Meriam Yehya Ibrahim, attualmente in carcere col suo primo figlio di 20 mesi, e' stata condannata a morte dopo aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.
"Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa e' agghiacciante e orrendo. L'adulterio e l'apostasia non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani" – ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International.
"Amnesty International considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identita' religiosa. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato" – ha concluso Idriss.
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