Si discuterà del progetto Juniores e dello scambio di buone pratiche con gli Scout e gli altri club alpini europei.
Milano, 16 febbraio 2016
Dibattere sul significato del titolo di Accompagnatore nazionale di alpinismo giovanile oggi e soprattutto come saper cogliere i segnali di cambiamento dei mondi giovanili per poter essere ancora di più, come Club alpino italiano, punto di riferimento e di aggregazione per i giovani. Sarà questo il tema dell'Assemblea annuale degli Accompagnatori nazionali A.G. del CAI, in programma sabato 20 febbraio a Piacenza, presso la sede della Sezione CAI locale (Piazzale della Cavallerizza, Stradone Farnese, 39) alle ore 9,00.
I corsi di alpinismo giovanile, dedicati a bambini e ragazzi dagli 8 ai 17 anni, sono organizzati dalla maggior parte delle 501 Sezioni del CAI sparse in tutta Italia e hanno l'obiettivo di avvicinare i più giovani alla frequentazione della montagna in maniera consapevole e rispettosa dell'ambiente, dando spazio anche al gioco e al divertimento. Vengono organizzate escursioni a piedi lungo i sentieri, cicloescursioni in mountain bike, arrampicate, visite in grotta e, d'inverno escursioni con le ciaspole e scialpinistiche.
“Le domande che ci poniamo sono: perché i giovani non provano una maggiore attrazione verso il CAI di quella attuale? Perché, diversi di loro, una volta terminato il percorso dell'Alpinismo giovanile, non restano coinvolti nella vita del CAI? Per rispondere ci guardiamo dentro”, afferma Diego Leofante, Presidente della Commissione centrale di alpinismo Giovanile del Club alpino italiano. “Molti giovani, raggiunta la maggiore età e conclusa la fase dell'alpinismo giovanile, si allontanano dalla nostra associazione. Il nostro obiettivo è quello di invertire questa tendenza, governando il processo di evoluzione del sistema dell'A.G., dando un maggior impulso alle Scuole sul territorio, perché solo attraverso di esse il sistema si autoregolamenta e cresce".
L'importanza dell'incontro tra gli Accompagnatori nazionali di tutta Italia è data anche dal ruolo di formatori che essi hanno nei confronti degli altri Accompagnatori nelle Sezioni CAI. "Si discuterà su quali azioni mettere in campo per favorire la crescita in autonomia dei giovani, facendo sì che l'alpinismo giovanile possa diventare il motore su cui far sviluppare il progetto Juniores: una serie di iniziative rivolte ai giovani dai 18 ai 25 – 30 anni, che dia loro anche delle responsabilità".
L'assemblea di Piacenza farà da apripista all'11° Congresso di alpinismo giovanile del sodalizio, in programma a Mantova nel prossimo novembre, dove saranno invitati i rappresentanti delle altre realtà che, in Italia e all'estero, hanno al centro del loro agire i giovani. “Intendiamo confrontarci con loro e scambiarci le buone pratiche”, continua Leofante. “Il maggiore coinvolgimento dei giovani nel CAI è un tema attuale, caldo, che richiederà molto lavoro e impegno. Ma siamo certi che dal confronto con altre realtà, come gli Scout o gli altri Club alpini europei, potremmo trarre delle buone opportunità per i nostri ragazzi, aumentando nel contempo la qualità dei nostri accompagnatori".
L'incontro è organizzato dalla Commissione centrale di alpinismo Giovanile e dalla Scuola centrale di alpinismo giovanile del CAI.
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