: Radiocor Plus

martedì 16 maggio 2017

Ferraris AD Terna, la sfida portare le nostre reti al centro d'Europa


Il nuovo amministratore delegato, Luigi Ferraris, avrà l’impegnativo compito di fare del gruppo uno dei player fondamentali nella realizzazione del grande network per l’interconnessione e lo scambio di energia nel continente

Anche i manager ritornano sul luogo del delitto. L’ultima volta che se ne era occupato, Terna non esisteva ancora: era la divisione dell’alta tensione di Enel, la teoria di tralicci che porta l’elettricità lungo tutta la penisola. 

Se ne era interessato perché, come direttore finanziario dell’ex monopolista, ha prima lavorato al suo spin off e poi alla quotazione in Borsa, fino al distacco definitivo, lasciandola sotto il controllo della Cassa Depositi Prestiti. 

Ma all’epoca, con il mercato libero dell’energia intento a muovere i primi passi, Luigi Ferraris non avrebbe mai immaginato di tornarci da amministratore delegato. 

E per di più al termine di uno scontro politico che ha visto contrapposte la fazione che fa capo al riconfermato segretario del pd Matteo Renzi, da una parte, e gli uomini del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, dall’altra. Alla fine,l’ex premier ha dovuto accettare che i suoi candidati (si è parlato dell’ex numero uno di Acea Roberto Irace nonché dell’amministratore delegato di A2a, Luca Camerano) si facessero da parte. 

E dare via libera a questo cinquantacinquenne genovese di origine ma ormai romano di adozione, avendo costruito la sua carriera a partire dal 1996 nelle aziende controllate dallo Stato.
L’approdo a Terna è la sua grande occasione, visto che finora il suo è stato un nome noto soprattutto agli addetti ai lavori, dai gestori dei fondi internazionali ai banchieri d’affari. Ma anche ai piani alti di via XX Settembre, con il ministro Padoan e i vertici di Cdp che lo hanno difeso e imposto come manager affidabile per la sostituzione di Matteo Del Fante, ex banchiere e fiorentino come il premier, passato dopo solo un mandato alla guida di Poste Italiane. 

Renzi ha così dovuto accontentarsi, si fa per dire, di aver giubilato Francesco Caio, dirigente di lungo corso in Italia (Indesit) e Inghilterra (Cable&Wireless), reo di non aver voluto lavorare su alcuni dossier cari a Palazzo Chigi come l’acquisizione di Pioneer, la società di gestione del risparmio di Unicredit finita ai francesi di Amundi, ma a un prezzo che Caio aveva definito eccessivo. Vicenda che Ferraris ha comunque potuto seguire da un osservatorio privilegiato, visto che nel 2015 ha lasciato Enel per assumere l’incarico di direttore finanziario proprio alla Poste.

Di tutta questa pubblicità, legata a giochi politici e valzer di poltrone, Ferraris avrebbe fatto a meno, avendo costruito tutta la sua carriera sul lavoro in azienda (raccontano che spesso si presenti in ufficio anche al sabato) e molto poco sui salotti romani. Ma ora non potrà più sottrarsi: «In questi anni ha dimostrato nei ruoli che ha ricoperto di essere abile e scaltro. Ora deve dimostrare di avere il carisma per comandare e farsi rispettare», è il parere di un banchiere d’affari milanese che lo conosce bene.

Che sia capace di navigare anche nei momenti meno favorevoli lo ha dimostrato quando tre anni fa è andato in scena in Enel il ribaltone – imposto da Renzi in tutte le partecipate pubbliche – che ha portato Francesco Starace sulla poltrona di amministratore delegato di Enel. Un cambio avvenuto dopo i nove anni di Fulvio Conti, di cui Ferraris è stato uno dei più stretti collaboratori. Entrato in Enel nel 1999 (dopo esperienze in Price WaterhouseCoopers, Piaggio e Finmeccanica), il manager genovese ha scalato tutte le posizioni. 

Prima come direttore finanziario delle società in cui vennero raggruppate le 15 centrali elettriche da vendere ai privati nell’ambito del processo di liberalizzazione. Poi, dal 2002 al 2004 è stato responsabile pianificazione e controllo della divisione Infrastrutture e Reti, per poi passare con lo stesso ruolo nella capogruppo. 

Il salto di qualità nel 2008, con la nomina a direttore finanziario di Enel, posizione dalla quale ha curato tutte le attività di capital market della società: dall’aumento di capitale da 8 miliardi nel 2009, dopo la complessa acquisizione della spagnola Endesa, alla quotazione di Enel Green Power (per una valorizzazione da 2,4 miliardi), più tutta la sfilza di emissioni obbligazionarie e la gestione del debito “monstre” da oltre 40 miliardi. A cui va aggiunta l’avvio dell’opera di razionalizzazione di tutte le controllate sudamericane di Endesa, un groviglio di partecipazioni incrociate e catene di controllo infinite, di cui Enel è venuta a capo soltanto pochi mesi fa. Proprio al Sudamerica lo destina Starace non appena arriva in Enel nel 2014. 

