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lunedì 17 novembre 2008

Lite Varriale-Zenga. Una storica trasmissione sportiva diventa un reality. La cronaca e il punto di vista di Francesco Favia

E’ stato davvero deplorevole il siparietto inscenato da due professionisti del mondo calcistico italiano come Enrico Varriale e Walter Zenga. Spinti da irrefrenabili impulsi, derivati da ripicche di carattere personale, si sono affrontati in diretta su Stadio Sprint la scorsa domenica, scambiandolo per qualche reality show.
“Avrei preferito che lei non avesse parlato di me alle spalle e non avesse fatto apprezzamenti sul mio conto, sulla mia vita privata e sul mio passato di allenatore“. Il giornalista ha contrattaccato: “Lei, Zenga, è stato un grande portiere, che in carriera ha sbagliato poche uscite, questa è un’uscita sbagliata, simile a quella che ci costò il Mondiale del ‘90 nella semifinale contro l’Argentina. Se vuole parlare di calcio, bene“.
Da questo stralcio di lite riportato, si evince l’arroganza di gente come Varriale, gente che soffrendo di mania di onnipotenza, si sente in diritto di criticare un uomo, ferendolo nell’anima, ripescando amari ricordi di una vita dedita allo sport.
Zenga , dal canto suo, ha peccato di alimentare una discussione, che seppur motivata, è, possiamo dire, non eccezionale, nel senso che è normale che due persone possano litigare o avere divergenze di opinioni, ma sicuramente sarebbe stato meglio che dei loro rancori personali se ne fosse parlato in un ambito privato.
Per chi si fosse perso questo “gran pezzo di storia della televisione”, lo spettacolo è disponibile integralmente e ampiamente su Youtube.
La stragrande maggioranza dei commenti sul sito succitato, ma anche nei vari forum sparsi sulla rete, sono di difesa e a favore dell’ex portiere della nazionale. E come non poteva essere così.
Walter Zenga è un uomo che ha dedicato una vita alla sua passione, un calciatore di altri tempi, come pochi oggi se ne vedono. Sicuramente non è un santo, ma la professionalità non gli è mai mancata. In campo ci metteva il cuore, era molto attaccato alla sua tifoseria e per la sua grande passione, la sua voglia di rimanere nell’ambito del calcio giocato, non si è fatto problemi nel far le valigie, lasciare l’Italia, per andar ad allenare in Paesi pieni di problemi di svariata natura come possono essere la Romania e la Serbia-Montenegro.
Il signor, dottor, l’egregio Varriale cosa avrà mai fatto nella sua vita per essere sempre presente sulle reti RAI? La frecciata di Zenga non era necessaria, perché è risaputo che chi lavora in certi contesti, televisivi, giornalistici, non è presumibilmente - come lo potrebbe essere in altri ambiti lavorativi - , ma matematicamente raccomandato da qualche politico o familiare influente.
E tutto questo può importare relativamente ad un lettore, ad un radioascoltatore, ad un telespettatore.
Questa gente, però, che non si è mai sbattuta, - e consentitemi questo termine poco professionale – dovrebbe essere grata al Cielo – o a qualcuno che vive sulla Terra -, lavorare umilmente e non sentirsi il diritto di spadroneggiare, in questo caso in TV. E la televisione, ormai, ha i giorni contati, perché sul web si hanno i veri responsi dalla gente. E se questi professionisti si sentono di fare i gradassi, perché aventi le spalle coperte, beh… dovrebbero ricredersi e pensarci due volte prima di prendere determinati atteggiamenti. Già un presuntuoso e raccomandato pel di carota la gente lo ha fatto fuori, seppur stia tentando una rinascita con una trasmissione tutta sua, concessagli da chissà chi.

Francesco Favia

lunedì 17 novembre 2008 ore 15:15


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