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sabato 15 febbraio 2020

L’export della meccanica italiana nel mondo cresce anche nel 2019

L'export della meccanica italiana nel mondo cresce anche nel 2019

Le mete preferite dell'export italiano rimangono Stati Uniti e Germania. Gli accordi Ue con Canada e Corea del Sud fanno entrare i due paesi nelle prime quindici destinazioni per l'export della meccanica italiana. In calo il medio Oriente, segnali promettenti dal Nord Africa.

Milano, 14 febbraio 2020 - L'export delle aziende di Anima Confindustria Meccanica continua a crescere, seppure con qualche rallentamento. Secondo le stime elaborate dall'Ufficio studi Anima, nel 2019 si è raggiunta la quota dei 28,7 miliardi di euro (pari al +1,1% rispetto al 2018). Rimane invariata la quota export a +58,3% a fronte di un aumento generale di fatturato del comparto. 

Gli Stati Uniti continuano a essere la meta principale dei prodotti dell'industria meccanica italiana, con un aumento delle esportazioni nel primo semestre 2019 (1,6 miliardi di euro) del +16,6% - nonostante la preoccupazione dei dazi e le incertezze politiche sembrassero sfavorire una crescita dell'export verso gli Usa. Va evidenziato che nel 2018 il rapporto è stato negativo, con un calo delle esportazioni italiane del -9,8% rispetto all'anno precedente: il rapporto con la prima economia del mondo è tornato ai livelli del 2017.

I primi paesi export del mercato europeo mostrano andamenti positivi: al primo posto si conferma la Germania, la cui domanda di tecnologie italiane è in forte crescita (+6,6% rispetto al primo semestre 2018) per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro. Piuttosto stabile l'import dalla Francia, poco sopra 1,3 miliardi di euro (+0,9%). La quinta posizione tra le destinazioni dell'export rimane occupata dalla Spagna, che aumenta il suo interesse verso il nostro Paese del +6,8% rispetto al primo semestre 2018. Da sottolineare la performance dei Paesi Bassi, che ha aumentato la cifra dell'esportazione italiana di un +9,3% (403 milioni di euro).

Tra i paesi extra-Ue molto bene la Russia che, dopo un calo nel primo semestre del 2018, sfiora i 400 milioni di importazioni dall'Italia (+17,1%).

L'area del medio Oriente registra, in generale, una frenata, dovuta prevalentemente alla componentistica legata all'industria petrolifera: probabilmente l'introduzione dell'In Country Value (un'evoluzione del local content) in Eau e Arabia Saudita sta dando i primi effetti, spostando una parte della produzione all'interno dei paesi stessi e diminuendo le importazioni dall'estero. Questa flessione è confermata infatti verso l'Arabia Saudita, con un calo del -7,8%, mentre le esportazioni negli Eau passano da 235,7 a 194,6 milioni (-17,5%) proseguendo un trend negativo iniziato nel 2017.

L'export verso la Cina rimane abbastanza stabile, confermando il paese come il 6° partner commerciale dell'Italia, mentre cresce di oltre il 32% l'export verso la Corea del Sud, con un valore che supera i 281 milioni di euro.

L'accordo commerciale tra Ue e Canada (Ceta) fa registrare un exploit della meccanica italiana nello stato del nord America: +50,6% (da 177,9 a 268,8 milioni di euro).

I dati delle esportazioni della meccanica nel mondo si confermano ancora una volta uno specchio che riprende e riflette i movimenti geopolitici che attraversano gli scambi commerciali, mutandone la direzione. La situazione di incertezza che regna in medio Oriente ha rallentato gli scambi commerciali con l'Italia, che inizia a spostare il suo interesse verso il continente africano, oggi politicamente più stabile. I dati dell'Ufficio studi Anima confermano un aumento delle esportazioni verso il Marocco e verso la Tunisia che va oltre +10%, la Libia dà qualche segnale di miglioramento mentre l'export in Egitto supera i 190 milioni di euro (+15,8%) nel primo semestre 2019. All'ombra delle piramidi sembra cresciuta un'imprenditoria dinamica e attenta alle tecnologie italiane, confermata anche dalle fiere di settore Oil&gas e water technologies che raccolgono sempre più partecipazione da parte delle nostre aziende. Molto bene in questi paesi anche il comparto delle tecnologie per la produzione alimentare.

L'aumento delle esportazioni nel 2019 coinvolge tutti i macrosettori rappresentati da Anima: movimentazione e logistica (+2,1%), produzione industriale (+1,8%), edilizia e infrastrutture (+1,3%), mentre la crescita di produzione di energia, produzione alimentare, sicurezza e ambiente è più contenuta.

«In uno scenario europeo di stabilità e calo generale della produzione industriale, la meccanica italiana ha risposto bene, soprattutto per quanto riguarda l'export: una conferma che i nostri prodotti sono apprezzati e ricercati all'estero», così il presidente di Anima Confindustria Meccanica Marco Nocivelli, che prosegue: «Uno dei temi più cari all'industria meccanica italiana è sicuramente l'export. Come abbiamo ribadito nel Manifesto Anima consegnato al governo, evidenziamo la necessità nei prossimi anni di sgravi fiscali per l'assunzione di risorse dedicate alle attività per l'export con la creazione di una figura di Made in Italy Export manager presente all'estero per almeno due anni. Riteniamo inoltre importante una defiscalizzazione per le attività di sviluppo del know how, che permetta alle aziende di essere ben preparate prima di sviluppare il proprio business oltre frontiera, in aggiunta a voucher di categoria per la valorizzazione del sistema Italia all'estero».

«Gli scambi commerciali sono sempre più complessi e incerti», continua il presidente di Anima Confindustria Marco Nocivelli. «La situazione geopolitica degli ultimi anni - dalla guerra sui dazi Usa fino alle sanzioni verso Russia e Iran, senza dimenticare la Brexit - sembra ridurre il mappamondo disponibile. Inoltre, non bisogna dimenticare che la Cina è uno dei principali partner economici dell'Italia: bisogna mantenere i rapporti commerciali, soprattutto dopo l'accordo relativo alla Nuova via della seta. Prima di tutto per ragioni umanitarie e di rapporti diplomatici tra i due paesi, e poi anche per motivi economici. Anima ha avuto un ruolo principale per la definizione del recente Memorandum of Understanding (MoU), per lo sviluppo di attività in Cina per le aziende dedicate alle tecnologie impiantistiche per l'Ambiente e il trattamento delle acque, insieme alla cinese Envirovest e siglato insieme al Console generale d'Italia a Guengzhou, Lucia Pasqualini, e al direttore Ufficio Ice del Guangdong, Cecilia Costantino. Il ruolo dell'export e il mantenimento dei rapporti con tutti i paesi stranieri è di fondamentale importanza, anche per questo motivo il MoU siglato con il ministero degli Affari esteri e Cooperazione internazionale rappresenta per la Federazione Anima un motivo in più per dare il pieno supporto alle aziende della meccanica che vogliono esportare».


ANIMA Confindustria Meccanica Varia e Affine è l'organizzazione industriale di categoria che, in seno a Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 221.000 addetti per un fatturato di 48,7 miliardi di euro e una quota export/fatturato del 58,3% (dati riferiti al consuntivo 2019).
I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.


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