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Al via la decima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo #IJF16
Perugia, 8 marzo 2016
Come and join us! Con questo invito abbiamo lanciato la decima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo.
Perché per noi il giornalismo è principalmente partecipazione e conversazione. E il Festival vuole celebrare proprio questo aspetto in occasione della sua edizione 2016. La voglia di confrontarsi, il bisogno di raccontare storie, l'importanza fondamentale di condividere esperienze sono come sempre la cifra distintiva del Festival.
Dove sta andando il giornalismo? Stiamo vivendo quello che potremmo definire uno stato di rivoluzione permanente. Un modello di business definitivamente in crisi, diversi modelli da sperimentare e diverse concezioni del giornalismo messe continuamente alla prova. Fact-checking, data journalism, explanatory journalism, il ruolo giornalistico delle piattaforme, paywall vs crowdfunding, l'era dei video e del mobile, robot journalism, realtà virtuale, il coinvolgimento dei lettori e il ruolo civico dell'informazione, la crisi dell'homepage, alla ricerca della "nuova" obiettività, il giornalismo mobile first, capire l'audience oltre le metriche, social networks vs media mainstream: ultimo atto, il caso Spotlight e il potere del giornalismo di cambiare le cose.
Il pubblico e gli speaker in arrivo da tutto il mondo saranno impegnati ad affrontare questi temi che riguardano strettamente la riflessione giornalistica, ma anche tematiche legate all'attualità: i migranti, le guerre, il terrorismo, la rinascita dei nazionalismi, l'Europa in crisi e le nuove sfide della democrazia, la privacy e la sorveglianza di massa, la libertà di espressione e la lotta contro la censura, il ruolo delle organizzazioni non governative nel coprire territori di guerra.
Come sempre arriveranno da tutto il mondo i volontari, 194 fra studenti, aspiranti giornalisti, fotografi provenienti 19 diversi paesi: Brasile, Bulgaria, Camerun, Egitto, Francia, Germania, Grecia, India, Iraq, Italia, Kenya, Lituania, Regno Unito, Russia, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Ungheria.
Main sponsor della decima edizione del Festival saranno Amazon ed Eni, mentre partner istituzionale sarà la Regione Umbria, con cui il team del Festival ha realizzato anche quest'anno un "racconto digitale" dell'Umbria e dei luoghi del Festival per promuovere il territorio e le sue bellezze: umbria.festivaldelgiornalismo.com e umbria.journalismfestival.com. Il tema di quest'anno è il Giubileo.
Confermati gli sponsor Google, Nestlé, Sky e in qualità di sponsor istituzionale la Commissione Europea Rappresentanza in Italia. Per la prima volta saranno sponsor del Festival Twitter e Flair Media Consultancy. Partner tecnico TIM.
Grazie al sostegno degli sponsor pubblici e privati anche quest'anno siamo riusciti ad organizzare quello che viene considerato il più importante media event nel panorama europeo e non solo: 5 giorni, oltre 200 eventi, oltre 500 speaker da 34 paesi diversi, e come sempre tutto rigorosamente a ingresso libero e in live streaming.
#ijfTALK16
Quattro i talk di 16 minuti affidati a personalità del mondo dei media molto diverse tra loro, che porteranno al festival le loro storie, le loro esperienze, le loro riflessioni. Quattro incontri sul mondo del giornalismo che cambia e sulla battaglia per la democrazia e la libertà di informazione.
Mark Little ha fondato Storyful, una delle più importanti piattaforme di verifica dei contenuti online acquistata nel 2013 da News Corp. Dal novembre 2015 è vicepresidente media per Europa e Africa di Twitter.
Pluripremiato giornalista e corrispondente australiano che ha lavorato per Reuters, CNN, BBC e, più recentemente, per Al Jazeera English. Come corrispondente ha coperto soprattutto il Medio Oriente, l'America Latina e l'Africa. Nel 2013, agenti di sicurezza egiziani lo hanno arrestato insieme ad altri due giornalisti di Al Jazeera, accusandoli di "mettere a repentaglio la sicurezza nazionale". Da qui la campagna internazionale di Al Jazeera per il loro rilascio, #JournalismisnotaCrime. Nel giugno 2014 è stato condannato a sette anni di carcere; nel febbraio 2015, a un mese dalla decisione di un nuovo processo per i tre giornalisti, Greste è stato espulso e rimpatriato in Australia, mentre i suoi due colleghi - Baher Mohamed e Mohamed Fahmy - sono stati rilasciati su cauzione.
