L’iniziativa, promossa dalla Libreria Idrusa e dalla Cooperativa Coolclub, ha registrato la presenza di tutta la redazione della testata: OsvaldoPiliego, direttore responsabile; Pierpaolo Lala, coordinatore; Dario Quarta e Antonietta Rosato, redattori.
L’Annuario si presenta come rivista di cultura, orientata a ricostruire incento pagine di interviste, recensioni, curiosità e racconti, il megliodella produzione regionale, in campo musicale, letterario,cinematografico, teatrale, coreutico ed artistico.
Portavoce d’eccezione, in una prospettiva dinamica e multidisciplinare, siè rivelato il team di giornalisti pugliesi, impegnati nella missioncondivisa di raccontare le particolarità del Grande Salento.
Per comprendere l’impostazione comunicativa della rivista “L’ADC 2008”, abbiamo intervistato il direttore, che ha indicato le strategie editoriali.
R. - Nasce dall’esigenza di creare un archivio del bello contemporaneo edopo sei anni e cinquanta numeri di Coolclub.it, un free press che ha raccontato e continua a raccontare il salento e non solo.
Mah, è difficile individuare un target quando si parla di cultura e in particolare quandosi cerca di trattarla a 360 gradi; credo comunque che la fascia più interessata a questi prodotti editoriali sia compresa tra i 30 e 50 anni.
2. Nel sommario introduttivo della vostra proposta sono scanditi 5 settori di cultura locale, cui si associano specifici eventi di riferimento, vissuti nel 2008.
Ci descriva i criteri che ha implementato la redazione dell’Annuario, nella selezione delle iniziative approfondite col contributo dei vari giornalisti?
R. - Abbiamo cercato di seguire un criterio oggettivo, ci sono casieclatanti che non possono non essere citati. Naturalmente non potevamoparlare di tutto, abbiamo dovuto fare delle scelte.
In questo caso è intervenuto il nostro gusto.
Da anni abbiamo un taglio editoriale abbastanza “obliquo” più attento al mercato indipendente, alle piccole produzioni.
3. Nell’editoriale de “L’ADC 2008” Lei fa riferimento ad una sorta di Progetto- Salento che investe sulla cultura e non solo sull’evento.
Quali sono i punti di forza e le criticità di questa prospettiva di lavoro che richiede - nel concreto -di pensare globalmente e agire localmente?
R. - Credo esista un Salento creativo, un clima culturale salentino peralcuni versi esaltante. Esiste anche un’idea di Salento, molto spesso sbagliata, almeno secondo me.
Il pensiero meridiano, espressione moltousata ma che corrisponde a un concetto ancora valido, viene prima del glocal. Sinceramente ho difficoltà a interpretare queste formule, credo che da sempre l’attitudine dell’uomo in genere sia stata quella di vivereun luogo con un atteggiamento sempre teso ad andare oltre, un pensiero riferito all’altro.
A volte per scoprire quello che siamo, aspettiamo che sia un altro a dircelo. È successo un po’ con questa idea di salentinità diffusa, questo orgoglio salentino che oggi è un brand, ma che esiste da sempre.
4.Come giudica la proposta di ampliare il canovaccio disciplinare del Vostro Annuario, con l’inserimento di ulteriori ambiti di rilevanza sociale?
Si tratterebbe di valorizzare anche i settori dell’amministrazione pubblica e privata, per diffondere le buone pratiche della “salentinità partecipata” al vasto pubblico di lettori.
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