La Cia sulla proposta di legge presentata dall'onorevole Cenni: in Italia i costi sociali di obesità e sedentarietà toccano i 65 miliardi di euro. Bisogna puntare sull'educazione dei più giovani per invertire la rotta e favorire una dieta sana e corretta. Oggi il 22 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano quotidianamente frutta e verdura.
Dedicare una Giornata nazionale all'educazione alimentare è molto utile, sia per sensibilizzare le famiglie sull'importanza di una dieta corretta ed equilibrata, sia per promuovere i consumi di ortofrutta che continuano a perdere terreno, con un ulteriore calo del 3,6 per cento in valore nei primi sei mesi dell'anno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito alla proposta di legge presentata dall'onorevole Susanna Cenni.
I problemi legati a sovrappeso e obesità sono in aumento, soprattutto tra i più giovani, e oggi ben il 22 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano frutta e verdura quotidianamente -osserva la Cia-. E invece proprio le mele, le arance, tutti gli ortaggi rappresentano uno degli strumenti più efficaci per ridurre i rischi connessi alle patologie del benessere e alle disfunzioni nutrizionali. Diventa quindi necessario frenare il progressivo abbandono dei principi della dieta mediterranea a favore del consumo di "junk food" da parte dei più piccoli (+7 per cento in un anno) e investire su una cultura alimentare che privilegi l'ortofrutta in un'ottica di prevenzione e tutela della salute.
D'altronde -ricorda la Cia- già ora i costi sociali di obesità e sedentarietà toccano, in Italia, i 65 miliardi di euro all'anno. Non solo: ormai nel Paese circa il 12 per cento dei bambini è obeso e, nella fascia d'età tra i 6 e gli 11 anni, uno su tre è in sovrappeso. Per questo bisogna sostenere e promuovere un'alimentazione sana e corretta con iniziative come questa della Giornata nazionale. Occorre incoraggiare e favorire campagne mirate di informazione ed educazione alimentare, che tra l'altro possono anche aiutare le aziende ortofrutticole italiane in questa fase di difficoltà, strette come sono tra il calo dei consumi, gli effetti dell'embargo russo, le conseguenze del maltempo e i prezzi sui campi non remunerativi.
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