Il Presidente dell'IFAD Nwanze chiude il 39esimo Consiglio dei Governatori: L'agricoltura può spezzare la catena di disperazione che porta alle catastrofi umanitari
IFAD President Kanayo F. Nwanze urged leaders to work together to deliver on the Sustainable Development Goals (SDGs) – starting with zero poverty and zero hunger – so "we can break the chain of desperation" that leads to emergencies and humanitarian disaster. ©IFAD/Giulio Napolitan
Roma, 19 Febbraio 2016 - "Lavorando insieme nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - a partire dall'azzeramento della povertà e fame zero – possiamo spezzare la catena della disperazione". Il Presidente dell'IFAD Kanayo F. Nwanze ha chiuso con parole di forte ottimismo i lavori della 39esima conferenza annuale del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD).
Con la consapevolezza che lo sviluppo rurale giochi un ruolo fondamentale non solo nella stabilizzazione delle comunità ma anche nella riduzione dei fenomeni migratori, dei conflitti armati e degli estremismi, gli alti rappresentanti dei 176 Stati membri dell'IFAD hanno rinnovato il loro impegno a investire nella piccola agricoltura e a ridurre la povertà nei paesi in via di sviluppo.
In un contesto in cui le cronache segnalano un costante aumento del numero di rifugiati che entrano o tentano di entrare in Europa, i rappresentanti dei governi membri dell'IFAD hanno esortato a un'azione congiunta per stimolare nuovi investimenti a favore dei piccoli agricoltori così da raggiungere sicurezza alimentare, adattamento ai cambiamenti climatici e prosperità, ed eliminare le cause profonde di conflitti e flussi migratori.
Intervenuto in apertura dei lavori della riunione annuale, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella si è impegnato affinché l'Italia continui a svolgere un ruolo chiave nello sradicamento della fame e della povertà, condizioni che ha definito letteralmente "insidiose ".
Mattarella ha focalizzato l'attenzione sul crescente numero di rifugiati in fuga dal conflitto in Siria e ha invitato i leader di tutto il mondo a dare il loro contributo per far fronte alla crisi e ha ribadito che "salvare vite umane e tendere la mano a quanti fuggono dalla guerra o dalla miseria è un dovere morale, è un dovere di qualunque società che intenda definirsi libera, democratica e autenticamente rispettosa dei diritti umani".
Dr Mohamed Ibrahim (left), globally recognized entrepreneur and founder of the Mo Ibrahim Foundation, told journalist Babita Sharmathat (right) that it is essential to create opportunities for African young people in agriculture so that they can resist the dangerous call of extremism. ©IFAD/Giulio Napolitano
Durante la conferenza tenuta da Mohamed Ibrahim, Fondatore e Presidente della Fondazione Mo Ibrahim, la discussione si è concentrata sulle nuove generazioni e sul ruolo chiave dell'agricoltura nel combattere gli estremismi. Ibrahim ha rimproverato i governi per non aver tenuto fede ai loro impegni di investimento nei confronti del settore agricolo. Secondo Ibrahim infatti, creare opportunità di lavoro per i giovani nel mondo agricolo è un passo essenziale per sottrarli dal richiamo dell'estremismo.
"Niente lavoro, niente speranza", ha detto, ricordando che il continente africano ospita il maggior numero di persone malnutrite e affamate del mondo. "Siamo di gran lunga il continente meno produttivo nel settore agricolo di tutto il pianeta, ma anche quello con la maggiore estensione di terre coltivabili, quindi rappresentiamo un'opportunità".
Nel dibattito dedicato al settore privato, Sunny Verghese, cofondatore e amministratore delegato di Olam International, ha evidenziato la necessità di iniziative coraggiose che permettano di favorire l'accesso dei piccoli agricoltori ai mercati. I partecipanti al dibattito hanno evidenziato come tutti gli attori in gioco - governi, settore privato, istituzioni finanziarie come l'IFAD, piccole e medie imprese e piccoli proprietari terrieri - abbiano un ruolo chiave da svolgere per raggiungere tale obiettivo.
Nuove tecnologie per migliorare lo sviluppo agricolo, moderni approcci volti a creare percorsi di empowerment per le donne e i giovani, metodi innovativi per rendere più attraente il lavoro rurale agli occhi delle nuove generazioni: questi gli argomenti discussi durante la tavola rotonda moderata dal vicepresidente associato dell'IFAD Périn Saint Ange.
Mentre in una conversazione tenutasi poco prima del dibattito, Ismahane Elouafi, Direttore Generale del Centro di ricerca internazionale ICBA, ha ricordato come il mondo si trovi a un bivio in termini di uso eccessivo delle risorse naturali e come la regione mediorientale e dell'Africa del Nord siano già aree gravemente colpite da siccità.
"I cambiamenti climatici hanno un impatto molto forte sulle popolazioni povere e tendono a emarginarle", ha spiegato Ismahane Elouafi. E ha aggiunto: "Abbiamo sfide importanti da affrontare e lo dobbiamo fare ora".
Gli organizzatori del Forum degli Agricoltori, la due giorni tenutasi in concomitanza con il Consiglio dei Governatori dell'IFAD, hanno annunciato tra i risultati raggiunti un piano per rendere la piattaforma per il dialogo più inclusiva: pastori e allevatori sono stati infatti invitati a farne parte in modo da creare legami più forti con i piccoli proprietari agricoli e coltivatori.
L'IFAD investe sulle popolazioni rurali consentendo loro di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare i livelli nutrizionali e rafforzare la resilienza. Dal 1978 sono stati investiti 17.6 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti di cui hanno beneficiato circa 459 milioni di persone. L'IFAD è un'istituzione finanziaria internazionale e un' agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma – il polo delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
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