«Invitiamo Governo e Parlamento italiani a non cedere alla logica della guerra ma ad assumere anche in Siria, come in Libia, un ruolo forte e coraggioso nel costruire una pace vera, che tolga terreno all'espandersi del terrorismo e del Daesh (noto anche come Stato islamico, Is)».
È la posizione espressa della Comunità Papa Giovanni XXIII rispetto all'ipotesi di intervento armato dell'Italia nel conflitto in Medio Oriente.
«I bombardamenti distruggono non solo case e ponti ma anche l'organizzazione sociale, creano spazi vuoti dove prosperano estremismi e terrorismo. L'abbiamo visto in Afghanistan, in Iraq, in Libia – sottolinea Giovanni Ramonda, responsabile generale dell'Associazione –. Il Daesh si sta espandendo
Prosegue Ramonda: «Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon durante la recente Assemblea Generale l'ha detto
«E' ora che il Governo smetta di pensare alle armi come unico strumento di difesa – conclude Ramonda – e valorizzi la Difesa Civile non armata e nonviolenta. In Italia ci sono organizzazioni - Operazione Colomba è una di queste - che da molti anni sono impegnate con successo nella soluzione pacifica dei conflitti internazionali. Di fronte alle nuove sfide servono nuove strategie».
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