"Sul piano razionale gli italiani sono consapevoli di quanto i tre concetti (cambiamento, coesione, competitività) presentino luci e ombre, ma con differenti accenti – afferma Massimo Sumberesi, Head of Doxa Marketing Advice, che ha presentato la ricerca - Su questa base il campione complessivo è stato suddiviso in 3 cluster omogenei. La metà dei rispondenti si possono definire fiduciosi proattivi: sono persone desiderose di impegnarsi per il cambiamento, sentono che la coesione può mobilitare energie e risorse e considerano la competitività un mezzo comunque efficace. Ci sono poi i disincantati qualunquisti (33%) per i quali il cambiamento è una necessità non sempre auspicabile, la coesione è una risorsa ma solo per chi non è ai margini della società, la competitività qualcosa che fa vincere ma anche perdere. Infine – conclude Sumberesi - troviamo gli idealisti pessimisti (18%) che vedono il cambiamento come peggiorativo e spesso ammantato di retorica, la coesione (quando non limita il singolo) come una forza per contrastare la competitività vista come strumento di disuguaglianza".
Sono il 30% in più le organizzazioni presenti al Salone 2016 rispetto all'edizione dello scorso anno ed il 35% di esse partecipano per la prima volta alla manifestazione.
Dei 143 protagonisti della quarta edizione, Il 50 % sono grandi imprese, il 25% PMI e il 25% organizzazioni non profit e fondazioni.
Il 30% opera nel settore manufatturiero e il 70% nel settore dei servizi.
"Un segnale della sempre maggiore consapevolezza delle imprese, e non solo, sull'importanza della responsabilità sociale come strumento strategico capace di incidere sui piani dell'organizzazione nel breve, medio e lungo periodo – commenta Rossella Sobrero del Gruppo Promotore del Salone – Le imprese sono sempre più attente ad ascoltare i loro stakeholder, esterni ed interni, si muovono verso la open innovation come strumento organizzativo e culturale, stanno imparando a comunicare in modo corretto le loro azioni di responsabilità sociale. E soprattutto hanno capito che la reputazione è sempre di più un asset intangibile importante che permette di aumentare la fiducia degli investitori portando ad una riduzione dei costi di controllo e negoziazione. Alcuni analisti finanziari affermano che i capitali intangibili pesano per più dell'80% sul valore delle azioni con un rapporto invertito rispetto a 40 anni fa quando contavano meno del 20%".
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