AUTO (DEALER DAY): UNRAE E FEDERAUTO "INFRASTRUTTURAZIONE, RIFORMA DELLA FISCALITÀ E INCENTIVI NEL FUTURO ITALIANO DELL'AUTO"
Treviso, 17 settembre 2020. Infrastrutturazione, riforma della fiscalità e incentivi anche all'usato. Sono i tre pilastri della ripartenza del settore automotive in Italia per Unrae e Federauto, le associazioni che rappresentano case e dealer italiani ed esteri intervenute oggi nella seconda giornata dell'Automotive Dealer Day 2020 Digital Edition organizzato da Quintegia. "Nell'ormai inevitabile processo di elettrificazione della mobilità la partita fondamentale si gioca sul campo dell'infrastrutturazione - ha detto Michele Crisci, presidente dell'associazione delle case automobilistiche estere -, una sfida su cui siamo in ritardo e che richiede un piano almeno quinquennale di investimento e un piano decennale di incentivi. Si tratta di un processo costoso, visto che la singola installazione di una colonnina fast-charge costa all'incirca 200mila euro, ma è indispensabile per un Paese come il nostro che vive di turismo".
Per Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto: "Parlare di elettrico solo con le colonnine domestiche è impensabile: servono le infrastrutture, ma non solo. Dobbiamo riuscire a svecchiare il parco circolante, con soluzioni che vanno incontro alla capacità di spesa dei possessori di Euro 0-1-2-3 ma anche alle partite Iva e alle aziende, su cui gravano costi troppo alti. Per questo continuiamo a sostenere la necessità di una riforma della fiscalità dell'auto, che rilanciamo alla politica". Sul fronte dei privati, invece, la priorità è stimolare l'acquisto di auto sempre meno clima-alteranti, anche con incentivi statali per l'acquisto di usato di nuova generazione come l'Euro6.
L'Automotive Dealer Day è il principale evento dedicato al b2b dell'ecosistema auto in tutta Europa. Con la partecipazione di oltre 4.800 operatori, nel 2019 ha registrato la presenza di circa il 70% dei concessionari nazionali, 14 case automobilistiche e 6 associazioni di categoria, per fare il punto su un comparto che vale 195 miliardi di euro di giro d'affari complessivo e che incide per l'11,1% sul Pil del Paese.
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