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giovedì 26 marzo 2015

Bonfrisco banche popolari, appello della senatrice al presidente Mattarella

Decreto sulle banche popolari, la Senatrice Cinzia Bonfrisco attacca Pietro Grasso per aver firmato il decreto sulle banche popolari. “Mi appello al presidente Mattarella – ha dichiarato la Senatrice Bonfrisco parlando in aula a palazzo Madama – affinché si faccia garante della Costituzione di cui questa maggioranza e governo stanno facendo scempio”.
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Cinzia Bonfrisco attacca Pietro Grasso per aver firmato, nel periodo di supplenza come presidente della Repubblica pro-tempore, il decreto sulle banche popolari.
“Il presidente Grasso – ha dichiarato la senatrice di Forza Italia – porta la grande responsabilità di aver firmato un decreto totalmente incostituzionale, di cui la Consulta, si incaricherà di svergognare governo e maggioranza, dichiarandolo incostituzionale. Non solo ma è stato anche impedito al Senato di esaminare il decreto, permettendo che rimanesse allaCamera per 50 giorni su 60, sapendo che le modifiche erano molto più difficili e qui invece più probabili”.
“Ci voleva un re travicello – ha aggiunto Bonfrisco etichettando con questo termine il comportamento del presidente del Senato – che nei pochi giorni disponibili firmasse questo decreto, giacché né Napolitano, tantomeno Mattarella, avrebbero mai potuto sottoscrivere un provvedimento che renderà più poveri gli italiani.
Mi appello proprio al presidente Mattarella – ha concluso Bonfrisco parlando in aula a palazzo Madama – affinché si faccia garante della Costituzione di cui questa maggioranza e governo stanno facendo scempio”.

FONTEAdnkronos

mercoledì 30 ottobre 2013

Bonfrisco: il neocentrismo tradisce gli elettori Pdl

Alfano non può essere insieme segretario di partito e ministro dell’Interno.
Anna Cinzia Bonfrisco
Testo integrale da La Notizia Giornale del 25 ottobre 2013.
Più che un falco, la senatrice berlusconiana Cinzia Bonfrisco preferisce definirsi un gatto: «Sa com’è, ogni tanto mi scappa la zampa…». Se n’è accorto il leader delle colombe Quagliariello, da lei definito «apprendista stregone», «traditore» e infine «dottor Stranamore del centrismo».
Piacevolezze a cui ha fatto seguire il non voto sul suo ddl di riforma costituzionale («Sono d’accordo con Nitto Palma: non può prescindere da una seria e profonda riforma della giustizia»), passato poi per il rotto della cuffia tra gli strepiti allarmati dei pdiellini governativi. Due giorni dopo Bonfrisco sceglie di tornare sorniona ma non per questo le sue unghie retrattili sono meno affilate.
Su Alfano osserva di trovare «difficilmente compatibili le cariche di segretario di partito e ministro dell’Interno. Lo dico nell’interesse del Paese e anche nostro: abbiamo bisogno di qualcuno che dialoghi con i cittadini senza essere ingessato al Viminale». Ecco, il partito. Sulla sua nuova sede sventola la bandiera di Forza Italia e invece continuate a chiamarvi Pdl. «È soltanto una questione di tempo. Forza Italia è il punto di approdo di un movimento che per scelta unanime prevede che Silvio Berlusconi ne sia l’unico leader. Questo percorso si completerà con una ratifica del Consiglio nazionale, indetto probabilmente per l’8 dicembre». Al centro di tutto resta la decadenza di Berlusconi dal Senato. «Se dovesse dipendere dal voto del nostro principale alleato allora cambierebbe ogni cosa perché farebbe emergere una contraddizione non sostenibile». Veramente il ministro Lupi va garantendo che il governo resterà comunque in sella fino al 2015. «Chi dice che l’esclusione di Berlusconi non cambierà nulla si nasconde dietro a un dito. E soprattutto inganna gli elettori». Intanto non passa giorno che Giovanardi, Cicchitto e Quagliariello non evochino la costituzione di nuovi gruppi parlamentari. «Mi auguro che non si arrivi davvero a una scissione».
Vabbè, questo lo dite tutti. E nell’attesa? «Nell’attesa mi limito a toccare con mano lo stato di confusione di alcune persone convinte che si possa rappresentare il centrodestra prescindendo da Berlusconi e vagheggiando posizionamenti neocentristi magari targati Ppe. Tutti costoro sono troppo assorbiti dalle alchimie politiche di Palazzo. Non capiscono che gli italiani si aspettano risposte a problemi concreti e non formulette politiche». E quindi? «E quindi quanto volete scommettere che Silvio sarà ancora una volta in grado di tenerci insieme, nell’interesse generale?» conclude con un tono di voce placidamente minaccioso.

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