Scrittore e blogger iraniano-canadese. È stato un pioniere dei blog in Iran, tanto da essere considerato in patria "the BlogFather". Ha trascorso sei anni in prigione in Iran, dal 2008 al novembre 2014. Scrive di media, tecnologia e Iran per varie testate, tra cui Hamshahri Javan, e condivide i suoi pensieri su Twitter e Medium con l'account @hod3r. Su Medium ha pubblicato The web we have to save (luglio 2015), dove esprime tutta la sua preoccupazione per lo stato di salute del "web" che ha ritrovato dopo la sua scarcerazione. L'articolo è stato ripreso da Liberation, Die Zeit, Corriere della Sera, El Pais, Folha de Sao Paulo e The Guardian. Derakhshan è anche il creatore di Link-age, progetto artistico per promuovere un uso più aperto di Internet.
Cosa è rimasto della Primavera araba Attivista per i diritti umani e scrittore. Apolide, cresciuto negli Emirati Arabi, da cui è stato espluso dopo essere stato arrestato. Ha avuto un ruolo importantissimo durante la Primavera Araba. Dal suo account Twitter ha informato sulla rivoluzione in Egitto, traducendo dichiarazioni, canti e video dall'arabo all'inglese, permettendo così al pubblico internazionale di capire quanto stava accadendo. Il lavoro di informazione e traduzione è continuato anche durante la rivoluzione in Libia, quando El-Baghdadi è diventato celebre per le sue mappe, che mostravano le posizioni strategiche sul territorio. Dopo il marzo 2011, si è fatto conoscere inoltre per il suo Manuale del tiranno arabo, una collezione di tweet satirici rivolti ai dittatori in crisi. La lista canonica di tweet è stata tradotta in 13 lingue, e l'hashtag #ArabTyrantManual è ancora oggi utilizzato. Il suo lavoro più importante è The Arab spring manifesto, un libro in due volumi dove espone la visione di un Islam libertario come ideologia post Primavera araba.
Emily Bell direttrice Tow Center for Digital Journalism, Meredith Broussard Arthur L. Carter Journalism Institute, Nicholas Diakopoulos Università di Maryland, Andreas Graefe Tow Center for Digital Journalism, Justin Myers automation editor Associated Press
Giornalismo e Silicon Valley Emily Bell direttrice Tow Center for Digital Journalism, Trushar Barot mobile editor BBC World Service, Madhav Chinnappa direttore strategic relations Google, Mathew Ingram Fortune Magazine, Craig Silverman direttore Buzzfeed Canada
INCONTRO CON
Raqqa è una città della Siria settentrionale, situata al confine con la Turchia, ritenuta sede e capitale dello Stato Islamico. L'assenza di giornalisti sul campo, sia nazionali che internazionali, i rapimenti, le crocifissioni, le decapitazioni e la repressione da parte dell'ISIS hanno creato una cortina di silenzio intorno a Raqqa, resa impenetrabile per la stampa estera. Fino a quando un gruppo formato da giovani giornalisti e attivisti siriani ha lanciato la campagna rivoluzionaria di informazione Raqqa is Being Slaughtered Silently (RBSS), con l'obiettivo di pubblicare e distribuire contenuti online in arabo e in inglese per documentare il massacro, ancora in corso, nella città. I membri di RBSS convivono con il costante pericolo di essere scoperti. Tre di essi sono stati assassinati dall'ISIS. Abdalaziz Alhamza e Hussam Eesa, due fondatori di RBSS, saranno a Perugia per raccontare la loro storia.
