Asitor – Associazione Italiana per l'Orientamento
Intervista ad Adriano Mingarelli, nominato Coordinatore Regione Lazio dal Presidente Asitor, Prof. Antonio Colombo
Un'associazione senza scopo di lucro che punta a far conoscere la cultura dell'ORIENTAMENTO in tutte le sue declinazioni: da quello SCOLASTICO E UNIVERSITARIO, a quello PROFESSIONALE, fino all'OUTPLACEMENT. Adriano Mingarelli ci parla dell'attività di ASITOR, l'Associazione Italiana per l'Orientamento, della quale è il coordinatore per il territorio laziale.
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"Come indica l'homepage del nostro sito web (www.asitor.it) – ci ha spiegato il dott. Mingarelli -Asitor è nata nel febbraio 2007, con la finalità di valorizzare, accrescere e aggiornare le competenze della figura professionale dell'orientatore, accreditando alti livelli qualitativi sia degli addetti all'orientamento che dei servizi da loro offerti".
L'Associazione, presieduta del Prof. Antonio Colombo, riunisce tutti i professionisti che operano nelle varie tipologie e nei diversi contesti dell'orientamento, sia in istituzioni pubbliche che private, sia da interni che da consulenti esterni. "Ci proponiamo di diventare – dice Mingarelli - una componente attiva nello sviluppo e nell'evoluzione sociale del Paese, favorendo i processi di
cambiamento che caratterizzano l'attuale società della conoscenza".
Obiettivo di Asitor è di facilitare l'accesso al mercato del lavoro alle figure, sia nuove che tradizionali, dell'orientamento, mettendo a disposizione gli strumenti operativi, normativi e culturali indispensabili per esercitare la professione. A questo scopo, già in passato l'associazione ha promosso importanti momenti di formazione professionale orientativa, patrocinati da AISO, l'Associazione Italiana di Outplacement (www.aiso.it),
"Vogliamo valorizzare la funzione strategica dell'orientamento presso le istituzioni – spiega inoltre Mingarelli - e collaborare con il Governo, in qualità di ente tecnico, per progettare la rete di servizi pubblici, previsti per legge, che si occuperanno di orientamento in Italia.
Asitor desidera, inoltre, migliorare la relazione tra persona ed lavoro, favorendo uno sviluppo culturale e professionale basato sui valori di eccellenza e professionalità, rispetto dell'etica professionale, cultura della partecipazione, centralità della persona.
Ma orientatori si nasce o si diventa? "Le competenze orientative non sono una dote naturale – prosegue il dott. Mingarelli - ma vengono maturate nel corso della vita. Quelle di base si sviluppano prevalentemente in età evolutiva: in questa fase la scuola, insieme alla famiglia, ha una forte responsabilità nel raggiungimento di questo obiettivo.
Le competenze specifiche, invece, si sviluppano e si consolidano attraverso le cosiddette azioni orientative. Al loro potenziamento concorrono più soggetti, ma una prima distinzione riguarda le azioni in risposta a bisogni di monitoraggio.
Le azioni orientative, identificabili con le diverse attività messe in campo per sostenere il processo di orientamento, si possono quindi collocare lungo un continuum che va da un basso contenuto ad un alto contenuto di specificità orientativa in funzione del tipo di bisogno a cui rispondono e del livello di competenze orientative (generali o specifiche di monitoraggio e di sviluppo) che si propongono di far maturare".
Diversificare gli obiettivi e i metodi di lavoro è indispensabile affinché tutti, non solo in base alle differenze di età e di condizione lavorativa, ma anche in funzione delle risorse personali, dei vincoli socio-economici e delle identità culturali, possano trovare negli interventi di orientamento un sostegno efficace al proprio processo di crescita. "È fondamentale – dice Mingarelli - pensare ad un'offerta formativa che tenga conto dei bisogni specifici del soggetto cui viene rivolta, operando quindi una personalizzazione del servizio orientativo.
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Parlando della Regione Lazio, di cui è rappresentante per Asitor, il dott. Mingarelli sottolinea l'importanza cruciale dell'incentivazione allo sviluppo regionale. "Sono convinto – spiega - che sia indispensabile una definizione degli standard professionali e di servizio regionali, che siano inspensabili azioni per la promozione della piena occupazione, azioni di consulenza per promuovere l'autoimpiego, di orientamento alle pari opportunità nel sistema educativo, progetti per l'internazionalizzazione delle imprese ed azioni per le integrazioni fra le diverse politiche del lavoro".