Il classico “promoveatur ut amoveatur”: l’incarico è prestigioso (responsabile dell’area America Latina e amministratore delegato della Cilena Enersis, il fiore all’occhiello delle controllate d’oltreoceano), ma intanto a Roma un altro prende il suo posto come direttore finanziario. Ecco perché, alla prima occasione, quando Cdp cerca un direttore finanziario da mettere accanto a Caio diventato numero uno di Poste Italiane, Ferraris ha lascia il gruppo dopo sedici anni.

Ma “l’esilio” in Sud America, tutto sommato, potrebbe rivelarsi utile. Nonostante qualche turbolenza (vedi il rallentamento dell’economia in Brasile), il continente ha voglia di crescere e ha fame di energia. Soprattutto di infrastrutture: Terna ha già vinto due gare da 250 milioni di investimento in Brasile (porterà la luce anche nella capitale federale) e in Uruguay, ma conta di partecipare anche a molti altri progetti in corso, sfruttando anche la presenza di Enel in tutta l’America Latina.
Sebbene la gestione della rete nazionale sia la prima fonte di redditività dell’azienda nonché la priorità industriale del gruppo, la crescita nelle attività “non regolate” sarà uno dei mantra della gestione Ferraris: da qui dovranno arrivare nei prossimi cinque anni 350 milioni di ebidta aggiuntivo, con una crescita del 40 per cento rispetto al precedente piano. In parte da investimenti nelle rinnovabili: come il recente accordo con le Fs per l’installazione di centrali a pannelli solari lungo il percorso dell’Alta Velocità per alimentare il Frecciarossa. 

Ma Ferraris dovrà impegnarsi soprattutto nelle attività che potrebbero fare di Terna uno dei player fondamentali per la realizzazione di una rete europea dell’energia. Perché dopo l’inaugurazione del nuovo collegamento tra Calabria e Sicilia e il prossimo della Gissi-Foggia, sono stati eliminati gli ultimi colli di bottiglia che pesavano non poco sui costi della bolletta nazionale. Collegata l’Italia, ora bisogno collegare gli italiani al resto d’Europa, ma anche all’Africa. Nel piano di investimenti da 4 miliardi al 2021, è previsto – per esempio – il completamento del cavo che collegherà la costa adriatica con il Montenegro, con un interscambio fondamentale con tutti gli stati balcanici, che farà così il paio con quello già esistente con la Grecia. Allo stesso modo, dovranno proseguire sia le opere per le interconnessioni con la Francia e l’Austria, ma anche le attività di lobby con gli altri operatori europei (e con l’Unione Europea) per la definizione delle regole che consentano lo scambio di energia lungo tutto il continente.

La geopolitica dell’energia coinvolgerà Ferraris su un piano ancora più alto. Al momento è solo una suggestione, ma gli europei dovranno presto fare i conti con uno dei progetti più ambizioni della Cina: creare una sorta di “internet dell’elettricità”, in contrapposizione alla rete informatica di marca statunitense. In pratica, si tratta di creare una infrastruttura globale dell’energia, alimentata soprattutto da rinnovabili e sostenuta da reti in parte esistenti, ma in buona parte da costruire, e che possa mettere in collegamento l’elettricità prodotta in Australia con quella del Canada.

E i cinesi Ferraris ce li ha in casa: il 30 per cento di Cdp Reti, la scatola che controlla a sua volta il 30 per cento di Terna (ma anche di Snam) è in mano a State Grid of China, la più grande utility del mondo che sarà uno dei protagonisti dell’internet elettrico che ha in mente il governo di Pechino. Non per nulla, State Grid ha già comprato pezzi di rete in Grecia, Spagna e Portogallo. Non è un caso che sia partita dal sud Europa, perché deve essere realizzato ancora il primo collegamento con l’Africa. E, guarda caso, Terna ha appena chiesto un primo finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un cavo tra Sicilia e Tunisia, per un investimento complessivo di 600 milioni. Sarà anche fantageopolitica energetica ma Ferraris farà bene a prendere subito in mano il dossier.

Fonte: Repubblica.it Economia&Finanza

mercoledì 10 maggio 2017

Luigi Ferraris AD Terna, i risultati del primo trimestre 2017 approvati dal CDA

L’Amministratore Delegato Luigi Ferraris ha illustrato i risultati del primo trimestre 2017, esaminati e approvati dal Consiglio di Amministrazione di Terna S.p.A. (“Terna”), riunitosi oggi sotto la presidenza di Catia Bastioli.
  • Ricavi a 523,9 milioni di euro (517,2 milioni nel 1Q16, +1,3%)
  • EBITDA a 402,8 milioni di euro (395,1 milioni nel 1Q16, +1,9%)
  • EBIT a 272,8 milioni di euro (263,9 milioni nel 1Q16, +3,4%)
  • Utile netto di Gruppo del periodo a 179,3 milioni di euro (162,2 milioni nel 1Q16, +10,6%)
  • Indebitamento finanziario netto a 7.444,8 milioni di euro, in diminuzione di 514,1 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2016



