Sebbene l'Italia si posizioni soltanto all'84esimo posto nella classifica generale dell'ultimo World Giving Index (2017), Indice di generosità mondiale elaborato da Charities Aid Foundation analizzando i dati di 139 paesi, nella graduatoria dedicata della propensione al dono sale di molto, arrivando a ricoprire la 54esima posizione.
Una tendenza confermata anche dall'ultima stima dell'ENROP (European Research Network on Philanthropy)*, che oltre a vedere l'Italia al secondo posto in Europa per donazioni da individui, con 7,2 miliardi di elargizioni (dopo UK, con 16,4), la posiziona nella top five dei Paesi in cui le imprese erogano più risorse con finalità filantropiche, con 1 miliardo di donazioni complessive, dopo Germania (11,2), Francia (2,8), UK (2,7) e Paesi Bassi (1,4).
Proprio la filantropia promossa non solo da privati ma soprattutto da fondazioni e imprese, e il suo crescente peso nella costruzione di un sistema di welfare society, sono al centro del VI Philanthropy Day organizzato da Fondazione Lang Italia giovedì 25 ottobre a Milano, a Palazzo Clerici, dalle 9.30 alle 17.00. "La giornata chiamerà a partecipare circa 200 esperti da tutto il mondo - afferma Tiziano Tazzi, presidente di Fondazione Lang Italia - e si concentrerà in particolare sulla cosiddetta filantropia strategica, vero e proprio motore di miglioramento sociale che supera il "modello bancomat" a sostegno di singoli progetti puntando invece su interventi più strutturati, a lungo termine e sull'empowerment delle competenze di promotori e beneficiari. Questo con il duplice obiettivo di aumentare l'impatto di ogni azione e di rendere i risultati sostenibili e misurabili".
Tra i maggiori protagonisti della filantropia strategica in Italia ci sono le fondazioni, soprattutto quelle d'impresa. Queste ultime in particolare, pur essendo appena 150 su un totale di 6.451, da sole erogano ogni anno circa 200 milioni per realizzare interventi filantropici di innovazione sociale.
Secondo i dati più recenti (INSEAD 2016) in Italia le fondazioni corporate hanno gestito in autonoma il 37% dei progetti filantropici. Le principali aree di intervento a livello nazionale ed europeo (Cecp - Committee Encouraging Corporate Philanthropy) sono quelle della salute (26%) e dell'istruzione, specialmente per la fascia d'età inferiore ai 12 anni (16%).
In Europa la filantropia per interventi di pubblica utilità muove complessivamente circa 60 miliardi di euro l'anno da oltre 140.000 tra donatori e fondazioni**. Volumi che potenzialmente potrebbero essere particolarmente significativi in ottica transnazionale, come donazioni effettuate da un Paese all'altro, non solo in termini di valenza materiale ma anche come espressione di coesione all'interno dell'Unione.
Su questo fronte, però, pesa ancora l'assenza di un mercato unico senza confini per i capitali filantropici, con una normativa fiscale europea che impedisce l'equivalenza delle elargizioni liberali transnazionali alle donazioni effettuate a livello nazionale.
Per questo è nato il Transnational Giving Europe - TGE che collabora al momento con organizzazioni ed enti non profit in 20 Paesi (il punto di riferimento per l'Italia è Fondazione Lang Europe Onlus) consentendo a donatori privati e corporate di sostenere finanziariamente organizzazioni non profit di altri stati membri beneficiando dei vantaggi fiscali previsti dalla legislazione del proprio Paese di appartenenza.
Nel decennio 2007-2017 le donazioni all'interno del network sono aumentate di oltre il 500%, assestandosi a 10,5 milioni di euro a fine 2017 con una proiezione di chiusura per il 2018 di quasi 15 milioni.
Il VI Philanthropy Day è realizzato anche grazie al sostegno del main sponsor UBI Banca. La Fondazione Snam è partner dell'evento, che gode del patrocinio di Fondazione Cariplo e della collaborazione dei media partner Percorsi di secondo welfare e Alliance.
* Stima ERNOP - European Research Network on Philanthropy 2017 (su dati 2013)
** Massimo Lapucci, EFC - European Foundation Centre, intervista Fondazione Lang Italia 2018
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