MILANO – 15 settembre 2015 – La crescita vertiginosa dell'economia e delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo sta spostando l'ago della bilancia nel mercato delle apparecchiature e delle costruzioni di impianti energetici a loro favore. I produttori di energia in questi paesi preferiscono i costruttori domestici di apparecchiature per la conformità alle normative locali, i bassi costi e la base di produzione locale.
Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata "A Changing Global Landscape for the Power Equipment and Construction Market", rileva che i paesi emergenti sono destinati a conquistare una quota maggiore della produzione globale e che la loro capacità installata supererà i 4,6 terawatt (TW) entro il 2030. Lo studio riguarda i mercati degli impianti di produzione di energia elettrica a carbone, a gas e idroelettrici in regioni chiave, e analizza il panorama in continua evoluzione delle apparecchiature, delle costruzioni e della legislazione relative a tali impianti.
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http://corpcom.frost.com/forms/EU_PR_AZanchi_MB11_02Sept15
Il sostegno governativo sotto forma di investimenti nel settore energetico ha avuto un ruolo importante nell'alimentare il mercato interno degli impianti energetici in mercati emergenti come Cina, India e Corea del Sud. La Cina, in particolare, ha finanziato progetti energetici all'estero in paesi ricchi di risorse, portando beni e servizi degli operatori emergenti verso nuove aree geografiche come l'Africa e il Sud America.
Gli operatori storici provenienti da Stati Uniti, Europa, Russia e Giappone – che hanno dominato il settore degli appalti e della produzione di apparecchiature critiche nell'ambito dell'ingegnerizzazione, approvvigionamento e costruzione delle centrali elettriche – stanno assistendo al trasferimento di questo potere dai paesi occidentali a quelli orientali.
"Riconoscendo i benefici a lungo termine dell'utilizzo di apparecchiature di qualità e l'importanza di disporre di strutture di servizio locali, i governi dei paesi emergenti hanno iniziato a rendere fondamentali i trasferimenti di tecnologia e l'utilizzo di strutture locali per partecipare al mercato, - osserva Manoj Shankar, analista di Frost & Sullivan. - Gli operatori tradizionali stanno prestando una maggiore attenzione alle alleanze, fusioni e acquisizioni per accedere ai mercati emergenti che godono di questa fase di boom; allo stesso tempo, tali joint venture consentono ai produttori e ai fornitori di servizi locali di affacciarsi ai mercati globali."
Il mercato del gas è dominato dagli operatori tradizionali. La maggiore produzione di energia idroelettrica e a carbone dei paesi emergenti nell'ultimo decennio ha aiutato gli operatori di tali regioni ad acquisire esperienza nella costruzione di centrali idroelettriche e a carbone. L'attenzione a questi due settori, tuttavia, ha diminuito le installazioni di centrali a gas e ha limitato le attività nell'ambito della tecnologia delle turbine a gas in Oriente. D'altra parte, il maggior numero di installazioni di centrali a gas in Occidente e la superiorità tecnologica hanno aiutato i produttori di apparecchiature tradizionali a conquistare maggiori quote di mercato in questo segmento.
Guardando al futuro, poiché la maggior parte delle utility devono affrontare budget sempre più ridotti e possibilità sempre più ridotte di finanziamento dei progetti, le alleanze con le banche locali aiuteranno ad aggiudicarsi nuovi progetti nei paesi in via di sviluppo.
Lo studio "A Changing Global Landscape for the Power Equipment and Construction Market" fa parte del programma Energy & Power Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo argomento sono: "Global Substation Automation and Integration Market", "Global Microgrids (MGs) and Virtual Power Plants (VPPs) Market" e "Global Distribution Automation Market". Tutte le analisi comprese nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.
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