Agevolare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per alte professionalità provenienti dalla formazione post Master, orientare sia gli studenti che devono ancora completare il percorso universitario, sia quelli che vi sono usciti da poco. Sono solo alcuni dei obiettivi che Asitor si prefigge. "Per raggiungerli – sottolinea Mingarelli – intendiamo avvalerci di diversi strumenti: dal contatto con gli utenti presso gli sportelli, al counselig psico-attitudinale, dai seminari informativi alle presentazioni aziendali. Sono azioni che vanno realizzare in collaborazione con Regione Lazio, Provincia e Comune di Roma: con loro vogliamo creare un vero e proprio sistema di placement, impostare un rapporto solido e costante".
Mingarelli ribadisce l'importanza di una programmazione territoriale dei servizi di orientamento attraverso la definizione di alcuni elementi strategici e difficoltà. "In Italia – spiega - i servizi di orientamento si sono sviluppati in modo frammentario e non integrato, ciò ha avuto un duplice effetto: la sovrapposizione dei servizi per alcuni target e la totale assenza per altri, con un conseguente spreco di risorse". Rispetto all'inadeguatezza della comunicazione dei servizi offerti e alla disomogenea distribuzione degli stessi sul territorio, Mingarelli propone un sistema orientativo allargato che preveda più risposte alle diverse esigenze dei soggetti, senza, però richiedere un aumento dei complessi ospitanti, operando un'integrazione tra i diversi sistemi; pratica per altro ritenuta complessa a causa della tendenza autoreferenziale propria dei diversi sistemi.
Per quanto concerne le scelte di programmazione regionale in materia di orientamento nel Lazio, Mingarelli parla di possibili scenari di miglioramento per l'integrazione, la differenziazione e la specializzazione delle azioni di orientamento.
"Rispetto alla finalità dichiarata dell'orientamento, che è quella di permettere ad un individuo di prendere coscienza delle sue caratteristiche personali e di svilupparle in vista della scelta degli studi e delle attività professionali, – ribadisce il dott. Mingarelli – siamo convinti che i metodi adottati per raggiungere questi obiettivi sono ancora piuttosto insoddisfacenti: la diversificazione dei bisogni di sostegno ai processi di transizione espressi dalle singole persone (e dalle diverse tipologie di target sociali), ci induce infatti a riflettere sulla necessità di superare una prima differenziazione delle azioni orientative- informazione, formazione orientativa, consulenza individuale - sviluppata negli anni '90".
"Se, come sembra ormai dall'evoluzione delle normative, - spiega il Coordinatore regionale laziale - l'orientamento deve considerarsi un'azione trasversale alle politiche formative, sociali e del lavoro, la prospettiva di costruire un sistema con dignità autonoma diventa ancora più complessa e rischia di essere di volta in volta schiacciata dalle ambizioni di uno degli altri sistemi con cui necessariamente deve interagire.
L'esigenza di ri-definire, sul piano teorico-metodologico, alcuni costrutti interpretativi del processo di orientamento, non deve apparire come un mero esercizio accademico, ma come un aiuto ad una nuova progettazione dei servizi, intesi sia come strutture che come linee di intervento, che potrebbero costituire la specificità del sistema.
Il suggerimento va quindi, nella direzione di prendere in considerazione una possibile articolazione degli interventi, azione, aree di attività, servizi, differenziandoli lungo un continuum che pone ad un estremo le azioni a bassa specificità orientativa e all'altro le azioni ad alta specificità
I criteri per differenziare le azioni di sostegno al processo di orientamento, vanno dunque ricondotti all'articolazione delle competenze che la persona deve sviluppare per potere gestire questo processo in modo efficace ed ai vincoli personali e sociali che favoriscono o inibiscono lo sviluppo di tali risorse personali. Si parla di competenze orientative, per identificare l'insieme di caratteristiche, abilità, atteggiamenti e motivazioni personali che sono necessari al soggetto per gestire con consapevolezza ed efficacia la propria esperienza formativa e lavorativa, superandone positivamente i momenti di snodo.
Tenendo conto del rapporto fra dimensione globale (orientamento personale) e dimensioni specifiche del processo (orientamento scolastico - professionale), è opportuno operare una distinzione fra alcune da considerarsi di base nel processo di orientamento personale, trasferibili da una sfera di vita ad un'altra, propedeutiche allo sviluppo di competenze specifiche ed altre che hanno a che fare con il superamento di compiti contingenti e progettuali.
Le azioni a supporto dello sviluppo di competenze specifiche possono, a loro volta, soddisfare due diverse tipologie di bisogni orientativi che potremmo definire di monitoraggio dell'esperienza formativa e lavorativa (è una dimensione del "sapersi orientare" legata soprattutto alla continuità dell'esperienza in atto) e di sviluppo della storia personale (è una dimensione del "sapersi orientare" legata soprattutto alla capacità di progettarne l'evoluzione compiendo delle scelte in linea con l'identità e i valori di riferimento della persona.
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