Ai continui e incalzanti attacchi di Kaine, Pence non ha reagito direttamente ma ha invece inteso testimoniare al pubblico che oltre al bizzoso Trump, il partito dell''elefantino, è composto da persone più pacate e moderate.
E questo è un goal che vale doppio. "In pratica – - commenta Cesare Casiraghi –- Pence ha condotto il match stando all''angolo col sorriso, dando quindi l''impressione di non patire i colpi dell''avversario e con ciò ha trasmesso la sensazione che questi fendenti fossero di fatto deboli. ' ' Non mi stai facendo male ' ', questo era il messaggio".
Kaine invece secondo il parere del noto pubblicitario italiano è apparso molto frettoloso e nervoso nel declinare le sue argomentazioni e i suoi attacchi. ""Nella sua conduzione del discorso e nelle sue repliche si è sempre rivolto con lo sguardo alla conduttrice, senza mai guardare l''avversario, come ad ottenere la sua approvazione, un po'' il bimbo che si rivolge alla maestra per denunciare la colpa di un compagno. La voce un po'' stridula ed uno sguardo poco convincente hanno fatto il resto"".
Nel giudizio mediatico del pubblicitario la vittoria va perciò con merito a Pence e alla sua strategia.
"Per metterla -– afferma scherzoso Cesare Casiraghi - in musica userei le parole di Daniele Silvestri nella sua canzone 'Manifesto', la dove Pence ha 'parcheggiato il suo disagio (Trump) in un cassetto' e a vinto perché si è presentato ai telespettatori-elettori 'placido e composto'".
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