Incontro con uno dei più importanti giornalisti investigativi che lavora sotto copertura e combatte contro la corruzione e per i diritti umani in Ghana e non solo. Anas Aremeyaw Anas protegge il suo anonimato nascondendo il volto nelle interviste televisive e nelle apparizioni pubbliche.
Storia di un italiano che ha difeso Kobane dall'ISIS
Mario Calabresi incontra Jay Carney Il direttore di Repubblica incontra il Senior Vice President Global Corporate Affairs di Amazon ed ex Portavoce della Casa Bianca
Come sopravvivere all'hype: le storie di Calcutta e I Cani Ritrovarsi da un giorno all'altro sulla bocca di tutti e dover gestire un successo improvviso: è quello che in forme diverse è capitato a Calcutta, cantautore romano che ha esordito con Mainstream, e a Niccolò Contessa, musicista romano che capitana la band-non band I Cani. I due artisti ci racconteranno le loro esperienze e come si sopravvive (bene) all'hype con la forza della propria musica.
ANYTHING TO SAY?
Per la prima volta in Italia l'installazione Anything to Say? dell'artista Davide Dormino. Si tratta di una scultura di bronzo che ritrae a grandezza naturale le tre figure di Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, che hanno avuto il coraggio di dire no all'intrusione della sorveglianza globale e alle bugie che portano alla guerra. La quarta sedia è vuota e serve per invitare il pubblico all'azione prendendo posizione simbolicamente al fianco delle tre figure. La statua è in tour europeo: Berlino, Dresda, Ginevra, Strasburgo, e sarà per la prima volta in Italia a Perugia, in Piazza IV Novembre, per il Festival Internazionale del Giornalismo. Organizzato in collaborazione con Comune di Perugia.
PANEL DISCUSSION
Oltre 80 dibattiti, ecco alcuni fra i temi principali:
WORKSHOP
Tornano gli appuntamenti di Hackers' Corner (i maggiori esperti italiani insegnano tecniche e strumenti per la sicurezza delle fonti e nella comunicazione giornalistica), Law&Order, una serie di workshop specifici per approfondire e prepararsi agli aspetti giuridici della professione e il filone Data Journalism. Complessivamente la formazione al festival prevede 70 appuntamenti tutti gratuiti. Previsti anche i workshop formativi tenuti da Twitter e Google (sono riconosciuti i crediti formativi ODG).
PRESENTAZIONI
Fra le presentazioni segnaliamo:
A TEATRO
FILM E DOCUMENTARI
"Per quanto siano meravigliose le riprese, per quanto la narrativa sia costruita in modo brillante, il solo fatto di vedere il dietro le quinte di questo governo fa uscire di testa. Nessun altro media ha cose del genere. Chiunque sia greco e abbia visto qualche estratto della serie tende a mettersi le mani alla gola ed esclamare, "Wow, non ho mai visto una cosa del genere. Non ho mai visto l'ufficio del primo ministro. Chi avrebbe mai detto che il capo del personale ha il busto di Lenin sulla scrivania?" Gli manda il cervello in fumo, ma dopo che è successo voglio che dicano "Ok, cos'è successo? Cosa abbiamo imparato?".
ANTEPRIMA Transparent e The Man in the High Castle Amazon organizza la proiezione del primo episodio di Transparent (seconda stagione) e The Man in the High Castle (prima stagione), due serie TV prodotte da Amazon Studios. L'evento sarà introdotto da Roy Price, Senior Vice President Amazon Studios.
Proiezione del pluripremiato film documentario How to Change the World sulle origini e la storia di Greenpeace. Nel 1971 un piccolo gruppo di attivisti è salpato da Vancouver, Canada, su una vecchia barca da pesca. La missione era quella di fermare i test atomici decisi da Nixon a Amchitka, Alaska. Raccontando questa storia inedita alla base della nascita del moderno movimento ambientalista, con accesso a drammatici filmati mai visti in 40 anni, il film è incentrato sull'eco-eroe Robert Hunter e la parte da lui avuta nella creazione dell'organizzazione globale ora nota come Greenpeace. Negli anni '70, assieme a un gruppo di giovani amici idealisti, che la pensavano come lui, Hunter sarebbe stato determinante nel cambiare il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. Questi pionieri hanno catturato le loro azioni coraggiose e a volte sconvolgenti su pellicola, e da questi filmati il regista Jerry Rothwell ha creato un film elettrizzante, a volte terrificante. Vincitore di un premio al Sundance Film Festival, è uno dei documentari imperdibili del 2015.
