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lunedì 19 aprile 2010
La stagione del Toro
Stiamo entrando nella fase zodiacale del Toro compresa tra il 20 Aprile ed il 20 Maggio, con Sole Venere e Mercurio nel segno. Il Toro, primo segno della triade di Terra, indica l'atteccamento a Gaia, nutrice di tutto ciò che è tangibile concreto e manifesto, la nostra Terra, le nostre radici. Dominato dal pianeta Venere che è il pianeta di chi ama la vita ed il suo lato piacevole.., la musica, l'arte, la pittura, la scultura, la letteretaura, la bellezza. . Nella classificazione maschile e femminile è il segno Yin per eccellenza, è Segno Passivo: esso conferisce ai nati sotto questo segno, nel lavoro, l'attitudine alla formazione di quanto è stato creato con molto impegno. Nella classificazione Ternaria è Segno Fisso: esso conferisce ai nati sotto questo segno pazienza, costanza, volontà. Nella classificazione Quaternaria è Trigono di Terra: esso conferisce ai nati sotto questo segno serenità ed armonia. Il segno zodiacale del Toro ha come espressione simbolica Afrodite, o la Dea egiziana Iside, somma divinità egizia che porta sul capo la Luna crescente. In Astrologia infatti la Luna in Toro viene letta come il masssimo della qualità femminile, che sono pazienza, laboriosità, le forze creative della natura, la costanza, la tenacia e la riflessione. E' anche il segno dell'amore per gli animali.
La costellazione del Toro è composta di sette stelle principali, le "Sette Sorelle". I sette nomi delle sorelle tramandatici dalla mitologia classica sono i seguenti: Tigete, Merope, Alcione, Celeno, Elettra, Asterope e Maia.
Nella mitologia hawaiana il dio del cielo è Lono, che è anche il dio dell’agricoltura, della fertilità e della pace, ed in questa veste era legato alle Pleiadi. Il periodo dell’anno a lui dedicato era il mahahiki, che durava circa quattro mesi ed era annunciato dal sorgere annuale delle Pleiadi al tramonto. In questo periodo Lono ritornava e portava con sé le piogge fertilizzanti dell’inverno, mentre tutte le normali attività umane erano sospese per potersi dedicare a sport, giochi, canti e danze hula. Alcune di queste ultime, simbolizzando una copulazione cosmica, avevano lo scopo di eccitare il dio affinché fertilizzasse la terra.
Per i Boscimani le Pleiadi sono le “Stelle dell’aratura” (facendo pensare a un uso calendariale che segnava il tempo della semina).
Gli Inuit conoscono le Pleiadi come Sakiattiak, “l’osso del petto”, mentre i Lapponi in quel gruppo di stelle vedono una vecchia con un branco di cani (Miese-cora).
Nelle pagine di Atene, Esiodo, Pindaro e Simonide, le Pleiadi erano identificate con uno stormo di colombe. Igino nella sua “Poetica Astronomica” narra che Pleione, mentre si recava con le sue figlie in Beozia, fu assalita dal gigante Orione. Le giovani figlie riuscirono a scappare perché Zeus, commosso dalle loro preghiere, le trasformò in colombe. Orione continuò lo stesso ad inseguirle per sette anni, finché cacciatore e uccelli furono trasferiti fra le stelle, dove la caccia continua nelle notti invernali quando le stelle delle Pleiadi percorrono il loro volo siderale verso ovest, inseguite dalla costellazione di Orione.
Le leggende aborigene sono sorprendentemente simili. La maggior parte identifica le Pleiadi con un gruppo di giovani donne che fuggivano dagli indesiderati approcci di un cacciatore, il quale, in alcune versioni, fu castrato come punizione e avvertimento.
Tra i popoli che vivono nel Pitjantjatjara, nel Western Desert, il sorgere delle Pleiadi all’alba in autunno significa che l’annuale stagione degli amori tra i dingo è cominciata. Cerimonie di fertilità sono rappresentate qualche settimana più tardi, per le quali alcuni giovani cuccioli sono selezionati per la festa. In accordo con la leggenda, le Kungkarungkara, le donne ancestrali, allevarono una muta di dingo per proteggersi da un uomo chiamato Njiru (Orione). Egli, malgrado i dingo, riuscì a rapire una delle ragazze (la Pleiade oscura) che morì, pur continuando a seguire le altre. Alla fine le sette donne assunsero la loro forma totemica di uccelli e volarono in cielo, ma, sfidando i loro dingo, Njiru le seguì anche attraverso il cielo.
