Queste sono la parole di Peter Singer, nuovamente pronunciate di recente durante un'intervista trasmessa da due emittenti americane e riportate in un articolo del WorldNetDaily. Nel corso di questa intervista, Singer si è rivolto ai bambini disabili con il pronome neutro "it", ovverosia quello usato nella lingua inglese per designare le cose e gli animali.
"…stiamo già compiendo dei passi che portano alla terminazione consapevole e intenzionale della vita dei bambini gravemente disabili". Stiamo, secondo il Singer-pensiero, compiendo passi in avanti, nel senso di migliorare il nostro status etico-morale di umani, nell'uccidere questi bambini.
Le precedenti affermazioni che hanno reso famoso, e ricco, il filosofo australiano, offrirebbero materiale fin troppo interessante ed esaustivo al sociologo Peter Staudenmaier, autore del più importante saggio sulle pericolose affinità tra l'ideologia animalista e quella nazista. Per chi non lo sapesse infatti, lo stravagante Peter Singer non è un semplice opinionista in cerca di visibilità ma colui che viene definito il più influente filosofo vivente.
L'intera filosofia animalista fonda i suoi principi sull'"utilitarismo della preferenza" di Singer, secondo il quale la correttezza etica di un'azione deve saper valutare le conseguenze che questa provoca sull'intero sistema coinvolto e le preferenze di tutti gli individui che ne fanno parte.
Più che indignarsi per le parole pronunciate, c'è da chiedersi a che punto sia arrivato l'uomo occidentale per aver dato in affido la cattedra di bioetica più importante al mondo, quella di Princeton, a questo signore. Possiamo ancora in tal caso parlare di uomo occidentale? Il Singer-pensiero esula completamente dalle radici sociali e spirituali che hanno formato l'occidente.
L'utilitarismo è l'antitesi del diritto alla vita così come viene inteso dal Cristianesimo che sta alla base della nostra cultura; esso si incanala pericolosamente nel vortice di un egoismo estremo ed individuale che erge l'esistenza del momento come unica cosa importante, cancellando ogni mistero sul dopo, rinnegando quel che è stato.
Nel soppesare la gravità dell'azione di togliere una vita (qualsiasi vita, anche quella umana), secondo Singer bisogna tenere conto del desiderio di continuare o meno a vivere e soprattutto la qualità della vita che si è in grado di condurre. Alla gravità di usare parametri che non appartengono alla nostra cultura ed al grado di civilizzazione raggiunta, Singer aggiunge che la ragionevolezza di giustificare l'eutanasia o la soppressione di bambini gravemente malati sta anche nel fattore economico in quanto codeste persone hanno un costo sociale elevato.
La filosofia di Singer applicata all'animalismo moderno del quale ne è degno padre, spiega anche cose che ai più risultano assurde e bizzarre. Quante volte ci siamo interrogati sul grado di ragionevolezza degli estremisti animalisti che bloccano ad esempio i piani di controllo per l'uccisione di pochi animali sapendo che questi, se lasciati vivi in quel territorio, causeranno la morte di molti altri animali o danneggeranno irreparabilmente l'ambiente? Per Singer e seguaci quando vita è, se voluta e condotta dignitosamente, rimanga così ad ogni costo, ricercando il benessere del momento, alleviando il più possibile le sofferenze; è il bene del singolo a discapito del tutto.
Non stupitevi pertanto se il più delle volte, per noi che proveniamo da una cultura che riconosce e da il giusto peso a valori che crediamo universali, con le loro azioni e battaglie, gli animalisti ci sembrano fuori dal mondo…Singer e la sua filosofia hanno ampiamente dimostrato che lo sono veramente!
Massimo Zaratin, Consigliere Nazionale FederFauna
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