Gocce di verità ha intervistato il team PIER per sapere come la pensano su diversi argomenti di attualità.
Beppe: L’Italia è ancora un Paese dove si può fare molto, soprattutto per i giovani, ed è bello tornare per mettere a disposizione ciò che si è imparato fuori. L’Università italiana è una struttura in crisi, speriamo che questo Governo e i successori si prendano carico di questa situazione.
Francesco: Andare all’estero è fondamentale anche solo per conoscere nuovi modelli di pensiero radicati in culture diverse dalla nostra, e per capire i limiti del nostro modo di pensare. Detto questo ho avuto l’opportunità di lavorare all’interno della mia università conoscendo persone preparate che lavorano intensamente, anche per migliorare la situazione della ricerca italiana.
Pier: Il sistema universitario italiano, per quanto affetto da problemi e mancanze, è ancora in grado di formare menti creative e tecnicamente preparate. Rimanere significa creare valore in Italia e dare il proprio contributo (piccolo) per cambiare le cose.
Matte: “L’italiano medio” ha bisogno di conoscere il mondo che lo circonda per migliorare se stesso e il Paese Italia in cui vive.
Beppe: Sicuramente sì. La nostra applicazione è un esempio di una buona pratica che può essere messa in campo per tutelare l’ambiente marino soprattutto in quelle situazioni nelle quali è quasi impossibile evitare modesti riversamenti di inquinanti in mare.
Francesco: In un mondo sempre più affamato di energia è spesso difficile trovare soluzioni attuali che riescano a dare una risposta concreta a questa domanda, da un punto di vista economico e ambientale.
Matte: La spinta di innovazione in particolare nel settore energetico in relazione con l’impatto ambientale, lo sfruttamento adeguato delle risorse presenti sul territorio e la relativa sicurezza possono essere i motori di spinta dell’economia italiana.
Beppe: Ci teniamo innanzitutto a precisare che stiamo al momento ancora valutando l’opportunità di brevettare parte dei risultati ottenuti tramite il nostro progetto.
Matte: Il disastro del Messico ha generato con un solo evento un inquinamento marittimo senza precedenti. Che l’evento inquinante sia volontario o no, il nostro dispositivo potrebbe essere applicato ogni qual volta si voglia arginare un agente inquinante che mette a rischio l’ecosistema naturale circostante.
Pier: Gli investimenti e il progresso tecnologico nel settore delle energie rinnovabili sono stati molto importanti negli ultimi decenni, ma la nostra società fa ancora largo affidamento sui combustibili fossili. L’età dell’oro nero è una fase della storia dell’uomo destinata sicuramente a concludersi, ma non sarà la nostra generazione a vederne la fine.
Matte: La sindrome Nimby è ben diffusa sotto ogni forma in tutta Italia. Son dell’idea che sono necessari i compromessi. A fronte di un beneficio che può scaturire dalla trivellazione del fondale marittimo non ci può essere un danno irreparabile e soprattutto continuativo all’ecosistema. Operazioni di questo tipo sono state già eseguite in giro per il Mondo con impatti ambientali ridottissimi.
Francesco: Penso che in questo periodo ci sia una maggiore necessità di energia, soprattutto per le attività industriali e che, purtroppo, le energie rinnovabili non siano ancora mature per la sostituzione dei combustibili fossili.
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