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domenica 19 aprile 2009
MERCURIO E LA BELLEZZA
Mercurio in Toro e la Bellezza
Cogli questo piccolo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano - e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
finchè c'è tempo - e coglilo.
RABINDRANATH TAGORE
Calcutta,1861-Santiniketan,1941)
Solo le Cose Mentali sono reali: di ciò che si
chiama Corporeo Nessuno conosce la Dimora...
(William Blake)
Con Mercurio in Toro l’intellento entra nella dimora di Afrodite, la bellezza.
Dimentica le astrusità concettuali, le dispute mentali, evita la distruttività, per adagiarsi placido e tranquillo ad ammirare la bellezza. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole. Proprio questa sua stretta vicinanza lo rende difficile da osservare, in quanto quasi sempre immerso nella luce nel nostro astro. Ma non in questo periodo, osserviamolo quindi all'alba ed al tramonto. Le migliori condizioni di visibilità per questo 2009 si avranno proprio a cavallo tra il 22 ed il 28 Aprile. In particolare sabato 25 e domenica 26, quando si troverà a oltre 20° di distanza dal Sole (Mercurio Prometeico)e sarà quindi ben visibili a tutti e per quasi 2 ore dopo il tramonto del Sole. In particolare Domenica 26 lo spettacolo, tempo permettendo, sarà assicurato. Mercurio sarà accostato ad un piccola falce di Luna, entrambi immersi nei vivaci colori del tramonto.
Mercurio ha veri significati mistici ed uno allegorico. E sebbene questi significati mistici siano chiamati con denominazioni diverse, in generale tutti possono essere chiamati allegorici, perché sono traslati dal senso letterale o narrativo. Infatti, allegoria deriva dal greco alleon che, in latino, si pronuncia alienum, cioè diverso. Alla luce di queste considerazioni, è evidente che occorrono due soggetti, intorno ai quali si sviluppino i due sensi. E perciò bisogna prestare attenzione, in relazione a Mercurio lo sviluppo "doppio" il fascino della figura alchemica è strettamente legato al mistero del significato singolare di Mercurio, con lunghe braccia che finiscono in foglie e fiori e piedi che si trasformano in lunghe radici piantate nel terreno, non è priva di bellezza: tuttavia il suo significato è ben lungi dall’essere nascosto o misterioso. Infatti in dante (Paradiso) il secondo cielo è denominato Cielo di Mercurio, che si connota per l'amore per la gloria e la fama terrena: le anime che risiedono qui sono infatti quelle che si attivarono a tale scopo.Gli artisti. Esse appaiono a Dante come splendori fiammeggianti che danzano e cantano.
Il mercuriale esiste per trasmettere informazioni. Nelle accezioni positive dell'emblema, in quanto nume esso è il messaggero del divino, è il simbolo dell'eloquenza, è il viandante per eccellenza; in qualità di Ermes Psicopompo è il viaggiatore del Regno dei Morti; perché costruttore della lira d'Apollo, è relazionato con il canto. In quanto nome, Mercurio è il pianeta che domina il segno dei Gemelli. Ma in quanto bellezza nel Toro, trasmette sensualità, edonismo, erotismo.
Botticelli raffigurò il suo Mercurio con un mantello rosso cosparso di fiammelle, con un cappello a doppia cuspide, col caduceo innalzato, due spirali intrecciate, verso una nube, con una spada col pomello cinto da foglie di lauro.
Attorno a lui dispose, riconoscibilissimi tra gli altri, tre garofani bianchi sopra un unico altissimo stelo, un lino, una viola, una margherita. Il garofano è il fiore che apre, sull'estrema sinistra, la tavola 7.
Sullo stivale destro dipinse i crescioni; sopra le penne dell'ala, e sotto l'inguine, raffigurò i fiori a stella.
La purificazione e la sacralità sono i segni dominanti che pervadono il personaggio celato in Mercurio. Il lino e la margherita sono immagini di purezza. La viola (da Bonvesin de la Riva e da Poliziano in poi) è il fiore delle virtù cristiane. Simboli di purificazione sono le fiamme sul mantello. La nube è il ricorrente segno biblico del Padre. Il garofano, in greco, è dhiantos, cioè fiore di Dio, mentre in volgare era gherofano, da hieros-phanein, vale a dire "che mostra il sacro". L'elmetto a doppia cuspide è una mitria, simbolo di sacerdozio. Il caduceo è un simbolo di purificazione e salvezza dacché nel mito, col suo uso, Mercurio liberò la città di Tanagra dalla peste. Coi suoi due serpenti in lotta, l'asta mercuriale è il luogo dello scontro degli opposti, è la rappresentazione del combattimento tra la luce e il buio, tra il giorno e la notte, tra il bene e il male. In tal ultimo senso è anche figurazione della dialettica, della contesa tra tesi ed antitesi.
La spada è icona della parola. Il lauro è il segno della gloria poetica. Una spada cinta di lauro, allora, volendo applicare la massima di Cicerone precedentemente citata, è la parola coronata della gloria poetica.
Con Mercurio in Toro l'intelletto è in caduta perchè per raccogliere un piccolo fiore la mente non serve, dobbiamo prostrarci venerare la bellezza, cadendo ai suoi piedi come l'amante di fronte alla sua bella. Un Mercurio dedicato agli artisti ed a tutti quelli che credono che non possiamo continuare a distruggere. A tutti coloro che credono nell’Armonia.
A tutti quelli che credono nella sacralità della giustizia come nel caso della Musica la più Bella di Tutte le Arti Umane, quella che ci avvicina di più a Dio. Il Grande Sacerdote dice a Pitagora:
“La Musica è la via della salvezza”.
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