CARBON SINK: 6000 CUCINE ECOLOGICHE ITALIANE IN ETIOPIA PER RIDURRE LA MORTALITA' DA COMBUSTIBILI INQUINANTI E RIDURRE LE EMISSIONI DI CO2 LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO È UN'OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO E DI RESPONSABILITÀ SOCIALE DI IMPRESA
È appena iniziato un nuovo progetto di Carbon Sink in Etiopia, la startup innovativa italiana attiva nel settore della mitigazione del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di carbonio.
Il progetto, sviluppato con COOPI (Cooperazione Internazionale Fondazione), prevede la distribuzione ed installazione di 6000 cucine ecologiche ad altrettante famiglie di 5 comunità rurali dell'Etiopia del sud. Il fine del progetto è quello di migliorare i livelli di vita e di salute della popolazione locale; e allo stesso tempo, di ridurre le emissioni di CO2 (il principale gas responsabile dell'effetto serra e, quindi, del cambiamento climatico) riducendo e cambiando l'uso dei combustibili per cucinare. Se certificate attraverso rigorosi standard internazionali prescritti da agenzie delle Nazioni Unite (processo in cui Carbon Sink è specialista riconosciuto), le riduzioni di emissioni ottenute grazie al progetto possono essere convertite in Carbon Credits. Venduti su un apposito mercato globale, i Carbon Credits, generano importanti ritorni di investimento.
Carbon Sink in questo progetto supporterà COOPI per raggiungere ed ottenere la certificazione "Gold Standard", la più severa, trasparente e prestigiosa.
Il progetto in Etiopia ne segue uno analogo, di dimensioni maggiori, in pieno svolgimento in Mozambico; Carbon Sink, in collaborazione con Cloros S.r.l. (l'investitore privato) e AVSI (la ONG italiana localmente attiva da anni) distribuirà un totale di 15.000 cucine, di cui oltre 8.000 già installate.
Il problema del «clean cooking» che, a prima vista può sembrare secondario ad un osservatore occidentale, concerne, in realtà quotidianamente tre miliardi di persone sul pianeta, prevalentemente nei Paesi «in via di sviluppo», che cucinano (e spesso si riscaldano) utilizzando in modo inefficiente legna, carbonella, carbone o addirittura letame essiccato. L'inquinamento dell'aria in ambiente familiare causato da metodi di cottura o riscaldamento primitivi contribuisce, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità alla morte prematura di almeno 4,3 milioni di individui ogni anno, e a oltre 110 milioni di malati cronici. Questo rappresenta il primo fattore di rischio di morte nell'Asia meridionale e il secondo nell'Africa sub-sahariana, superando di molto HIV-AIDS, malaria e tubercolosi.
Oltre a minimizzare i rischi per la salute, la distribuzione di stufe efficienti riduce significativamente le emissioni di CO2 responsabili del cambiamento climatico; a tal proposito si stima che il «clean cooking» valga tra l'1,5% e il 3% delle emissioni globali di CO2, più o meno, la stessa quantità emessa da Gran Bretagna o Giappone.
È questo il modello di business innovativo introdotto e sviluppato da Carbon Sink, nel quale un investitore privato in cerca di profitti etici e ritorno di immagine collabora con il Terzo Settore (tradizionalmente attivo nella cooperazione internazionale) in un raro e proficuo esempio di sinergie tra profit e no-profit.
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