Roma, 21 ott. Non c'è la strega di Biancaneve tra i banchi dei supermercati italiani, dove nessuna mela è 'avvelenata'. È quanto emerge dal progetto di Aics Ambiente, denominato appunto 'Operazione Biancaneve', che prevede il monitoraggio di gruppi di alimenti di largo consumo, prevalentemente frutta e verdura ma non solo, alla ricerca di residui di pesticidi attraverso il rilevatore portatile Biopard. Progetto che è partito proprio dalle mele e che ha dato risultati confortanti.
"In 6 mesi abbiamo acquistato ed analizzato 50 mele con il Biopard, acquisite in versione sfusa (senza confezione), solo mele rosse della varietà disponibile, in 50 punti di vendita diversi, tutti di Roma. Dal grande ipermercato, alla frutteria, dal market di medie dimensioni, al mercato rionale. Unica regola: etichetta che ne indicasse la provenienza. Il risultato? 49 senza residui di pesticidi, 1 con residui", spiega Andrea Nesi, responsabile Ambiente di Aics.
"Va precisato che i risultati delle analisi effettuate con il Biopard, brevetto di una start up italiana in grado di individuare il 95% dei principi attivi alla base dei pesticidi, non possono essere utilizzati come prova provata. Per quello sarà necessario rivolgersi ad un laboratorio accreditato. Ma il Biopard può far accendere la lampadina, con un investimento molto contenuto rispetto ad un'analisi tradizionale da laboratorio. Potrebbe a buon titolo trovare spazio nei GAS (Gruppi d'Acquisto Solidale), che potrebbero così qualificare i piccoli produttori locali con cui interagiscono. Il tutto in un processo che veda il cittadino sempre più attivo e protagonista nella difesa della propria salute", continua Nesi.
"L'Operazione Biancaneve' proseguirà, senza alcuna intenzione di sostituire leggi e controllori istituzionali già in campo, su altri alimenti di largo consumo. Ma i controlli non sono mai troppi come ci dimostrano alcune importanti inchieste sull'agroalimentare, tra cui il recentissimo servizio della trasmissione 'Indovina chi viene a cena' di Rai3 sul glifosato tacciato di potenziale cancerogenicità e trovato in alimenti, anche trasformati, in cui non avrebbe dovuto trovarsi. Verificheremo altri gruppi vegetali, avendo come riferimento il panel dei prodotti più consumati, freschi, surgelati e secchi. Al momento limitati a prodotti non biologici in quanto questi ultimi non prevedono l'utilizzo dei fitofarmaci/diserbanti più chiacchierati. Ma di certo arriveremo anche a quel comparto la cui crescita sostenuta, dato estremamente positivo, richiede, a nostro avviso, un conseguente incremento dei controlli. Come già detto vogliamo essere di stimolo per il cittadino affinché non si rassegni alle scelte altrui ma possa sentirsi e sia effettivamente protagonista delle proprie scelte", conclude Nesi.
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