Luigi Ferraris, AD Terna dichiara: “Sono molto orgoglioso dell’incarico che mi è stato affidato e intendo mettere al servizio di Terna la mia esperienza nel settore elettrico. Il Gruppo poggia su solide basi e su un Piano Strategico, che costituisce un importante punto di partenza del mio mandato di Amministratore Delegato. Proseguiremo la strategia di crescita sostenibile già avviata, per rafforzare il ruolo centrale di Terna nel settore elettrico italiano e accelerare l’evoluzione del Paese verso sistemi energetici con tecnologie e modelli di sostenibilità all’avanguardia. Terna chiude il primo trimestre del 2017 con risultati economico-finanziari in miglioramento. Sulla base di questi risultati, continueremo a perseguire i nostri obiettivi strategici, con l’impegno di mantenere l’attuale basso profilo di rischio e assicurare ai nostri azionisti un attraente e stabile ritorno del loro investimento”

RISULTATI ECONOMICO-FINANZIARI CONSOLIDATI DEL 1° TRIMESTRE 2017

I ricavi del primo trimestre 2017, pari a 523,9 milioni di euro, registrano un aumento di 6,7 milioni di euro (+1,3%) rispetto al corrispondente periodo del 2016. La variazione è imputabile all’aumento dei ricavi delle Attività Regolate.
I costi operativi sono pari a 121,1 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto al primo trimestre 2016 (-1 milione di euro).
L’EBITDA (Margine Operativo Lordo) del periodo, pertanto, si attesta a 402,8 milioni di euro, in crescita di 7,7 milioni di euro (+1,9%) rispetto ai 395,1 milioni di euro del primo trimestre 2016.
L’EBITDA margin passa dal 76,4% del primo trimestre 2016 al 76,9% del primo trimestre 2017.
Gli ammortamenti e svalutazioni del periodo, pari a 130 milioni di euro, si riducono di 1,2 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2016, principalmente per i minori ammortamenti dovuti alla revisione della vita utile delle linee elettriche, parzialmente compensati dall’entrata in esercizio di nuovi impianti.
L’EBIT (Risultato Operativo) si attesta di conseguenza a 272,8 milioni di euro, rispetto ai 263,9 milioni di euro dei primi tre mesi del 2016 (+3,4%).
Gli oneri finanziari netti sono pari a 20,5 milioni di euro, si confrontano con i 19,2 milioni di euro del primo trimestre 2016 (+1,3 milioni di euro) e registrano un costo del debito dell’1,45%, in linea con le indicazioni del Piano Strategico.
Il risultato ante imposte si attesta a 252,3 milioni di euro, in crescita di 7,6 milioni di euro rispetto al dato del corrispondente periodo dell’esercizio precedente (+3,1%).
Le imposte sul reddito sono pari a 73,7 milioni di euro e si riducono di 9,6 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2016 (-11,5%) essenzialmente per effetto della riduzione dell’aliquota IRES dal 27,5% al 24% per il 2017. Pertanto, il tax rate del periodo si attesta al 29,2% rispetto al 34% del primo trimestre del 2016.
L’utile netto di Gruppo del periodo si attesta a 179,3 milioni di euro, in crescita di 17,1 milioni di euro rispetto ai 162,2 del primo trimestre del 2016 (+10,6%).
Gli investimenti complessivi effettuati dal Gruppo Terna nei primi tre mesi del 2017 sono pari a 99,7 milioni di euro, in linea con la Guidance del Piano Strategico per il 2017, rispetto ai 157,9 milioni di euro nel primo trimestre dell’esercizio precedente, per via del differente mix dei progetti nel corso dell’anno. Tra i principali progetti del periodo si ricordano gli avanzamenti dei cantieri per le interconnessioni elettriche Italia-Montenegro e Italia-Francia e i lavori per il completamento del collegamento elettrico tra Capri e la penisola italiana.
L’indebitamento finanziario netto si attesta a 7.444,8 milioni di euro, in diminuzione di 514,1 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2016 (7.958,9 milioni di euro), principalmente grazie alla forte generazione di cassa operativa e al miglioramento del circolante.
La situazione patrimoniale consolidata al 31 marzo 2017 registra un patrimonio netto di Gruppo pari a 3.718,6 milioni di euro, a fronte dei 3.535,4 milioni di euro al 31 dicembre 2016.
I dipendenti del Gruppo, a fine marzo 2017, sono pari a 3.881, in crescita di 12 unità rispetto al 31 dicembre 2016. Tale incremento è legato principalmente alla politica di recruiting di risorse per l’internalizzazione delle attività di gestione degli impianti acquisiti da FSI.

Fonte: Terna

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