- Le aziende devono ripensare le modalità di interazione ed ingaggio: i Centennials, definiti anche Gen Z o post-Millennials, presentano caratteristiche ancora più marcate dei loro predecessori, i Millennials. Mostrano pragmatismo verso il brand ed usano il digital con concretezza
- Sono la smartphone generation e pretendono di fare tutto, ma proprio tutto sul cellulare.
- Musica e humor le leve fondamentali dell’ingaggio
- Vivono l’istante e, cresciuti in un mondo on-demand dalle scelte infinite, sono attratti da comunicazioni che stimolano la loro creatività offrendo la possibilità di scegliere o influenzare ciò che accade.
Milano, 15 marzo 2017 – Mentre i professionisti di
marketing, comunicazione e media si sentono sempre più a loro agio nel parlare
di Millennials e molte aziende si sono oramai attrezzate per gestirne ed
intercettarne preferenze e comportamenti, una nuova generazione di giovani
consumatori sta formando la propria personalità ed identità sociale in un
contesto post-Millennials. Come ingaggiarli?
Se
ne è parlato oggi nell’incontro organizzato a Milano da Kantar Millward Brown che ha focalizzato l’attenzione dei Marketers
sui consumatori di domani, i Centennials o post-Millennials, sulla loro
predisposizione all’engagment, sugli atteggiamenti nei confronti delle attività
di comunicazione delle marche, con la presentazione di alcuni risultati
dell’ultima edizione dello studio globale AdReaction
e di uno studio esclusivo effettuato
sui Centennials italiani.
Interventi
di GroupM e GreyUnited,
sister-company nel gruppo WPP, cui Kantar Millward Brown appartiene, hanno
poi integrato gli insight di ricerca con l’esperienza d’agenzia nelle strategie
di Brand engagement.
La
prospettiva sociologica del contesto generazionale e l’evoluzione delle nuove
generazioni sono emerse nell’apertura di
Federico Capeci, Chief Digital Officer & CEO Kantar Millward Brown e
Kantar TNS (le divisioni Consumer Insights del gruppo Kantar). Autore del libro
“#Generazione 2.0” sui Millennials
italiani (2014), Federico ne ha studiate caratteristiche sociali e di
atteggiamento nei confronti dei brand ormai da alcuni anni.
“Lo
S.T.I.L.E. delle nuove generazioni impone alle aziende di ripensare in modo
profondo le modalità di interazione ed ingaggio delle loro marche nei confronti
di questi target. Molte aziende - le più smart e lungimiranti - si sono già
attrezzate ridefinendo la propria organizzazione ed i processi per la gestione
delle attività di comunicazione esterna. Molte altre, no. Ma anche chi si è già
mobilitato per affrontare le sfide portate dai Millennials, deve oggi
considerare le implicazioni derivanti dall’avvento di una nuova generazione, la
Gen Z, che presenta caratteristiche ancora più marcate dei suoi predecessori.”
Ha commentato Federico Capeci.
“La
prima corte di questa nuova generazione, oggi 16-19 enni, rappresenta un target
estremamente rilevante per molte categorie e marche – ha continuato Capeci. Comprenderne le aspettative, gli
atteggiamenti ed i valori che guidano i loro comportamenti è quindi
fondamentale per gestire lo sviluppo dei Brand”.
“Uno sviluppo che evolve verso una metamorfosi dei media che
rende la comunicazione sempre più “addressable” e 1-to-1– ha commentato Federica Setti, Chief Research Officer, GroupM - Con la
moltitudine dei dati a nostra disposizione, possiamo sviluppare comunicazioni
sempre più precise e mirate. Le marche hanno una grande possibilità: quella di
poter aprire conversazioni e rafforzare relazioni con la propria audience con
messaggi specifici tailorizzati. Solo ascoltando il consumatore,
analizzando survey e dati, con ampiezza (mole) e con granularità (profondità)
abbiamo la possibilità di individuare insight di valore per campagne
efficaci”
Da
AdReaction Gen X, Y, Z alcuni rilevanti insight sulle generazioni
più giovani: è la prima analisi condotta su scala mondiale che analizza i
comportamenti, gli atteggiamenti e la risposta alla comunicazione di tre
generazioni a confronto ed è il primo grande studio di analisi delle risposte
dei giovanissimi (generazione Z) ai diversi formati pubblicitari, per fornire
alle aziende indicazioni su come ingaggiare efficacemente questo target.
Ha
ascoltato quasi 24.000 consumatori in 39 paesi ed ha evidenziato come ‘musica’
e ‘humor’ siano due leve fondamentali per catturare e coinvolgere i Gen Z e
soprattutto quanto sia difficile ottenere la loro attenzione riducendo la loro
naturale inclinazione a skippare qualsiasi comunicazione.
“I
Gen Z sono cresciuti in un mondo on-demand dalle scelte infinite, e questo ha
contribuito a definirne i gusti e le aspettative nei confronti della pubblicità
- ha detto Roberto Rossi, Head of Media & Digital di Kantar Millward Brown.