Trenta secoli fa, i naviganti attendevano, prima di avventurarsi sui mari, la levata primaverile delle Pleiadi, e allo stesso modo, le navi venivano ritirate a secco per l’inverno dopo il loro tramonto autunnale. Ovidio nelle Metamorfosi dice:
“Io appresi a condurre le navi col remo;
osservai l’astro piovoso della capra,
e così pure Tigete, le Iadi e l’Orsa”
Nello zodiaco cristiano di Julius Schiller, che aveva sostituito i dodici apostoli ai segni pagani, il Toro era rappresentato da Sant’Andrea.
Se una nuvola gravida di pioggia e dalla forma strana o le ombre che si allungano sulle pendici di un monte possono far nascere in noi il ricordo di un oggetto, di una persona cara o di un animale domestico, proviamo ad immaginare a cosa potevano pensare i nostri antenati, dediti soprattutto alla pastorizia e all’agricoltura, quando osservavano le stelle del firmamento. È così che sono nate le costellazioni, utilizzate come immensi libri su cui ritrovare storia e mitologia del proprio popolo oltre ad un aiuto per vivere. Non servono arnesi costosi per sopravvivere, ma solo la conoscenza della Natura che si trova avvicinandosi con umiltà a ciò che ci pervade, circonda e ci include.
Le rispondenze:
Le rispondenze del segno del Toro sono nelle orecchie, nel collo, nella gola; questo segno governa pure il sistema linfatico del corpo umano e viene perciò definito il segno dei principi silenziosi. E' consigliabile quindi guardarsi dai comuni raffreddori, perché essi hanno tendenza a ripercuotersi sulla gola, è anche consigliabile non forzare la voce. Conviene inoltre controllare la dieta, evitare i cibi troppo nutrienti e moderare una certa tendenza a mangiare eccessivamente.
Influenze caratteriali: Il pianeta Venere e la dea della bellezza e dall'amore. La magnifica influenza del pianeta Venere determina nei nati sotto questo segno, i quali avrebbero temperamento passionale e impulsivo, una natura arrendevole, affettuosa, allegra, estroversa. Le persona nate sotto il segno del Toro hanno tendenza all'immaginazione e a quanto nella vita costituisca un piacere raffinato, come cibi, ambienti, amicizie, interessi vari. Sono persone ricche di intuizioni, hanno ottima intelligenza, forte, positiva piacevole interessante. La grande sensibilità tende a creare ragioni di sofferenza che conviene controllare. La freddezza, l'indifferenza della persona amata possono oscurare la loro vita. Essendo molto emotivi, se traditi, impiegherebbero molto tempo a dimenticare. Hanno profonda sensibilità artistica conferita da Venere e un forte talento che cercano di realizzare. In amore l'uomo si butta facilmente all'avventura, senza riflettere e troppo tardi si accorge dell'errore commesso, per questa ragione sono facili i disastri coniugali e le separazioni per queste persone. Il suo è un amore possessivo e geloso. La donna sente di più il fascino intellettuale che l'attrazione fisica. Tuttavia desidera essere sempre attraente. È ambiziosa e non si accontenta facilmente di quanto possiede.
Rispondenze cosmiche:
1° decade - Venere, simbolo dell'amore e della fecondità e Marte, simbolo dell'audacia. 2° decade - Venere e Mercurio, simbolo della scienza e ricerca della verità. 3° decade - Venere e Saturno, simbolo del tempo e della pazienza.
Un fulgente esempio di sensibilità taurina è William Shakespeare nato il 24 Aprile e battezzato il 26 aprile 1564 a Stratford-upon-Avon. Sole in Toro e Luna in Bilancia ne determinano il carattere Venusiano. . E' stato il massimo drammaturgo e poeta inglese considerato uno dei più importanti drammaturghi di sempre.
http://www.astrotheme.com/celestar/portrait.php?clef=mJewyUnHu8br&info=1
Interessante nel seguente sonetto di Shakespeare il riferimento alla Rosa Mistica, che rappresenta l'eterno femminile la sensibilità e l'opulenza della Natura.
Sonetto CIX
Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto:
Quella è la casa del mio amore. Se ho vagato,
Come ogni viaggiatore alla fine torno a casa,
Giusto in tempo, dal tempo non cambiato,
Porto l’acqua nella fedeltà per lavare le sozzure del viaggio.
Non credere – benchè nella mia natura regni
La fragilità che assedia ogni tipo di sangue –
Che io possa stupidamente insozzare quell’acqua,
Che io lasci per un nulla la tua ricchezza di bontà:
Perchè nulla è per me l’intero l’universo…
Tranne te, mia Rosa: nell’universo sei tu il mio tutto.
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