Roma, 07/12/2019 - L'Associazione Culturale Pediatri (Acp) dopo un'attenta riflessione interna esprime la propria forte preoccupazione per la proposta di emendamento alla legge di bilancio che prevede l'inserimento di un bonus latte di 400 euro per coprire il fabbisogno di latte in formula nei primi sei mesi di vita dei bambini.
L'incentivo andrebbe alle donne che "per qualche patologia medica" – così si esprime chi ha immaginato questa proposta - non possono allattare al seno e di conseguenza devono acquistare il latte artificiale.
Occorre dunque chiedersi se esistono precise patologie mediche, quindi diagnosticabili, che comportano la impossibilità di allattare al seno. E se la diffusione di tali patologie sia tale da meritare un provvedimento legislativo. Occorrerà in ogni caso la certificazione che la mamma ha una definita "patologia medica". Dovrà redigerla il medico di base? O il pediatra alla dimissione? O il pediatra di famiglia? O sarà autogestita?
Che il provvedimento rischi di fare diminuire l'allattamento al seno è evidente, e Acp ricorda che la proposta "va contro le indicazioni di tutte le società scientifiche e dell'OMS, ed è in evidente contrasto con lo spirito del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno".
"Al contrario, nel Nord dell'Inghilterra, esperienze pilota che hanno incentivato l'allattamento esclusivo con sostegni economici crescenti, all'aumentare della durata dell'allattamento, dedicato a mamme sotto una soglia di reddito predeterminata, si sono dimostrate cost effective, ovvero vantaggiose anche da un punto di vista economico", continua l'Associazione.
"In USA un bonus economico per la mamma che allatta, nelle famiglie a basso reddito, aumenta il tasso di allattamento al seno e fa spendere meno soldi alle organizzazioni di welfare che devono sostenere il costo dell'allattamento artificiale".
In Italia il rischio per il neonato di non essere allattato al seno è già alto in alcune aree del Paese. "La percentuale di bambini allattati esclusivamente al seno nei primi 4 mesi passa dal 44% della provincia autonoma di Trento o dal 40% della Toscana, al 16% della Campania, al 17% della Calabria e della Sicilia", spiega Acp. Mentre i benefici dell'allattamento al seno nell'immediato e nel futuro del bambino sono pieni di evidenze scientifiche.
In Toscana nel 2004 una proposta analoga a questo emendamento alla legge di bilancio è stata opportunamente trasformata in una delibera regionale che prevede la fornitura gratuita di formula tipo 1 per le madri impossibilitate ad allattare per una controindicazione assoluta e permanente (pochissime, tra cui anche la situazione di decesso materno). La procedura si conclude con la autorizzazione regionale e l'attivazione della fornitura da parte delle farmacie. Pochi casi all'anno.
"Se si vuole fare una norma che sia davvero di sostegno alle mamme e ai bambini, si investano risorse per una maggiore tutela del diritto all'allattamento al seno delle donne che lavorano, in particolare per le donne che lavorano al di fuori dei settori che tutelano questo diritto. Ci si preoccupi, piuttosto, di sostenere l'allattamento al seno che è oro colato per il neonato e si dia sostegno, soprattutto nei primi tempi dopo il parto, a tutte le mamme, in modo da poter ridurre le forti diseguaglianze ancora presenti nel nostro Paese", conclude Acp.
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