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lunedì 19 maggio 2014

Presentato il progetto "ascolto e accompagnamento": a fianco degli anziani contro truffe, maltrattamenti, malnutrizione, ludopatia


"Ascolto e accompagnamento",
al fianco degli anziani contro malnutrizione, ludopatie, truffe e maltrattamenti

 

Auser Lombardia, Associazione Amici della Casa della carità e Collegio Ipasvi di Milano, Lodi e Monza - Brianza hanno presentato il loro progetto comune: un counselling telefonico e un percorso di formazione diffusa per contrastare le fragilità degli anziani

 

Lunedì 19 maggio alle 11.30, in via dei Transiti 21 a Milano, presso la sede di Auser Lombardia, è stato presentato il progetto "Ascolto e Accompagnamento  -  sostegno delle reti di aiuto rivolte alle persone anziane e fragili"; un intervento a sostegno delle fragilità della terza età progettato e realizzato da Auser Lombardia, Associazione Amici della Casa della carità e dal Collegio Ipasvi di Milano, Lodi e Monza - Brianza. Il progetto è sostenuto della Direzione generale Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato della Regione Lombardia e dalla ASL di Milano.


A presentare l'intervento i tre presidenti delle realtà promotrici: Lella Brambilla, per Auser Lombardia, Maria Grazia Guida, per l'Associazione Amici della Casa della carità, e Giovanni Muttillo, per il collegio Ipasvi di Mi – Lo – Mb. Accanto a loro il nutrizionista Alfredo Vanotti docente presso l'Università degli studi Milano - Bicocca e la Libera università L.U.de.S di Lugano. La ASL Milano, tramite Rosa Romano, responsabile del progetto, ha voluto inviare il proprio apprezzamento per le specifiche attenzioni che il progetto dedica agli anziani.


"Ascolto e accompagnamento" è un servizio di consulenza telefonica e un percorso di formazione diffusa sul territorio per contrastare le fragilità della terza età: fragilità nutrizionale, truffe e raggiri, maltrattamenti e dipendenza dal gioco d'azzardo. Il progetto ha preso ufficialmente il via venerdì 2 maggio mentre martedì 13 maggio si è tenuto il primo incontro di formazione per i volontari che porteranno il progetto sui territori coinvolti dall'intervento: la Zona 2 di Milano e il comune di Sesto san Giovanni.


Il counselling telefonico sarà gestito dai volontari appositamente formati e permetterà un dialogo continuo e aperto con gli anziani e i caregiver per risolvere dubbi e incertezze e favorire l'incontro diretto con le situazioni di criticità da indirizzare, quando necessario, verso le apposite e appropriate strutture di cura. Dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30, i volontari risponderanno ai numeri 02.26.22.68.66 (sede di Sesto san Giovanni, via Maestri del lavoro c/o spazio Arte) e 02.84.14.46.13 (Milano Zona 2, Via Meucci 1, Associazione Amici Casa della carità).


Sul tema della fragilità nutrizionale è poi previsto un particolare investimento sulla formazione con cicli di conferenze e di incontri diffusi sul territorio per promuovere consapevolezza sui temi della nutrizione e offrire strategie di recupero della corretta alimentazione. Anche questa attività sarà rivolta agli anziani e ai loro caregiver. "Le nostre realtà – spiega Lella Brambilla, presidente di Auser Lombardia – hanno scelto di mettersi in rete per affrontare i bisogni emergenti, individuati con l'esperienza sul territorio. Partiamo dalla fragilità nutrizionale, problema serio, poco indagato e largamente diffuso. Pensiamo alla moltitudine di anziani che cena a latte e biscotti o addirittura salta il pasto. I più poveri e soli risparmiano dove possono, sempre più spesso sul cibo che perde il suo valore sociale e conviviale, diventa pensiero superfluo e inutile. Poi è qui che incrociano altre fragilità: per esempio, il risparmio sulla spesa alimentare è reinvestito sul gioco d'azzardo". "Gioco d'azzardo – continua Maria Grazia Guida, presidente dell'Associazione Amici della Casa della carità – che spesso diventa l'unico momento aggregativo per queste persone. La delibera n.555 del 28/4/2014, con cui la regione assegna il suo contributo a questo progetto riprende in oggetto il termine 'fragilità'. È un grosso riconoscimento per la cultura promossa delle associazioni di volontariato con la loro attività. Nel nostro incontro quotidiano con gli anziani abbiamo capito che l'intervento in loro sostegno andava ampliato conciliando l'ascolto con la costruzione di una rete sociale di prossimità. Con il nostro progetto, vogliamo ripartire dalla costruzione di reti di comunità e territoriali per evitare che, partendo dalla fragilità si determinino nell'anziano emergenze di livello superiore che portino all'isolamento o all'ospedalizzazione."

 

"La presenza di una realtà come quella di Ipasvi, così come la collaborazione con il professor Vanotti e la sua équipe, risponde alla scelta di qualificare e specializzare il nostro intervento", spiega Lella Brambilla. "Considerato che nell'area metropolitana oltre il 30% della popolazione è rappresentato da persone anziane e che il 38% è impropriamente ricoverato in strutture per acuti – Giovanni Muttillo presidente del collegio Ipasvi di Mi - Lo - Mb – evidenzia la necessità di una nuova presa incarico globale della persona anziana, fragile non autosufficiente. In questa sperimentazione come modello a rete, l'infermiere ha un ruolo strategico per la famiglia è la comunità, che orienta e facilita l'accessibilità ai servizi con il monitoraggio del loro stato di salute e benessere. La nostra è una sfida culturale per intercettare quei bisogni invisibili ma emergenti, si propone di promuovere, una risposta territoriale di cura ed assistenza "patient centred" integrata e sinergica, che vede sempre più anziani con evidenti caratteristiche di fragilità, comorbilità cronica in polifarmacoterapia con frequenti difficoltà nella gestione dei dosaggi, tali da rendere necessari ulteriori ricoveri".


Il professor Vanotti approfondisce la prospettiva dell'intervento formativo in ambito nutrizionale: "La malnutrizione – spiega – è patologia, ma prima di questa c'è uno squilibrio che definiamo fragilità. Si mangia meno o si consuma di più del necessario. Non si vede questa fragilità, non la si coglie finché non diventa malnutrizione. Io voglio rovesciare la prospettiva assistenziale, formare i caregiver per anticipare la cronicizzazione, lavorare sulle reti di prossimità perché possano cogliere gli squilibri prima che diventino patologie".

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