"Come si fa a mantenere vive le proprie idee se si viene privati della casa, della nazione... di tutto?" (Nour Shamma, artista, drammaturgo, siriano, rifugiato). Dopo cinque anni di guerra, la crisi siriana rappresenta la più grande tragedia della nostra era. Metà della popolazione è stata costretta alla fuga, oltre 7 milioni di persone sono sfollate all'interno del proprio Paese, mentre sono 4 milioni i rifugiati nei paesi limitrofi. Tra loro anche Mohammad, Nour, Alaa, Rasha e molti altri artisti che, nonostante il rientro in una Siria pacificata appaia ancora lontano, ci mostrano che la vita non si ferma in attesa del ritorno. I protagonisti di Torn, incontrati nel campo rifugiati di Zaatari, in Giordania, e a Beirut, rifiutano di essere raccontati come vittime e offrono un nuovo punto di vista sulla capacità di resilienza di un intero popolo. Il film è uno sguardo sulla vita di chi, strappato dalla propria terra, rimane aggrappato alle proprie radici, consapevole dell'importanza di preservare la propria identità e quella di una nazione intera attraverso l'espressione artistica.
La guerra, le migrazioni, la vita di chi è costretto a scappare e a lasciare la propria terra. A parlarne Carlotta Sami portavoce dell'UNHCR, Patrick Kingsley corrispondente per i migranti del Guardian (premiato per il suo lavoro The Journey che racconta il viaggio di un rifugiato siriano attraverso il Mediterraneo), Alessandro Gassman autore del documentario Torn - Strappati, realizzato in collaborazione con UNHCR Italia, che racconta la vita e le speranze degli artisti siriani rifugiati in Giordania e Libano e Alaa Arsheed, uno dei protagonisti del documentario, fuggito dalla Siria con il suo violino e ora in Italia grazie anche a una borsa di studio.
di Brian Knappenberger.
Aaron Swartz era un prodigio della programmazione, co-fondatore di Reddit e hacktivist per la libera informazione che si è suicidato nel gennaio 2013 all'età di 26 anni. Il documentario è un ritratto tragico e dinamico della vita di un maestro dell'open access che era arrivato a guidare la comunità internet in una nuova era di data sharing e free speech.
LIBRI
Fra le presentazioni di libri segnaliamo:
Cosa è successo quando ho "hackerato" il mio cancro al cervello Nel 2012 a Salvatore Iaconesi è stato diagnosticato un tumore al cervello. Invece di arrendersi alla condizione di paziente ha deciso per un gesto radicale, mutuato dalla sua pratica quotidiana di hacker: pubblicare online la sua cartella medica e tutti i dati correlati, e chiedere letteralmente al mondo intero di partecipare alla sua cura, per restituire alla malattia la dimensione umana e sociale persa nei protocolli ospedalieri. E il mondo intero ha risposto. Da ogni angolo della terra medici, ricercatori, guaritori più o meno credibili, designer, artisti, persone qualunque hanno collaborato a un esperimento collettivo di condivisione e apertura. È nata così La cura, un rivoluzionario progetto open-source applicato alla medicina, una storia personale raccontata a due voci, un libro che potrebbe cambiare il nostro punto di vista sulle malattie e su come affrontarle, come individui e come società.
The Idealist: Aaron Swartz and the Rise of Free Culture on the Internet di Justin Peters La storia affascinante e tragica di una delle menti più brillanti della cultura digitale degli ultimi tempi. Prodigio della programmazione, co-fondatore di Reddit e attivista per il libero accesso alla cultura e all'informazione. Si è tolto la vita nel 2013 dopo essere stato inquisito dal governo per il download illegale di milioni di articoli accademici da un database non profit.
IN DIRETTA DA PERUGIA
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