Sono attratti da comunicazioni che stimolano la loro creatività offrendo la
possibilità di scegliere o influenzare ciò che accade. Trovano naturale poter scegliere
se, quando e come interagire con le marche; pretendendo di mantenere una
posizione di controllo”.
Nati
in un’epoca di crisi finanziarie, instabilità politica e minaccia terroristica,
i Gen Z sono pragmatici e tendenzialmente diffidenti nei confronti delle
marche. Possono essere capaci di grande fiducia nei confronti dei Brand, ma si
tratta allora di una fiducia costantemente messa in discussione: testata. Nulla
è dato per scontato! Sanno anche essere intraprendenti e collaborativi. Amano
creare. Smartphone-first, impazienti con le marche che non sanno offrire
esperienze connesse in grado di arricchire l’esperienza offline. Molto più
consapevoli – rispetto alla generazione precedente – della propria privacy,
pretendono un’assoluta trasparenza dalle marche.
Assolutamente
e costantemente immersi nel digitale, non sono particolarmente affascinati
dagli aspetti puramente tecnologici. Il digitale è un mezzo che permette di
amplificare una esperienza di marca, prodotto, servizio o relazionale, e per
questo si aspettano immediatezza e grande coerenza nella brand experience
complessiva.
La
nuova generazione è più incline all’utilizzo di AdBlocking. Si destreggiano
abilmente con la tecnologia. Sono particolarmente infastiditi dalle
interruzioni ed intrusioni e più interessati ad iniziative di branded content;
in particolare quando sono coinvolte le loro celebrities.
Cosa
fanno online? “Creano diverse immagini di sè, che condividono con micro-cerchie
di amici – ha aperto Michela Russo,
Senior Client Director, KANTAR MILLWARD BROWN. Giocano con la loro identità
e con i propri Account, su cui esprimono sperimentazione e scoperta. La fiducia
nei confronti della marca diventa “on demand”, deve essere sempre riconfermata
e motivata, attraverso il racconto del ruolo del Brand nella vita delle
persone, o agli aspetti più funzionali dei prodotti. Vogliono capire, scegliere,
lasciarsi incuriosire. Vivono l’istantaneità e dunque, la rilevanza conquistata
da un Brand deve essere frequentemente riconfermata, non è per sempre!”
“Ingaggio
è creazione di empatia – ha detto Pino
Rozzi, President & CEO @GreyUnited.
Come?
Molto visual, niente slang... non siamo credibili. Altro punto rilevante: la
gestione del tempo: si annoiano, vogliono sempre nuovi stimoli. Sono phygital
ed il mobile è il loro ponte fra fisico
e digitale. Oggi la comunicazione deve tenerne conto evolvendo verso lo storydoing,
la possibilità per il nostro target di agire, essere creativo, fresco
produttore di contenuti”
“Nessuna generazione è ‘monolitica’ e la Gen Z
non fa eccezione presentandosi con tante sfumature al suo interno - ha concluso
Roberto Rossi. Tuttavia, le aspettative ed il costante ed incondizionato
accesso alla tecnologia di questa nuova generazione, si esprimono in
atteggiamenti e comportamenti che rappresentano importanti sfide per le
aziende. Non solo in merito alle modalità di comunicazione, ma anche e
soprattutto in relazione al concetto di autenticità e trasparenza di marca in
un mondo digitale”.
AdReaction Gen X, Y, Z è il primo studio condotto su scala mondiale
che analizza i comportamenti, gli atteggiamenti
e la risposta delle diverse generazioni (X, Y, Z) ai formati pubblicitari, per
fornire alle aziende indicazioni su come ingaggiare efficacemente questi
target. Ascoltando quasi 24.000 consumatori in 39 paesi, Ad Reaction ha voluto
indagare i profili generazionali, la loro percezione dei diversi format di
comunicazione e dei branded content, con un’integrazione importante a livello
qualitativo. Il Field è stato effettuato online, attraverso interviste
autocompilate, nel mese di Ottobre 2016.
Centennials: analisi qualitativa
deep dive su consumatori 10-19 anni effettuata nei mesi di Gennaio-Febbraio
2017 a Milano. Sono stati ascoltati 14 individui con colloqui qualitativi
netnografici domiciliari.
About Kantar Millward Brown
Kantar Millward Brown è una agenzia di
ricerca leader mondiale specializzata in ricerche su advertising effectiveness,
comunicazione strategica, media and digital, e brand equity. Kantar Millward
Brown aiuta i propri clienti a sviluppare brand di grande successo attraverso soluzioni
di ricerca quali-quantitative. Kantar Millward Brown opera in oltre 55 paesi ed
è parte di Kantar (WPP), uno dei gruppi leader mondiali nell’area data,
insights and consultancy. Per maggiori informazioni: www.millwardbrown.com.
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