Oltre
7400 morti, quasi 15.000 feriti e più di 5 milioni e sfollati. Questi i
numeri tristemente noti del tragico terremoto che ha colpito il Nepal
lo scorso 25 aprile. Di fronte al rischio di diffusione di epidemie e
malattie facilmente prevenibili e curabili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua la sua mobilitazione per dare una risposta urgente alle esigenze umanitarie di salute delle vittime.
“Donne
e bambini sono spesso i più vulnerabili e più colpiti in questi
disastri. Per prima cosa sono i soggetti che rimangono maggiormente
vittime di ferite. Le dure condizioni di vita a cui sono sottoposti, con
mancanza di alimenti sicuri, e in rifugi temporanei e spesso
pericolosi, colpiscono le donne ed i bambini in maniera sproporzionata,
ed in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni. La mancanza di
acqua potabile e servizi igienico-sanitari può portare a diarrea e
polmonite, due delle principali cause di morte per i bambini” dichiara Flavia Bustreo Vice Direttore Generale per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l’OMS. “Inoltre – aggiunge la dott.ssa Bustreo – i
programmi di vaccinazione si interrompono, come abbiamo visto con
Ebola, rendendo i bambini ancora più vulnerabili a malattie mortali e da
lungo tempo facilmente prevenibili con i vaccini, come il morbillo."
Inoltre,
una persona 1 su 3 (circa 4700) degli oltre 15 mila feriti, in seguito
al terremoto, ha bisogno urgente di cure riabilitative. Di queste, il
12% ha subito lesioni alla colonna vertebrale. "Uno
dei bisogni principali in questo momento è mettere a disposizione cure
riabilitative e medici per far fronte a tale esigenza. Risorse di questo
tipo, ad oggi, in Nepal, sono quasi del tutto assenti"
racconta la dottoressa Flavia Bustreo. I funzionari dell’OMS sono in
contatto costante con il dottor Ganesh Gurung per il coordinamento delle
operazioni al Bir Trauma Centre.
L'OMS ha distribuito agli ospedali nepalesi kit sanitari per curare nei prossimi tre mesi oltre 80 mila persone.
I kit contengono medicine e farmaci, dispositivi sanitari monouso,
strumenti e attrezzature accompagnate da linee guida di trattamento, un
set di sterilizzazione e gli elementi per contribuire a fornire acqua
pulita alle strutture sanitarie. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha annunciato l’apertura di un nuovo ufficio in Nepal nel distretto di Gorkha
– a 3 – 4 ore di macchina a nordovest dalla capitale, è una delle zone
più colpite dal terremoto e, allo stesso tempo, consente di arrivare
anche in altre aree molto colpite – per lavorare con le autorità
nazionali e coordinare la distribuzione degli aiuti e far arrivare nel
modo più veloce possibile medicine, operatori sanitari e mezzi
salva-vita fino alle regioni più remote colpite dal terremoto.
Tra i bisogni più urgenti per la salute, per ripristinare una situazione quanto più vicina possibile alla normalità, sono necessarie l’assistenza alle vittime e i feriti e la messa in sicurezza di molti ospedali che, per via dei crolli sono inagibili e hanno costretto i medici a curare le persone in strada. Inoltre, si ha bisogno di farmaci
di base e scorte mediche, attrezzature chirurgiche e strumenti,
assistenza psico-sociale e gestione dei traumi causati dalla tragedia.
L’OMS sta assistendo il Ministero della Salute locale per valutare i
bisogni della popolazione e i danni per il funzionamento delle strutture
sanitarie.
L’OMS, inoltre, ha anche messo a disposizione 175.000 dollari come prima tranche
dal Fondo OMS Sud-Est asiatico Regionale Emergenza Sanitaria (SEARHEF).
I fondi SEARHEF sono orientati a soddisfare le esigenze finanziarie
immediate e a rispondere all’emergenza tempestivamente. Ma la strada da
fare è ancora tanta e per continuare a rispondere in modo adeguato,
l’OMS stima che saranno necessari almeno 5 milioni di dollari per una
risposta umanitaria duratura. L’OMS attualmente sta accettando
contributi finanziari da parte dei donatori e partner, al fine di
affrontare le immediate esigenze di salute pubblica.
Insieme allo staff esperto di emergenze, l’OMS ha dal suo ufficio regionale e dal quartier generale un team di 10 esperti di salute
e di risposta alle catastrofi pubbliche nei settori di: salute
pubblica, epidemiologia, sorveglianza delle malattie, logistica e salute
mentale. L’OMS continuerà a fornire ulteriori interventi di personale
in base alle esigenze che verranno individuate di volta in volta.
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