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lunedì 21 marzo 2016

L’Ipertensione si combatte anche a passo di Danza

Al congresso SIPREC 2016 anche una Lifestyle Session dedicata alla danza come esercizio fisico d’eccellenza per combattere ipertensione
Al Congresso della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC) in corso a Napoli, anche una Lifestyle Session dedicata alla danza come esercizio fisico d’eccellenza per combattere ipertensione e altre patologie cardiovascolari, che in Italia sono responsabili del 41% dei decessi. L’80% di queste malattie è attribuibile a fattori di rischio comportamentali che possono essere facilmente modificati quali fumo e alcool, dieta non sana e soprattutto inattività fisica.
MYHFG_A New Dance Exercise Programme
Napoli, 18 marzo 2016 – Secondo l’OMS, sono 3,2 milioni le persone che ogni anno nel mondo muoiono a causa dell’inattività fisica, il quarto dei principali fattori di rischio delle malattie non trasmissibili come ad esempio le patologie cardiovascolari; eppure l’80% delle malattie che colpiscono il cuore potrebbe essere prevenuto o gestito modificando alcune insane abitudini tipiche del mondo occidentale, quali il consumo di alcool, il fumo, una dieta non sana e soprattutto la sedentarietà. Dell’importanza di eliminare questi fattori di rischio comportamentali, si discute in questi giorni anche a Napoli, in varie lifestyle session del Congresso della Società Italiana Per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), già sostenitrice dei programmi “Make Your Heart Feel Good”, la campagna europea promossa da Daiichi Sankyo per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari, attraverso semplici accorgimenti da adottare nella vita quotidiana.
Una delle lifestyle session è stata dedicata al ruolo che può ricoprire la danza come esercizio fisico utile ai pazienti ipertesi, partendo dalle linee guida dei maggiori esperti europei in materia di ipertensione, i quali suggeriscono di praticare un esercizio aerobico dinamico per 30-45 minuti 3-4 volte a settimana ad un livello di intensità pari al 50-70% della massima capacità di carico lavorativo. E’ infatti ormai ampiamente riconosciuto che una regolare attività fisica di tipo aerobico, come appunto la danza, può contribuire a ridurre la pressione arteriosa e a prevenire lo sviluppo di coronaropatie. E’ stato ad esempio dimostrato che, riducendo di soli 2 mmHg la pressione sistolica in pazienti di mezza età, si riduce anche del 7% il rischio di mortalità per ischemia e altre cause cardiovascolari e del 10% il rischio di mortalità da ictus, e un’attività fisica regolare consente proprio di abbassare mediamente la pressione sistolica di 3,1 mmHg.
Recenti studi internazionali hanno identificato i benefici che questo tipo di sport porta ai pazienti over 60, dimostrando che la danza, a prescindere dallo stile praticato, è utile per migliorare forza e resistenza muscolare, agilità, equilibrio e coordinazione, e prevenire osteoporosi e rischi cardiovascolari. Inoltre, questa pratica ha il vantaggio di risultare attraente a tutti i target di pazienti, poiché può essere scelta e modificata in base a età, limitazioni fisiche e cultura. A spiegarlo è stato il prof. Massimo Volpe, professore ordinario di cardiologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università “La Sapienza” di Roma: ” E’ fondamentale per tutti, e soprattutto per chi soffre di patologie cardiovascolari, consultare il proprio medico o uno specialista prima di intraprendere qualunque forma di esercizio fisico, ma in generale possiamo dire che gli sport più indicati per questo tipo di pazienti sono quelli con metabolismo aerobico – dunque di resistenza piuttosto che di potenza – e a medio o basso impegno cardiocircolatorio. La danza non ha solo il pregio di possedere queste caratteristiche, ma porta a chi la pratica anche i benefici psicologici derivanti dalla sua natura piacevole e divertente, sia se praticata da soli o in compagnia. Può essere percepita infatti come un hobby piuttosto che come uno sforzo fisico imposto o una terapia, ed ha così tanti stili e forme che può essere adattata a qualunque età e condizione”.
Un regolare esercizio fisico fa bene a tutti, poiché produce un effetto ipotensivo sia in soggetti normotesi che ipertesi, anche se questo risulta maggiore in questi ultimi, essendo proporzionale ai valori di partenza della pressione arteriosa, ed è più accentuato nelle donne e nei soggetti anziani.
L’allenamento aerobico migliora i valori pressori a riposo, la risposta pressoria agli stimoli psicoemotivi e previene gli eventi cardiovascolari attraverso numerosi meccanismi, attenuando il tono del sistema nervoso simpatico, diminuendo la frequenza cardiaca, migliorando la funzione endoteliale con riduzione della rigidità della parete arteriosa, e correggendo i molteplici fattori della sindrome metabolica. L’entità del calo pressorio, inoltre, sembra essere indipendente dall’intensità, dalla durata e dal tipo di allenamento.
A chiarire le implicazioni squisitamente tecniche, ma anche sociali, culturali ed economiche della scelta della danza è stato, nei suoi diversi interventi, il prof. Carlo Tranquilli, Medico Responsabile della Federazione Italiana Danza Sportiva e membro del Comitato Medico della World Dance Sport Federation: “In tutte le età della vita la Danza ha una forte componente socializzante. Come altri sport essa ha un impatto importante sulla regolazione della produzione degli ormoni dello stress. È certamente un’attività da consigliare a tutti, giovani, adulti e anziani, infatti il dispendio energetico può essere anche molto elevato se gli allenamenti vengono condotti sotto la guida di tecnici esperti, ma in particolare i soggetti sedentari trovano nella Danza sportiva un ottimo antidoto alla malattia ipocinetica, migliorando sensibilmente la funzione cardiovascolare, respiratoria e metabolica. La socializzazione, la riduzione dello stress, i miglioramenti della forza e dell’equilibrio sono solo gli effetti più evidenti sulle persone, ma non dimentichiamo che questi aspetti hanno importanti ricadute anche in termini di spesa sanitaria pubblica”, è stato calcolato infatti che le patologie cardiovascolari costano all’economia europea circa 196 miliardi di euro l’anno, dunque la prevenzione, che passa anche attraverso la pratica dello sport, si rivela la scelta più virtuosa sia per il singolo che per la collettività.

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