Più gioco, sport e divertimento per i bambini disabili: l'obiettivo di Fondazione Ariel per migliorare la vita di tutta la famiglia
Francesca Valla, la famosa "tata" della TV, è testimonial della campagna
"Ho dovuto diventare ottimista", dice la mamma di Ginevra, bimba di 7 anni affetta da paralisi cerebrale infantile, che da tempo lotta affinché Ginevra possa giocare, divertirsi e fare sport nella sua città, con la stessa facilità con cui giocano, si divertono e fanno sport tutti i suoi coetanei, senza quindi doversi per forza rivolgere ai centri specializzati.
"Ho dovuto diventare ottimista" è diventato quindi il nome del nuovo progetto di Fondazione Ariel, che opera ogni giorno per migliorare la qualità di vita dei bambini con disabilità e delle loro famiglie e in particolare ora punta ad agevolare la partecipazione di questi bambini alla vita culturale, alla ricreazione, al tempo libero e allo sport. Proprio come sancito dall'articolo 30 comma 5 della Convenzione ONU.
Come rendere possibile questo sogno? Ariel ha pianificato numerose attività, da realizzare tra settembre 2015 e giugno 2016, che permetteranno a molti bambini con disabilità di mettersi in gioco.
Nello specifico: attività sportive, ludico-ricreative e di pet therapy (con il coinvolgimento di almeno 50 bambini con paralisi cerebrale infantile), seminari di sensibilizzazione e formazione (7 seminari per circa 700 individui, tra famiglie, operatori e volontari), ampliamento del servizio psicologico di sostegno alla famiglia (per almeno 50 coppie di genitori). Inoltre, Ariel vuole dare vita un fondo economico destinato a garantire queste attività nel tempo per i bambini delle famiglie più bisognose.
Per poter realizzare tutto ciò, Ariel ha avviato una campagna di raccolta fondi con sms solidale al 45507, grazie al quale è possibile donare 2 euro dal 12 aprile al 3 maggio sostenendo così il progetto.
La nascita di un bambino con disabilità, e in particolare colpito da paralisi cerebrale infantile, è un evento inaspettato che destabilizza tutta la famiglia: un ingiustificato senso di colpa e rabbia, insieme a un senso di inadeguatezza e impotenza, investe i genitori, così come prende forma una complessa sfida per i fratelli e le sorelle del bambino con disabilità.
Spesso le istituzioni si affiancano alla famiglia per le cure terapeutiche al bambino con disabilità (visite mediche, esami diagnostici, interventi chirurgici e riabilitazione) ma non offrono sufficienti azioni di sostegno psicologico e sociale per orientarle rispetto ai servizi esistenti, ai diritti e alle opportunità del sistema di cura.
Fondazione Ariel si impegna quotidianamente nel sostegno di tipo medico, psicologico e sociale alle famiglie. Inoltre lavora per offrire esperienze e attività stimolanti, per migliorare la qualità della vita di tutta la famiglia e la sua piena inclusione nella società.
La famosa "tata" della TV Francesca Valla, ormai da tempo vicina a Fondazione Ariel, sostiene la campagna con SMS solidale.
La paralisi cerebrale infantile è una malattia neurologica che ha ripercussioni invalidanti sul sistema muscolo-scheletrico e per la quale non è ancora possibile a oggi parlare di prevenzione, data la poca prevedibilità delle cause (ipossia, emorragia, infezione) che la provocano. È una patologia dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale, che può colpire il feto o il bambino nei primi anni di vita, e che porta a una perdita parziale o totale delle capacità motorie, oltre a diversi disturbi delle capacità intellettive. Oltre ai danni sensoriali (deficit visivi, uditivi e del linguaggio), le ripercussioni sul sistema muscolo-scheletrico, progressivamente invalidanti, impediscono spesso anche i movimenti più elementari. La chirurgia, pur non risolutiva, è oggi in grado di migliorare notevolmente le capacità motorie di questi bambini; un bambino affetto da PCI nella sua vita necessita in media di tre interventi chirurgici per arrivare a un miglioramento significativo.
Fondazione Ariel nasce nel 2003 per offrire sostegno di tipo medico, psicologico e sociale alle famiglie con bambini affetti da Paralisi cerebrale infantile (PCI), patologia neuromotoria che colpisce in Italia 40mila bambini, con un'incidenza di 1 su 500 nuovi nati.
In 12 anni di attività Fondazione Ariel ha aiutato oltre 2.173 famiglie di bambini con PCI e altre disabilità.
Con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita non solo del bambino ma dell'intero sistema familiare, Ariel si rivolge quindi a famiglie provenienti da tutta Italia, che si trovano ad affrontare e a convivere con il dramma della disabilità.
Nello specifico, Ariel è impegnata nell'assistenza e l'intrattenimento dei bambini in ospedale, nell'orientamento alle famiglie rispetto a servizi e centri di cura specialistici, nella formazione e sostegno psico-sociale di tutta la famiglia; nella formazione delle differenti figure specialistiche del personale sanitario destinato a operare sul territorio; nella formazione dei volontari che si occupano di dare sollievo sia ai bambini sia ai loro familiari durante la degenza in ospedale.
Inoltre Ariel sviluppa progetti di ricerca scientifica al fine di mettere a punto nuove terapie, mediche e chirurgiche, per i bambini con paralisi cerebrale infantile o altre disabilità neuromotorie.
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